PALERMO. Intreccio di etnie ed integrazione. Sono questi i protagonisti che andranno in scena dal 3 all’11 luglio 2021 al Palazzo Riso del capoluogo siciliano. “Bengala a Palermo” non è un semplice spettacolo teatrale. È la bellezza di una società multiculturale e un progetto che valica un muro apparentemente insormontabile che è quello dell’inclusione e più specificamente l’accoglienza di una famiglia bengalese nello scenario palermitano. Due civiltà che non sono respingenti, bensì smussano le proprie divergenze per aderire alla perfezione.
“Bengala a Palermo” è una produzione teatrale di Daniela Morelli con la regia di Marco Carniti ed è stato pensato dalla direttrice del Teatro Biondo, Pamela Villoresi. È realizzato in collaborazione con il Progetto Amunì /Babel Crew.
Un vero e proprio inno a Palermo
Come ogni storia che si rispetti, c’è spazio per l’amore. I due innamorati sono la giovane bengalese Deeti e un puparo siciliano di nome Vito. Romeo e Giulietta dei nostri tempi. Una storia contrastata, estremamente discussa, ma che trova la sua forza in questa diversità etnica. Seppur questa caratteristica sia tangibile e lo scontro sembri inevitabile, i sentimenti amorosi rendono tutti uguali.
“È un vero e proprio inno a Palermo e alla cultura bengalese che, come altre civiltà del passato, scelsero la terra siciliana per far rifiorire la propria cultura senza dover cambiarla o adattarla alla cultura che la ospita, ma unendosi in uno scambio reciproco”, spiega il regista Marco Carniti, orgoglioso della rappresentazione teatrale che riempirà e illuminerà il palco dopo mesi di buio e silenzio a causa della pandemia.
Bengala a Palermo, “una festa e un progetto vincente”
“Bengala a Palermo” vuole essere una festa per il capoluogo siciliano e soprattutto per i suoi abitanti. “Non può che essere un progetto vittorioso. Vincere adesso è potersi riabbracciare, amare – aggiunge -. Inoltre, simboleggia un trionfo per questa forma d’arte che dopo innumerevoli restrizioni ‘come araba fenice risorge per creare la società di domani’”.
Con il Coronavirus abbiamo acquisito maggiori consapevolezze, una fra queste è che siamo tutti uguali di fronte ad una pandemia spesso letale e incontrollabile. Purtroppo i rapporti interpersonali sono stati profondamente compromessi dalle dinamiche imprevedibili di questo nemico invisibile ed è uno degli aspetti che i produttori vogliono sottolineare. È un messaggio forte che verrà trasmesso al pubblico finalmente in sala.
Nello spettacolo c’è la carta di Palermo sull’accoglienza dei migranti, i canti tradizionali bengalesi, la musica di Mario Incudine, il cricket.
Chi saranno gli attori in scena
In scena attori professionisti e no: Mario Incudine, Stefania Blandeburgo, Erika Urban, Luigi Tabita, Aurora Cimino, Priyanka Datta, Bandiougou Diawara, Alexsia Edman, Jean-Mathieu Marie, Salvatore Lupo, David Marzi e Giuseppe Provinzano.
Priyanka Datta, ragazza bengalese di 21 anni, è Deeti. È arrivata a Palermo nel 2014. Ormai è la sua seconda città dove ha studiato ed è cresciuta nonostante le mille difficoltà a cominciare dalla lingua diversa. Da un anno fa parte del progetto Amunì di Giuseppe Provinzano, ma è la prima volta che calca il palcoscenico da protagonista.
“Il messaggio che vorrei passasse attraverso questo spettacolo è che i ragazzi devono seguire i loro sogni – spiega Priyanka -. Sul palco affrontiamo anche il tema di un matrimonio combinato. Questo, però, nella maggior parte dei casi appartiene al passato, anche in Bangladesh. Ora, la nostra generazione sceglie da sé il proprio marito o la propria moglie. In Sicilia è avvenuta una cosa simile nell’ultimo secolo. Di Palermo amo l’accoglienza delle persone e la sua bellezza. La mia vita adesso è qui”.
Questa è una storia corale con personaggi diversi. La famiglia di commercianti bengalesi con la figlia ventenne Deeti, la nobildonna Bibì, un giovane puparo, un venditore ambulante africano, un’atletica ragazza siciliana. Ad abbracciare l’opera sarà la città di Palermo, i suoi riti e la sua patrona, santa Rosalia, in un tripudio di colori vivace e frizzante.
Alice Marchese