PALERMO – Dopo tante difficoltà c’è tanta voglia di vivere in Fortuna, Alessandra, Sabina e Mirabelle. Sono alcune delle 9 donne che, da qualche tempo, sono state accolte nel convento francescano della Gancia. Si tratta di donne che hanno misure penali, ex persone detenute e donne senza dimora.
Fortuna, oggi, sta iniziando una nuova vita. “Dopo essere stata dentro il carcere Pagliarelli – ha raccontato Fortuna di 42 anni e originaria dell’Eritrea – dal 2018 sono stata accolta da fra’ Loris. Vivevo a Roma con mio marito dove lavoravamo. Nel 2016, la mia vita è stata travolta da eventi che non avrei mai immaginato potessero accadere. Da fra’ Loris sono stata agli arresti domiciliari. Ho sofferto molto ma, dopo un lungo processo, sono stata assolta. Oggi sono libera, lavoro in una casa vacanze e mi sto prendendo la patente. Ringrazio chi mi ha aiutato a rinascere. Il bene esiste”.
Alessandra, invece, è di Palermo e ha 27 anni. “Sono stata accolta all’inizio in permesso premio nel 2023 – ha raccontato Alessandra –. Oggi sono in semilibertà: esco alle sei del mattino dal carcere, durante la giornata faccio volontariato alla Gancia e poi la sera alle 21 rientro al Pagliarelli. Il carcere è un luogo molto pesante. Sto per iniziare un tirocinio di lavoro. Non appena finirò la mia pena, desidero una occupazione stabile e farmi una famiglia”. Da pochissimi giorni è arrivata pure Mirabelle di 21 anni, originaria della Nigeria. La giovane che è da nove mesi in Italia, dopo alcuni problemi, è rimasta sola ed è stata accolta alla Gancia. “A Palermo mi piacerebbe fare gli studi di arte – ha detto Mirabelle -. In particolare, amo molto la danza e sogno di potere fare la ballerina”. Sabina di 63 anni è messinese ed è pure in semilibertà. “Anche io sono semilibera da quasi un anno – ha aggiunto Sabina -. Nello specifico, mi occupo dell’accoglienza dei visitatori (italiani e stranieri) dentro la chiesa della Gancia. Questa situazione è bella perchè mi dà la possibilità di socializzare e di conoscere tante persone di culture diverse. Il carcere è un posto troppo difficile e pieno di sofferenze. Oggi, sto avendo la grande opportunità di recuperare, a poco a poco, la mia vita”.
“Attualmente abbiamo accolto 7 donne in emergenza sociale e del circuito penale – ha detto fra’ Loris D’Alessandro che è anche cappellano del carcere di Pagliarelli –, in buona parte di origine straniera. Tra queste donne si è creata una bella armonia fatta di ascolto, sostegno e solidarietà reciproca. A loro si aggiungono altre due donne che sono semilibere. Le ospitiamo fino a quando non raggiungeranno una piena autonomia di vita. In convento abbiamo 13 stanze e possiamo accogliere fino a 20 persone”.