PALERMO. La cooperativa che gestisce uno dei primissimi beni sequestrato alla mafia da Giovanni Falcone si è costituita nel 2019 e in tre anni (con una pandemia mondiale di mezzo) è riuscita a diventare un modello esportabile in altre realtà, non soltanto beni confiscati, ma anche in quelli definiti “beni comuni”. Di questo si parlerà mercoledì 29 giugno proprio a Verbumcaudo, simbolo di “restanza”. Ma andiamo per gradi.
Verbumcaudo è un antico fondo agricolo nelle Madonie, nel cuore della Sicilia. Il bene, fino al 1983 di proprietà dei fratelli Greco, boss reggenti della famiglia di Ciaculli, è stato confiscato alla mafia grazie alle indagini del giudice Giovanni Falcone e poi acquisito dal patrimonio immobiliare della Regione Siciliana nel 2011. Dal 2019 è affidato ai soci della Cooperativa sociale Verbumcaudo, nata grazie alla determinazione del Consorzio Madonita per la Legalità e lo Sviluppo, espressione di 19 comuni delle Madonie. Un luogo di sviluppo, di crescita economica e sociale, di speranza per le vicine comunità, che si estende su una superficie di 150 ettari di terreno con vigneto, uliveto, cereali e parte di un antico baglio.
Attraverso un bando pubblico sono stati selezionati undici giovani (tra i venti e i quarantanni) del territorio interessati alla formazione professionale in ambito cooperativo. Dopo un periodo di formazione utile a costruire competenze solide e capacità progettuali, il gruppo di ragazzi e ragazze, guidati dal Confcooperative e altre cooperative associate, ha costituito la nuova Cooperativa Sociale Verbumcaudo, fatto che ha permesso non solo di creare sviluppo nel territorio, ma anche di fermare l’esodo di questi giovani che altrimenti avrebbero lasciato la Sicilia.
Sono riusciti a mettere in lavorazioni praticamente tutti i terreni e dal loro insediamento il loro paniere di prodotti cresce. Attualmente producono la salsa di pomodoro siccagno, il vino, l’olio, la pasta, i legumi e da poco anche il pomodoro secco di siccagno sott’olio. “Il nostro è diventato un modello – racconta Luca Li Vecchi, presidente della cooperativa – perché siamo stati sostenuti da tutto il territorio, attorno a questo bene si è formata una vera e propria comunità. Sin dal primo anno che siamo arrivati i primi finanziatori sono stati i contadini vicini, che si sono presi a cuore la nostra realtà e ci hanno aiutato con le lavorazioni e le sementi. Altro punto fondamentale è che noi qui produciamo ma non abbiamo la possibilità di trasformare, così a sostenere questi passaggi di filiera sono intervenute le aziende dei paesi limitrofi, così per il pomodoro ci aiuta La Rinascita, la cooperativa che a Valledolmo imbottiglia salsa, per la pasta ci supporta Bia. Siamo diventati un modello per questa ragione perché Verbumcaudo è l’anello di congiunzione tra le istituzioni e il privato sociale e non solo“.
Sono tantissime le attività che a breve partiranno e i nuovi progetti che dovrebbero partire: “Adesso è arrivato il momento in cui bisogna fare il salto – aggiunge Luca – innanzitutto vogliamo ampliare il settore educativo portando le scuole a conoscere la nostra realtà e poi vogliamo incrementare la promozione del territorio attraverso i prodotti. In questo momento i nostri prodotti sono distribuiti in pochi punti vendita, nel nostro punto vendita “Entroterra, emporio biologico Verbumcaudo” a Polizzi Generosa, a Palermo da Madonieat, poi abbiamo un punto a Catania, uno a Roma, ma la distribuzione deve essere più capillare“-
Nei 150 ettari di terreno c’è anche un uliveto secolare che, grazie ad un finanziamento di Fondazione con il Sud, i cooperanti stanno recuperando, hanno già fatto la seconda potatura e aspettano di fare la terza nei prossimi mesi. Un altro punto che sicuramente verrà sviluppato è il turismo rurale grazie al recupero della Masseria, di cui una parte sarà destinata a laboratori di trasformazione. Un luogo rinato grazie all’impegno di undici giovani del territorio pieni di entusiasmo, con energie e mole di progetti per il futuro sconfinati, proprio come sconfinati sono i campi di grano che gestiscono quotidianamente.