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mercoledì, 5 Marzo 2025
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Housing sociale alla Noce, quella porta sempre aperta per chi è in difficoltà

L'iniziativa del Centro Diaconale valdese: dedicato uno spazio di coabitazione a persone vulnerabili e in stato di momentaneo disagio abitativo

Alessia Rotolo
Alessia Rotolo
Ama Palermo e il centro storico, i tre mercati, i quattro mandamenti, il Genio e la Santuzza. Segue con passione i processi partecipativi di riqualifica della città nati dal basso che stanno pian piano cambiando il volto di Palermo rendendola sempre più affascinante. Scoprire storie e raccontarle è la sua migliore capacità dettata da una passione incessante per il mestiere di giornalista
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PALERMO. Il Centro Diaconale La Noce è una piccola cittadella con tanti servizi sociali a disposizione di tutti i cittadini, nasce al quartiere Noce di Palermo grazie ai Valdesi. Uno degli ultimi servizi nato al suo interno è l’Housing Sociale, si è scelto di dedicare parte della propria capacità ricettiva (della foresteria) a uno spazio di coabitazione riservato a soggetti vulnerabili e in stato di momentaneo disagio abitativo. Tutto parte da una prima esperienza di offrire in emergenza rifugio a donne vittime di tratta, da quel momento si pensa e poi si decide di strutturare un modello ricettivo vero e proprio da mettere a disposizione di chi è in difficoltà. L’housing sociale nasce a marzo 2018 dal desiderio di offrire al territorio un’abitazione temporanea per persone sole o piccoli nuclei familiari che vivono un momento di fragilità sociale, lavorativa, familiare. Chi vive certe situazioni di disagio abitativo corre il rischio concreto di finire per strada, i servizi messi a disposizione dal comune di Palermo sono i dormitori che sono tre e dove si può trascorrere la notte, come tre sono i poli per i senzatetto, dei luoghi dove è possibile trascorrere la giornata. 

Può capitare a tutti di ritrovarsi in un momento di fragilità per la perdita del lavoro, per una separazione, perché si sta fisicamente o psicologicamente male o per altri mille motivi, per far fronte a questo momento di difficoltà è possibile avere assegnato un alloggio grazie a questo progetto dei Valdesi. Uno spazio sicuro per far fronte al disagio abitativo che si vive, e allo stesso tempo viene offerto un monitoraggio e un orientamento verso dei servizi a supporto delle varie necessità. «Instauriamo delle relazione di fiducia con le persone che vivono qui – spiega Chiara Cianciolo, coordinatrice dell’Housing Socialenoi operatrici e operatori cerchiamo di orientare tutti coloro che vivono qui verso un percorso di autoconsapevolezza e proteso alla valorizzazione delle capacità di ognuno e lavoriamo anche alla costruzione di una rete sociale di supporto attorno alla persona».

L’housing sociale della Noce offre dieci alloggi ad uso esclusivo della persone e aree comuni in condivisione come un salone e soggiorno, la lavanderia e anche una cucina. Questo servizio non è gratuito, prevede il versamento di un contributo forfettario di 150 euro al mese a parziale copertura delle spese dell’alloggio e delle utenze. Si accede a questo servizio attraverso le segnalazioni delle associazioni con cui i valldesi fanno rete sul territorio oppure su chiamata degli utenti stessi che vengono a conoscenza autonomamente del servizio, e non è neanche. Ad usufruirne sono le persone più disparate, dai giovani stranieri che si lanciano verso un primo percorso di autonomia dopo aver vissuto in comunità per un certo periodo, ma anche uomini o donne che si separano o divorziano e hanno bisogno di tempo per ricostruirsi una vita, e anche ragazze e ragazzi che per vari motivi si trovano in conflitto con la famiglia e decidono di lasciare il nucleo familiare ma da subito non hanno le capacità economiche per prendere una casa in affitto e pagare le bollette, oppure persone che hanno problemi di salute e perdono il lavoro o finiscono all’ospedale per lunghi periodi.

«I gruppi di persone che si formano sono eterogeni – continua Chiara – a Palermo ci sarebbe bisogno di altri centri così. Abbiamo scritto un progetto di accreditamento  presso il comune che è stato approvato, adesso attendiamo che si possano avviare dei percorsi condivisi ricevendo delle segnalazioni dai servizi sociali del comune di Palermo. Il percorso qui si spera di concluderlo in 18 mesi. In questo lasso di tempo proviamo a trovare un lavoro, una casa, di mezzo c’è il disbrigo di tante pratiche burocratiche come lo spostamento di residenza, la stipula di un contratto. Una grandissima risorsa di questo posto è l’eterogenità delle persone che lo vivono, perché qui si possono tessere nuovi legami, fare circolare informazioni utili, o come accedere ai servizi in modo più funzionale, nascono anche amicizie che proseguono nel tempo o addirittura si decide di prendere casa insieme».

Le storie di vita che hanno attraversato quei dieci appartamenti in quattro anni sono tantissime, ma una più di tutte è rimasta scolpita nelle menti degli operatori del centro, quella di Hanane, «Ha vissuto qui per tre anni – racconta Chiara – una ragazza che ha portato avanti il suo percorso in Italia, che ha comportato al confrontarsi con gravi problemi di salute e che se n’è andata lo scorso agosto. Dare il suo nome all’Housing sociale per noi vuol dire mantenere vivo il suo ricordo e simbolicamente procedere nella direzione che lei ci ha indicato. Ci ha insegnato a portare avanti con coraggio le proprie sfide malgrado tutto e a perseguire i propri obiettivi con positività, con il sorriso e con gentilezza».

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