BAGHERIA. Continuare ad impegnarsi in maniera sinergica per favorire i percorsi di inclusione sociale per le persone del circuito penale e per quelle che sono seguite dal dipartimento di salute mentale dell’Asp. E’ l’obiettivo che la Caritas di Palermo e di Bagheria continueranno a portare avanti in collaborazione con l’Uiepe e con l’Asp. Su questo tema, ieri, nella chiesa antica di San Pietro, a Bagheria, si è svolto un confronto tra i diversi rappresentanti delle tre realtà interessate.
Nel 2022, dopo la conclusione dei progetti EducativaMente e Comunità giusta – Giustizia di comunità, in collaborazione con l’Accademia nazionale dei pizzaioli, è stato promosso un corso di formazione professionale dedicato a 12 persone con fragilità sociali legate agli ambiti del penale e della salute mentale.
“La missione della Caritas, è soprattutto quella, al di là della logica assistenziale, di restituire diritti alle persone – afferma Mimma Cinà, direttrice della Caritas di Bagheria -. C’è pure bisogno di uscire dalle emergenze per avviare e costruire insieme progetti di lungo termine che diano risposte ai bisogni delle persone”.
“La Caritas, da sempre, nella sua azione sociale ha a cuore il prossimo – dice don Sergio Ciresi, vicedirettore della Caritas di Palermo. Il cuore, nella tradizione biblica, non è un sentimento ma la parte più profonda e intima della persona che si muove per il bene di altre persone in preda alle diverse disavventure della vita. Molte delle nostre azioni sono possibili grazie al contributo di tanti sostenitori con l’8X100. Nel caso dei progetti che riguardano sia la salute mentale che la giustizia riparativa si tratta di esperienze a cui stiamo cercando di dare continuità facendole diventare un processo costruttivo della società“.
Tra coloro che hanno fatto il corso come pizzaiolo c’è Roberta.
“Dovendo scontare una pena, mi è stato proposto, come messa alla prova, di effettuare il servizio alla Caritas di Bagheria – racconta Roberta di 45 anni -. Da quel momento in poi, mi si è aperto un mondo che non conoscevo perché mi è stata data la possibilità di aiutare altre persone che hanno bisogno, a volte, di carezze e conforto. Oggi, anche dopo avere concluso il mio periodo in Caritas, ho deciso di rimanere volontaria. E’ un servizio che mi piace molto perché essere utile agli altri mi fa stare bene“. Anche Loreto ha scelto di continuare come volontario. “In tre mesi di messa alla prova dentro la Caritas di Bagheria – racconta -, ho incontrato tante persone che si sanno donare agli altri. All’inizio, pensavo che mi avrebbero trattato come un numero e invece ho fatto una bellissima esperienza. Ho capito che non si finisce mai di imparare perché ci sono tante persone che hanno bisogni diversi. Alla fine, ho capito che quella che per me era nata come una punizione è diventata invece un momento di crescita e di arricchimento umano molto importante“.
“Queste esperienze ci fanno vivere dei bei momenti di giustizia di comunità – aggiunge Aurelia Carrubba, funzionaria dell’Uiepe -. Le persone che seguiamo portano la loro sofferenza e quella delle famiglie nel momento in cui vengono private della loro libertà. Nella nostra Corte d’Appello abbiamo in carico circa 4 mila e 300 persone che esplicano misure alternative alla pena e messa alla prova. Soltanto a Bagheria abbiamo ben 400 persone. 150 sono le associazioni con cui abbiamo finora stipulato delle convenzioni”.
“Da molto tempo mi occupo di salute mentale – continua inoltre Chiara Majorana, dirigente e pedagogista del Modulo di Salute Mentale 1 dell’Asp di Palermo –. Credo che sia molto importante creare su questi argomenti dei momenti di informazione e di formazione. Da quando, 8 anni fa, abbiamo iniziato a lavorare con Caritas con il progetto EducativaMente, sono state accompagnate nel loro percorso di curaben 200 persone. Si tratta di un lavoro enorme e controcorrente che, grazie all’impegno comune, ha puntato alla valorizzazione delle risorse delle persone. Aggiungo anche che l’Asp, recentemente ha firmato 170 progetti individualizzati sostenuti dal budget di salute che coinvolgono 17 enti diversi”.
“Oggi abbiamo come istituzione il dovere di promuovere iniziative che possano aiutare quelle persone che vengono scartate dalla società perché hanno commesso un reato oppure hanno una disabilità – dichiara l’assessore alle politiche sociali Emanuele Tornatore -. Pertanto, il comune, in tema di inclusione sociale delle persone con diverse fragilità sociali, è disponibile a proseguire l’impegno con Uiepe e con il Dipartimento di salute mentale”.