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mercoledì, 5 Marzo 2025
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Da Bagheria un nuovo modo di gestire i beni confiscati: trenta realtà insieme danno vita al Centro Don Milani

Con il Centro aggregativo polivalente, co-gestito tra organizzazioni, scuole e Comune, nasce la "villa dei giovani". La struttura recuperata è Villa Castello, che torna a disposizione della comunità

Alessia Rotolo
Alessia Rotolo
Ama Palermo e il centro storico, i tre mercati, i quattro mandamenti, il Genio e la Santuzza. Segue con passione i processi partecipativi di riqualifica della città nati dal basso che stanno pian piano cambiando il volto di Palermo rendendola sempre più affascinante. Scoprire storie e raccontarle è la sua migliore capacità dettata da una passione incessante per il mestiere di giornalista
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BAGHERIA. Un calendario condiviso e un patto di collaborazione tra gli enti coinvolti, è stata ribattezzata la villa dei giovani perché ogni giorno è animata da tantissime attività per tutti, a Bagheria è nato il “Centro Aggregativo Polivalente Don Lorenzo Milani” e con lui, un nuovo modo di gestire i beni confiscati alla mafia, in co-gestione tra il Comune, diverse realtà associative e le scuole.

Ha riaperto i battenti il 21 marzo scorso Villa Castello a Bagheria, confiscata alla criminalità organizzata più precisamente a Simone Castello, boss di cosa nostra legato al clan provenzano e poi vandalizzata, nel 2017 la palazzina è stata consegnata al Comune che, grazie all’opera di facilitazione del Centro di Servizi per il Volontariato di Palermo (CeSVoP), ha avviato un percorso di co-progettazione coinvolgendo le associazioni e le scuole attive sul territorio.

«Una scelta – sottolinea l’Assessore alle Attività Sociale Emanuele Tornatore -, che vuole ribadire come questo luogo voglia diventare un punto di riferimento educativo per tutti i giovani delle comunità di Bagheria e di Aspra. Un luogo dove si possa essere accolti, incoraggiati, dove grazie alle tante competenze messe a disposizione dalle associazioni, i ragazzi possano coltivare i propri talenti, recuperare spazi di socialità e di ascolto, ricostruire legami sociali dopo due anni di pandemia».

Il suo destino poteva essere l’abbandono, invece, questo moderno edificio che si sviluppa su tre piani ad Aspra, frazione di Bagheria, una borgata marinara che si affaccia sul golfo di Palermo, dal 21 marzo ha spalancato i battenti al mondo giovanile della popolosa cittadina siciliana grazie alle attività di 26 associazioni di volontariato. Ed è sbocciata una nuova primavera per una comunità educante che si prende cura dei giovani e che ruota attorno a tantissime e variegate attività che rendono vivo lo spazio tutti i giorni: laboratori educativi, di recupero scolastico, scacchi, sport, corsi di formazione, giardinaggio, lettura, musica, teatro, scambi internazionali (c’è anche una foresteria per gli ospiti), tutto per tutti con piena accessibilità agli spazi e alle stanze.

Il recupero di Villa Castello è partito dalla partecipazione a un avviso della Regione Siciliana che metteva a disposizione fondi per il recupero e il riuso a fini sociali dei beni confiscati alle mafie. L’edificio era in pessime condizioni perché quando c’è una confisca prima di consegnare il bene allo Stato, il proprietario lo distrugge per evitare che la comunità ne tragga vantaggio, spesso accade che anche dopo l’assegnazione il bene sia oggetto di soprusi e danneggiamenti, un caso emblematico è la base scout “Volpe Astuta” a Fondo Micciulla, più e più volte vittima di furti e scanninamenti.

L’amministrazione di Bagheria sin dalla richiesta dei fondi per ripristinarlo ne ha co-progettato con le realtà associative anche l’utilizzo, stipulando un patto di comunità: è nato così il centro giovanile polivalente che è stato intitolato a don Lorenzo Milani. Nel 2019 sono partiti i lavori di ristrutturazione mentre il patto si cementava attorno a tre parole: accoglienza, partecipazione e innovazione. Gli enti del terzo settore che si sono dati disponibili a condurre le attività nel frattempo sono diventati 26 più le scuole, e il 3 giugno 2021 hanno sottoscritto il patto di co-gestione con il comune. La riqualificazione è avvenuta dopo un percorso di quattro anni di co-progettazione.

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