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martedì, 4 Marzo 2025
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Il Ghana apre le porte: storie di volontariato a Palermo

Martin Baah, ghanese originario della città di Kumasi, racconta l'esperienza della propria comunità in merito al dialogo sociale con il territorio palermitano tra solidarietà e alterità

Stefano Edward Puvanendrarajah
Stefano Edward Puvanendrarajah
Laureato in Comunicazione Pubblica, d’impresa e pubblicità presso l’Università di Palermo e digital marketing specialist. Racconta le realtà associative che si occupano del sociale in Sicilia e la vita quotidiana delle comunità migranti siciliane, utilizzando i nuovi media
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PALERMO. Direttore della produzione del cacao in Ghana, per poi mettersi in gioco tramite le esperienze attive nel mondo del volontariato e dell’associazionismo in Italia tra due città metropolitane: Milano e Palermo. Martin Baah, presidente dell’Associazione Martin Luter Foundation, ripercorre la propria storia di vita tra spiritualità, alterità e solidarietà nel contesto palermitano.
A Palermo da circa 3 anni, racconta di aver sentito la necessità di fare qualcosa di concreto per gli altri alla luce della consapevolezza della presenza di numerose comunità migranti che sono, secondo la sua opinione, “troppo disperse e poco compatte in termini di unità”, cercando di fare un un trait d’union tra le diverse sensibilità in una prospettiva di “un noi aggregante” che ne possa far fuoriuscire in pieno le proprie potenzialità umane e valoriali.

L’aiuto ai più poveri nella pandemia

Martin Baah in dialogo con il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando

Con la pandemia del Covid-19, tanti soggetti in difficoltà, soprattutto gli invisibili che non possono giovare dei benefici e degli aiuti statali, hanno avuto la possibilità di essere aiutati da me tramite la donazione di viveri e beni di prima necessità, senza fare alcuna distinzione tra migranti e autoctoni e pensando solo all’azione solidale e fraterna”, ha riferito Martin.

Ed è da questa attività sociale che Martin ha sentito la necessità di coordinarsi con gli altri per poter creare una associazione per aiutare meglio le persone bisognose, tra cui anche i senzatetto, fornendo cibo e medicinali per poi essere progressivamente riconosciuti dalle istituzioni comunali per fare delle attività di volontariato riconosciute nel territorio.

A servizio di Palermo anche con la pulizia della città

Non abbiamo la possibilità di fornire risorse economiche alle istituzioni cittadine ma abbiamo con noi le nostre energie che vorremmo spendere per il bene comune della città – ha aggiunto Martin -, perché dopo tanti anni di permanenza in questa città ci sentiamo palermitani a tutti gli effetti e anche italiani, pertanto avevamo avviato il 19 settembre tramite il Comune e la Rap la attività di pulizia che auspichiamo possa essere estesa anche in altre attività di volontariato per dare una mano alla nostra città”.

L’aggregazione attraverso lo sport

Grande spazio è stato dato all’attenzione ai giovani con background migratorio che Martin riconosce come portatori di talenti che necessitano la piena valorizzazione tramite lo sport, in particolare del Calcio. “La nostra fondazione ha deciso di creare una squadra che si chiama Martin Luter Foundation Football Club, con la finalità di dare spazio ai giovani di origine migrante per far sì che lo sport possa fare da collante tra il tempo libero e lo studio evitando postumi negativi nella società in cui si vive”.

Per porre l’attenzione sull’assetto dialogante della sua realtà nel contesto calcistico Martin riferisce: “Domenica 26 abbiamo organizzato un torneo in cui ci saranno quasi 5 squadre, provvedendo all’invito e la partecipazione  di tutte le comunità e avendo allo stato attuale squadre costituite da persone di religione islamica, avventista e della comunità nigeriana. Vorremmo fare da apripista per essere più uniti possibili nelle nostre diversità”.

Le prospettive di impegno per il futuro

Pur essendo una realtà neocostituita, la presenza delle donne è maggiore a quella degli uomini”, tiene  a ribadire Martin.  “Le donne più grandi si avvalgono del nostro canale youtube per parlare dei loro vissuti ed esperienze che condividono con i giovani in una ottica di scambio intergenerazionale”, ha inoltre riferito. In una prospettiva di un dare – avere caratterizzato da una forte alterità che supera le diversità e crea un unicum nel suo genere, Martin riferisce che vorrebbe realizzare in futuro un luogo che possa effettuare dei corsi di inglese e francese tramite il prezioso aiuto dei volontari laureati in tali materie che possono dare le lezioni ai giovani in un approccio sempre più inclusivo e aperto.

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