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martedì, 4 Marzo 2025
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Le idee di tre donne diventano start-up con la cooperazione euromediterranea

Dall'agricoltura rigenerativa a un'agricampeggio passando per l'apicoltura: ecco i progetti sostenuti dal Cesie attraverso InnovAgroWoMed

Caterina Ganci
Caterina Ganci
Giornalista pubblicista, laureata in Comunicazione pubblica, collaboro con diverse testate online. Amo il mare, il suo profumo e le sfaccettature dei suoi colori. Non penso che potrei vivere in un posto diverso dalla Sicilia! La nostra Isola è bella e ricca di cultura, storie, tradizioni e se è vero che “la bellezza salverà il mondo" io voglio continuare a cercare, osservare e raccontare le nostre meraviglie con la passione forza motrice necessaria per una giornalista
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PALERMO. Tre donne imprenditrici, resilienti, tenaci e con un denominatore comune la sostenibilità e il rispetto dell’ambiente.
Impegnate nel costruire percorsi imprenditoriali all’insegna dell’innovazione, Eleonora Chiri, Alice Quattrocchi e Irene Russo hanno trasformato la conoscenza in impresa: AgroMini, A’Naca – Agri Bike Camping, Nivura sono le loro start-up. Un percorso imprenditoriale, supportato dal Cesie, maturato grazie a InnovAgroWoMed. Il progetto di cooperazione euromediterranea co-finanziato dall’Unione Europea che intende rafforzare l’occupazione femminile e la capacità di fare impresa nel settore agroalimentare, un’industria strettamente collegata all’identità della regione mediterranea e con un significativo potenziale ancora non sfruttato in termini di innovazione e crescita e che ha visto coinvolte 140 donne di quattro paesi: Italia, Spagna, Tunisia e Palestina. 
Eleonora Chiri, microbiologa palermitana di 37 anni, è tornata dall’estero in Sicilia. Alice, 33 anni, è una psicologa di origine siciliane ma nata a Ivrea, mentre Irene è una quarantenne palermitana con la passione per le api. Anche qui c’è qualcosa che le accomuna: hanno scelto di investire tempo, denaro e sogni in Sicilia.

Con 15 anni di esperienza sul campo della microbiologia in Italia, Svizzera e Australia, Eleonora due anni fa torna a Palermo e si trasferisce a Casteldaccia lì fonda AgroMini. Un catalizzatore per l’agricoltura rigenerativa in Sicilia. “Tra Svizzera e Sicilia ho scelto la mia terra – commenta – perché il suo suolo è più a rischio desertificazione. Abbiamo iniziato un nuovo capitolo con la piccola startup di cui sono titolare. Ci occupiamo di formazione, consulenza e monitoraggio alla nuova generazione di agricoltori per riportare i suoli siciliani a uno stato di salute sano e per rigenerarli attraverso le pratiche di agricoltura rigenerativa. Nel parco delle Madonie in uno spazio di tre ettari abbiamo realizzato un centro espositivo ma anche di formazione. Il nostro suolo è la base di tutta la vita terrestre, ed è a rischio grave. Le Nazioni Unite – termina – stimano che ci restano solo 60 raccolti prima che la fertilità del suolo sia completamente esaurita, a causa di pratiche agricole dannose e insostenibili”.

A’Naca – Agri Bike Camping di Alice Quattrocchi si trova, invece, a Limina nella valle di Agrò, in provincia di Messina.

“Mi sono trasferita in Sicilia – racconta – per avviare uno stile di vita più sostenibile e il posto rispecchia le caratteristiche che cercavo. Ho smesso di fare la psicologa per aprire una strada a contatto con la natura. Sono sempre stata attratta dal benessere delle persone, probabilmente dovuto agli studi fatti. Così ho pensato di mettere insieme la cura della terra a quella della persona. Grazie a InnovAgroWoMed riusciremo a fare dei grossi passi avanti nella realizzazione del nostro progetto. Con la vincita del finanziamento si potrà avviare il sogno di realizzare un’agricampeggio dove daremo particolare attenzione alla sostenibilità ambientale, al contatto con la natura e all’accoglienza delle persone amanti delle escursioni a piedi e in bici. Unirà agri-turismo e ciclo-turismo arricchendo l’ospitalità rurale nella Valle D’Agrò con l’offerta di attività di trekking e biking e la vendita e consumo di prodotti agricoli di produzione propria. Orientandosi prevalentemente ad escursionisti, cicloturisti e amanti della natura, A’NACA vuole offrire un luogo di ristoro completo, combinando l’idea del confort con quella del turismo rurale. Un turismo etico, lento. Siamo partiti da zero, la struttura è in costruzione e stiamo attivando tutte le procedure burocratiche. Per la prossima stagione estiva saremo aperti. L’azienda è in trasformazione da agricola a bioturistica”.

Nivura fondata da Irene Russo è un’impresa di apicoltura innovativa e sostenibile che vuole salvaguardare la biodiversità attraverso la tutela dell’unicità dell’ape nera siciliana. Porterà innovazione in apicoltura, coniugando l’apicoltura urbana con l’apicoltura di precisione high-tech nel rispetto dei cicli naturali. Centrale è il recupero dell’ape nera siciliana (Apis mellifera sicula) una sottospecie a rischio estinzione che ha il suo areale naturale tra Palermo e Trapani.

“L’unicità dell’ape nera  – spiega – fa sì che sia una risorsa genetica unica da tutelare e allo stesso tempo ha la grande capacità di rigenerare la biodiversità attraverso l’impollinazione della flora endemica regionale. Grazie alle fioriture del nostro territorio, le api nere ci doneranno diverse varietà di miele. Questo tipo di ape riesce a volare in diversi periodi a differenza delle altre. Quindi, produce miele particolare come quello di nespolo in autunno e quello di mandarlo alla fine dell’inverno. ‘Nivura’ – aggiunge – si pone come un’alternativa etica e differente, che fa leva sulle peculiarità della flora e della fauna endemiche della Sicilia. L’offerta di prodotti (varietà di miele, polline e propoli) si collegherà inoltre alla proposta di attività formative e di consulenza aziendale associate ai piani ‘Adotta un alveare’. A un certo punto della mia vita – racconta – ho deciso di fare qualcosa di concreto per salvaguardare la natura. Fin da bambina sono stata un’appassionata di insetti e mi piaceva quando andavo in campagna con i miei. Così ho seguito un percorso formativo di apicoltura. Ho acquistato a marzo le diciotto famiglie di api sicule. Il mio prossimo obiettivo è quello di creare un laboratorio dove smielare, questo eviterebbe lo spostamento fino a Val D’Erice per eseguire l’operazione e permetterebbe la creazione di una rete. Un altro sogno che mi piacerebbe realizzare – termina – è la creazione di un apiario sociale didattico, all’interno del Sokult-Circolo della natura che si trova a Ciaculli”. 

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