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mercoledì, 5 Marzo 2025
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Borgo Molara, un giardino confiscato restituito alla città di Palermo

Nello spazio tante le iniziative da sviluppare, da percorsi esperienziali sull’ambiente a laboratori creativi con l’uso di materiali naturali e/o da riciclo

Benedetto Frontini
Benedetto Frontini
Perito elettronico, con una formazione in ingegneria elettronica. Ha lavorato nel mondo della televisione privata come tecnico e operatore. Nel 1984 l'approdo a TGS. Per il Giornale di Sicilia ha seguito il passaggio tecnologico. Dal luglio 2020 si dedica a tempo pieno alla famiglia e alla sua grande passione di videomaker, anche per "Il Mediterraneo 24"
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PALERMO. Cinquemila metri quadrati di area verde attrezzata, con giostre, piattaforme, e tante attività per bambini e ragazzi. Il Giardino di Borgo Molara, sito in via Molara n. 160, è sttao inaugurato nei giorni scorsi, in occasione dell’evento conclusivo del progetto “Have a Party Park for You – HAPPYsostenuto dal dipartimento per le Politiche della famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Il progetto, coordinato dall’associazione People Help the People, ha coinvolto bambini e ragazzi dai 4 ai 18 anni in numerose attività, quali percorsi esperienziali sull’ambiente, laboratori creativi che, attraverso l’uso di materiali naturali e/o da riciclo, hanno portato alla realizzazione di arredi ecologici, laboratori di orto didattico e orto sociale, per favorire il dialogo intergenerazionale, poi ancora laboratori di Libro-forum per incentivare l’approccio alla lettura e migliorare le capacità di ascolto e laboratori di scrittura creativa per stimolare l’immaginazione e migliorare le competenze.

Uno dei risultati più importanti e significativi – spiega Giuseppe Labita, presidente di People Help the People è stata la realizzazione di un Summer Camp gratuito, che ha coinvolto oltre 50 bambini e ragazzi dai 6 ai 18 anni che hanno anche contribuito a rendere il giardino un vero e proprio luogo di ritrovo all’interno del quartiere. Il Giardino di Borgo Molara, un bene confiscato che diventa bene comune – conclude Labita – è un luogo in cui tutti i cittadini avranno la possibilità di trascorrere qualche ora all’aria aperta, riscoprendo il piacere di prendersi cura della natura e di sé stessi”.

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