11.4 C
Palermo
mercoledì, 5 Marzo 2025
HomeBuone notizieIl Ceipes inaugura il Rise-Lab: laboratorio di dialogo in un bene confiscato

Il Ceipes inaugura il Rise-Lab: laboratorio di dialogo in un bene confiscato

Il Centro, che sorge in via Francesco Maria Alias, 20, nel quartiere Uditore, diventerà un punto di riferimento per favorire l’inclusione sociale e il dialogo tra le diversità attraverso percorsi laboratoriali e di educazione non formale

Stefano Edward Puvanendrarajah
Stefano Edward Puvanendrarajah
Laureato in Comunicazione Pubblica, d’impresa e pubblicità presso l’Università di Palermo e digital marketing specialist. Racconta le realtà associative che si occupano del sociale in Sicilia e la vita quotidiana delle comunità migranti siciliane, utilizzando i nuovi media
spot_img
spot_img

PALERMO. Un centro formativo che sorge all’interno di un bene confiscato alla mafia nel cuore del quartiere Uditore in cui l’obiettivo comune è quello di creare dei percorsi dialoganti ed inclusivi tra le diversità. È questo l’impegno del CEIPES che, dopo tanti anni di attesa, ha inaugurato il RISE-LAB, che ambisce a fornire competenze non formali, avvalendosi di strumenti innovativi, alle persone con diversi background culturali, sociali ed economici.

Il progetto Rise-Lab del Ceipes

Un progetto finanziato dal Dipartimento per le politiche giovanili e il servizio civile universale con l’avviso giovani per la valorizzazione dei beni pubblici che, dopo anni di rallentamento dovuti alla pandemia, intravede adesso la luce e la presenza delle scolaresche e degli stakeholders. Un grande entusiasmo che si percepisce attraverso le parole di Sara Vivirito, project manager del Ceipes: “RISE-LAB sta per RETE per l’INCLUSIONE, lo SVILUPPO e l’EMPOWERMENT, un progetto che ha permesso al CEIPES di ristrutturare, sviluppare nuovi spazi e nuove strutture all’interno di un ex magazzino confiscato alla mafia, creando spazi che possano essere al servizio per le comunità che possano essere utilizzati dai giovani ma anche dai diversi target group siciliani e palermitani – riferisce Vivirito -. Il CEIPES è già attivo a livello internazionale e ci piace promuovere questo interscambio tra la dimensione locale e quella internazionale”.

Sono due gli obiettivi principali del progetto Rise-Lab: il primo verte sulla creazione di un centro di innovazione sociale fatto da percorsi integrati che possono permettere ai giovani, e non, di esprimere la loro creatività svolgendo attività all’esterno del Centro, nel quartiere. Il secondo, riguarda la valorizzazione, all’interno, del singolo individuo, delle conoscenze di comportamenti proattivi basati sull’empowerment e sulla cittadinanza attiva nei diversi target-group.

Nasce anche il “MADE”, un museo analogico digitale dell’empowerment

Ispirarsi agli obiettivi e ai traguardi dettati dalla Agenda 2030 dell’ONU e creare un museo esperienziale in cui si possa creare la consapevolezza dei diritti e del rispetto delle tante diversità ambientali, identitarie, ecc. È con questo spirito creativo che il Ceipes ha voluto realizzare all’interno della struttura di via Alias, il MADE (MUSEO ANALOGICO DIGITALE DELL’EMPOWERMENT):

Il concept del MADE è stato deciso dal nostro team attraverso un lavoro di cooperazione e collaborazione, facendo, una attenta analisi di quella che è l’agenda 2030 dell’ONU per lo sviluppo sostenibile – dichiara Vivirito -. L’organizzazione delle Nazioni Unite ha indicato 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile, articolati a loro volta in 169 traguardi cui tutti i Paesi si impegnano a raggiungere entro il 2030. In particolare, gli obiettivi da noi selezionati sono l’obiettivo 13 agire per il clima, l’obiettivo 5 uguaglianza di genere, attraverso il quale è stato possibile sviluppare un percorso su genere e parità di genere. Infine l’ultimo obiettivo che abbiamo selezionato è l’obiettivo 10 ossia ridurre le diseguaglianze attenzionando fenomeni come il razzismo e le discriminazioni che sono sempre presenti nei vari Paesi europei e non”.

Tutti questi percorsi hanno avvio all’ingresso del centro e proseguono in tutta la struttura avendo come fine l’empowerment dei singoli individui, in particolare, nei giovani. Collegare l’educazione non formale alle nuove tecnologie: è così che il Ceipes ha voluto puntare sulla realtà virtuale nonché sulle altre implementazioni tecnologiche che possano unire esperienze tattili, visive e olfattive: “Il percorso espositivo confluirà nella sala MADE, all’interno si potranno trovare sia dei pannelli grafici vettoriali, relativi alle tre tematiche interfacciando con diversi strumenti tecnologici – ricorda Vivirito -. In particolare, ci saranno i visori VR, che consentiranno di immaginare negli scenari a 360 gradi in linea con le tre tematiche MADE. Si potrà interagire con strumenti analogici sviluppati attraverso il kit arduino che darà stimolazioni sensoriali, quindi uditive ma anche visive e ci sarà anche la connessione tra suoni e immagini. Ci saranno ampolle odorose e stimolazioni tattili,” termina Vivirito.

L’organizzazione precisa inoltre l’attenzione ai soggetti con diverse disabilità e la adattabilità degli spazi in base alle loro esigenze per essere inclusivi e permettere un dialogo tra tutte le diversità, nessuna esclusa.

I progetti futuri

Soddisfatto ed emozionato Musa Kirkar, presidente del Ceipes: “La nostra programmazione è di lunga durata, come organizzazione facciamo molti workshop, seminari ma anche corsi rivolti agli adulti – dichiara Kirkar –. L’intenzione è di diventare un centro di educazione permanente, la nostra esperienza nasce dalla lunga espserienza maturata in ambito internazionale basata sull’attenzione alle cosiddette soft skills”. 

Un multiculturalismo presente che necessita di poter essere potenziato e reso più presente anche attraverso la presenza del Ceipes: “Un quartiere come l’Uditore ha una presenza cospicua di persone di origine migrante. Il nostro compito è quello di rendere visibile la loro presenza. Che in questo quartiere è strategica. Siamo aperti a tutti perché crediamo nel lavoro di rete con le varie associazioni presenti nel territorio e nel supporto reciproco, ognuno nella propria area di intervento”, conclude Kirkar.

spot_img

Leggi anche

spot_img
spot_img

Ultime notizie

spot_img

Twitter

spot_img