PALERMO. Dieci ragazzi under trentacinque accomunati dalla passione per la scrittura che dopo dieci anni di attività informale, sotto il lockdown, hanno deciso di diventare un’associazione. Così a gennaio 2021 nasce a Palermo l’associazione “Newbookclub community lab”, grazie anche all’aiuto dello sportello di Moltivolti. Il gruppo dei fondatori è composto da: Alessio Castiglione, Gaia Garofalo, Simone Napoli, Margherita Chinnici, Morena Famà, Nazareno Inzerillo, Alessio Gioacchino Capizzi, Alice Marchese, Miriam Guercio e Jiuliette Neil, un gruppo che si conosce e si frequenta dal 2012.
«Ci occupiamo di promuovere la scrittura e la lettura di comunità – racconta il presidente dell’associazione Alessio Castiglione – dove per comunità intendiamo un gruppo che ha interessi, ideali e obiettivi comuni, in pratica facciamo laboratori e progetti educativi e letterari aperti a tutti e intergenerazionali. Facciamo laboratori di Scrittura di Comunità, consistono in delle sessioni di scrittura itineranti nei principali quartieri di Palermo.
Il gruppo dei fondatori si è conosciuto nel 2012 grazie alla Comunità all’Acchiappasogni – continua – che consisteva nel coinvolgere ragazzi per farli diventare facilitatori, io sono stato chiamato per creare un’attività che potesse attrarre miei coetanei, e così ci siamo conosciuti per una passione comune, la scrittura e lettura. In questi dieci anni abbiamo fatto tantissime stagioni di scrittura, tutti con nomi diversi in base al contesto. La metodologia interna ai laboratori, consta di tre fasi, la prima fase è l’accoglienza e il lancio di stimoli di scrittura, con tre temi sempre diversi lanciati da persone diverse, che possono essere di ispirazione ma anche non seguiti alla lettera, sono degli stimoli per favorire il processo creativo. Poi c’è il momento della scrittura dove ogni partecipante si trova il suo posto, e in un’ora, in solitudine, scrive, quello che vuole, un racconto, una poesia, un flusso di coscienza, si è totalmente liberi di scegliere il proprio genere, forma e stile. La terza fase è la lettura dei testi prodotti, la restituzione, un momento di ascolto profondo delle emozioni altrui, la parte più importante dove si sviluppa il senso di comunità».
Nel momento di chiusura ci si da un altro appuntamento, ed è così da dieci anni, gli incontri sono all’incirca due volte al mese uno in presenza e uno a distanza. Di inverno e d’estate.
In questi anni hanno esplorato e scritto in diversi luoghi da una barca alla cala, alla Torre di San Nicolò, a piazza Verdi, piazza Pretoria a Brancaccio all’ex Mulino del Sale, al Teatro Atlante, alla Zisa, a Mondello in mezzo ai bagnanti, a Romagnolo, all’Università, solo per citarne alcuni. In media sono circa trenta partecipanti ad incontro, con un turn over costante. I tesserati all’associazione sono ottanta.
Da quando sono diventati associazione hanno fatto un passo in avanti sul fronte della partecipazione ai bandi. «Oltre ai bandi – continua Alessio – abbiamo avviato nuove collaborazioni, l’estate scorsa abbiamo realizzato un campo estivo con il Parco della Salute e il Comune di Palermo».
«Lo sportello di Moltivolti ci ha aiutato ad aprire l’associazione – sottolinea – ci siamo confrontati su delle tematiche ostiche per chi non conosce il linguaggio dell’associazionismo, ci hanno sostenuto nella parte burocratica e di documentazione, abbiamo partecipato ad un’esperienza formativa, ci hanno messo a disposizione la loro esperienza e consulenza gratuita che ci ha aiutato e facilitato nella costituzione dell’associazione, abbiamo anche lanciato una raccolta fondi e abbiamo raccolto 600 euro che ci hanno permesso di fare i primi passi».
Lo sportello di Moltivolti è reso possibile grazie al progetto “Moltivolti community” sostenuto da Fondazione con il Sud e dalla Fondazione Peppino Vismara, è sempre aperto e disponibile ad accogliere richieste per consulenze, orientamento e iniziative di altri gruppi che vogliono diventare associazione, per informazioni è possibile scrivere a sportello@moltivolti.org.
La scrittura è uno strumento importante per questi ragazzi «mi ha permesso di capire me e gli altri – conclude – tramite questo strumento ho capito il potere e il valore della scrittura, di saper ascoltare e di saper raccontare e soprattutto l’importanza di astenersi dal giudizio. La scrittura non è solo grammatica ma è uno strumento con il quale esprimersi, uno strumento catartico che permette di creare comunità».