PALERMO. Un biscotto può salvare la vita? La risposta è sì, almeno per gli ex detenuti che hanno avuto la fortuna di imbattersi nei percorsi di reinserimento lavorativo di “Cotti in Fragranza”, impresa civile di Palermo. Il laboratorio di prodotti da forno è stato fortemente voluto dalla direzione del Carcere minorile Malaspina e dalle fondazioni Don Calabria e San Zeno. Ed è stata presentato come buona pratica alla Settimana sociale dei cattolici italiani, a Taranto, nello scorso autunno.
Cotti in Fragranza nasce nel 2016, l’obiettivo era quello di coinvolgere e responsabilizzare i ragazzi, che scontano la loro pena in carcere, in processi produttivi e imprenditoriali che non riguardano solamente la produzione dei biscotti ma tutto ciò che ruota attorno alla loro commercializzazione. E quindi la scelta delle materie prime, del nome, del packaging, le scelte commerciali e quelle pubblicitarie. Creando una vera e propria intelligenza collettiva.
“Il nostro obiettivo era quello di offrire a questi ragazzi dei percorsi lavorativi stabilizzanti – racconta Nadia Lodato, co-fondatrice dell’impresa Cotti in Fragranza -. Volevamo trasformare lo svantaggio in vantaggio e portare sul mercato un prodotto d’eccellenza che raccontasse con pochi accorgimenti di marketing tutto quello che c’è dietro a quei biscotti. Ma siccome non sappiamo stare troppo fermi, il primo biscottificio nato al Malaspina di Palermo è stato solo il primo passo, poi abbiamo deciso di crescere e di diversificare la produzione dei nostri prodotti. Così abbiamo aperto un altro laboratorio nel cuore della città, in via Matteo Sclafani, di fronte la cattedrale“.
Questo nuovo laboratorio permette ai ragazzi che hanno scontato la loro pena di continuare a lavorare ma in un luogo diverso, fuori dalle mura detentive. In questa nuova sede che è Casa San Francesco sono nati diversi percorsi, un vero laboratorio non soltanto di prodotti da forno ma di idee e di nuovi progetti. Qui i ragazzi di “Cotti in Fragranza” studiano nuovi prodotti e si specializzano anche nella realizzazione di servizi catering e mense per le Comunità, vincono infatti l’appalto del Comune di Palermo per la distribuzione di pasti per 3 poli che ospitano senza dimora.
In casa San Francesco, che è una ex infermeria dei frati cappuccini del 1600 – incastonata in pieno percorso Arabo Normanno – si recupera un fantastico giardino completamente abbandonato da decenni che anticamente i frati usavano per coltivare erbe officinali, e apre i battenti “Al Fresco Bistrot“, un ristorante e gelateria, aperto agli eventi culturali ma anche per le associazioni del territorio per le loro attività.
Aumentano i contratti e le stabilizzazioni dei ragazzi, attualmente i dipendenti della cooperativa sono ventidue, di cui 4 neoassunti negli ultimi 8 mesi, più tre tirocini formativi. Ma c’è un’altra grossa novità, una nuova sfida a Casa San Francesco, che presto porterà a quattro nuove assunzioni (destinate a crescere). All’interno della struttura del 1600 sono tanti gli spazi e oltre all’incantato giardino già recuperato, ad una terrazza panoramica che viene usata per gli eventi, alle stanze usate come uffici, magazzini, e il laboratorio dolciario, ci sono quelle che anticamente erano le stanze dei frati, che grazie a tre fondazioni – Fondazione Con il Sud, Fondazione Prosolidar e Fondazione San Zeno – presto saranno adibite all’accoglienza turistica.
Saranno sedici le stanze che in questo momento sono in fase di ristrutturazione e che presto saranno aperte a viaggiatori di tutto il mondo che, oltre a scoprire la città con tutti i suoi tesori, potranno anche conoscere la storia di “Cotti in fragranza” e di tutto il luminoso e importante percorso che li ha anche portati a diventare Alfieri della Repubblica premiati dal Capo dello Stato, Sergio Mattarella. Il presidente durante la consegna del premio ha detto loro: “Siete un esempio per tutta l’Italia”. E c’è da aggiungere che certamente sono motivo di grande orgoglio per tutti i palermitani onesti.