PALERMO. La pandemia da Covid-19 ha fatto emergere in modo consistente un problema già presente come quello della solitudine negli anziani. Per contrastare il disagio delle cosiddette “solitudini involontarie”, specie nelle persone più avanti con l’età, nel 2019 la Regione Siciliana ha emanato un avviso pubblico per gli enti del terzo settore, per iniziative e percorsi di coinvolgimento partecipato. Nasce così il progetto “City’s Community”, per offrire alle persone anziane chiuse in casa, a maggior ragione a causa della pandemia, occasioni e opportunità di incontri, in totale sicurezza.
L’operazione City’s Community
Una strada percorsa è stata quella della digitalizzazione. Ovvero con videochiamate su WhataApp o su Meet. Ma grazie alla intergenerazionalità, cioè l’incontro con i giovani. Così gli anziani, che non hanno la stessa confidenza con i social, hanno trovato un modo per accorciare le distanze con i propri cari, spesso distanti per chilometri. La presidente dell’Auser e del Cesvop di Palermo, Giuditta Petrillo, in un webinar di presentazione del progetto ha spiegato come l’uso della tecnologia nelle persone anziane abbia avuto un ottimo riscontro: “Se non sono abili con il computer, lo sono però con il canale più utilizzato nella messaggistica istantanea oltre che nelle videochiamate, cioè WhatsApp”.
Quelli che potrebbero essere i nostri nonni o i nostri zii hanno trovato così un modo per risollevarsi dalle gravi conseguenze psicologiche causate dalla pandemia. “Importante è anche l’aspetto ludico, come la ginnastica dolce, per socializzare e stare in movimento”, continua Petrillo.
I progetti di Portofranco e Parsifal
Dalla Sicilia orientale a quella occidentale, sono due le testimonianze che arrivano dal progetto “City’s Community”, che ha coinvolto, tra gli altri, due realtà impegnate già da tempo con gli anziani. Al centro di solidarietà Portofranco di Siracusa, un professore anziano depositario di tante conoscenze si è messo in gioco per il piacere di potersi rapportare con i giovani, trasmettere le sue conoscenze e rendere più agevole il cammino dei ragazzi nella scuola. “Il desiderio di un rapporto diverso improntato sulla reciproca e libera accoglienza non è solo nelle persone adulte ma anche nei più giovani”, spiega il presidente di Portofranco Vincenzo Sinatra. Bellezza e semplicità di un’accoglienza senza età, religione e provenienza arrivano da un’esperienza improntata sull’integrazione. Ancora “si può essere utili e partecipare alla crescita dei più giovani non avendo alle spalle un’esperienza di lavoro definita. Semplicemente con quello che si è sempre fatto in casa: la mamma o il papà”, continua Sinatra.
La pandemia è un’opportunità che non ha bloccato l’operatività delle realtà impegnate già da tempo. “City’s Community” è un modello innovativo per la realizzazione di spazi privilegiati di relazioni intergenerazionali tra anziani, giovani, bambini e famiglie, con percorsi educativo-esperienziali, ludico manuali, laboratori di ripresa degli antichi mestieri e – ancora – laboratori culturali, di cucina, artigianali e di cucito. Percorsi di supporto scolastico, di lettura e animazione. Percorsi ludico-ricreativi, itinerari culturali e volontariato.
Un altro caso è quello della Cooperativa Parsifal di Palermo con la creazione della “Social domus”. Il successo è stato il coinvolgimento di un gruppo di ragazze impegnate nel progetto Scuola-lavoro, che si preparano a una professione educativa. “Un’occasione importante per la socialità – spiega la presidente di Parsifal Elisa Barraco. Oltre alle ragazze, delle insegnanti, per esempio, hanno anche condiviso dei lavori realizzati insieme ai loro allievi”.