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martedì, 4 Marzo 2025
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“Mano nella Mano” con le donne di Palermo. Non solo l’8 marzo

Giunge alla seconda edizione del Progetto del CIAI al via nei giorni scorsi: intende rispondere all’esigenza di inclusione sociale di donne e ragazze straniere - molte di loro rifugiate -, ai margini della società a causa di barriere linguistiche e socio-culturali

Serena Termini
Serena Termini
È nata il 5 marzo del’73 e ha tre figli. Dal 2005 è stata la corrispondente dell'agenzia di stampa nazionale Redattore Sociale con cui oggi collabora. Da sempre, ha avuto la passione per la lettura e la scrittura. Ha compiuto studi giuridici e sociologici che hanno affinato la sua competenza sociale, facendole scegliere di diventare una giornalista. Ciò che preferisce della sua professione è la possibilità di ascoltare la gente andando al di là delle prime apparenze: "fare giornalismo può diventare un esercizio di libertà solo se ti permettono di farlo".
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PALERMO – Parte “Mano nella Mano” al fianco di ragazze e donne straniere o rifugiate che necessitano protezione con o senza figli. Si tratta della seconda edizione del Progetto dell’Ente del Terzo Settore CIAI (Centro italiano aiuti all’infanzia) di Palermo che ha preso avvio pochi giorni fa.
“Mano nella Mano” è nato per rispondere all’esigenza di inclusione sociale di donne e ragazze straniere – molte di loro rifugiate – che, a causa di barriere linguistiche e socio-culturali, si tengono ai margini della società. 

Il progetto è rivolto a 60 donne residenti nella provincia di Palermo che necessitano di protezione: molte di loro sono madri, che quasi sempre non hanno un lavoro; tante sono vittime di tratta e qualcuna rientra nella categoria dei MSNA (Minori Stranieri Non Accompagnati).

“Sono donne che non hanno gli strumenti per poter godere dei loro diritti e accedere ai servizi socio-sanitari ed educativi – afferma Chiara Signore, coordinatrice dei programmi CIAI a Palermo – a causa di barriere linguistiche, socio-culturali e talvolta anche burocratiche”.

CIAI si è posto l’obiettivo di supportarle, lavorare insieme a loro per far emergere le loro potenzialità, accompagnandole nello sviluppo di strumenti che le conducano verso l’autonomia nella comunicazione orale, nella comprensione del contesto socio-culturale in cui si trovano, nell’orientamento e inserimento lavorativo e nell’accesso ai servizi territoriali.

In particolare, le donne vengono seguite attraverso laboratori di apprendimento della lingua italiana, con un approccio pratico ed esperienziale; attività di sensibilizzazione su questioni di salute (soprattutto quella riproduttiva), guidate da personale sanitario e nel rispetto della loro sensibilità e cultura; con l’accesso allo sportello di orientamento ai servizi territoriali dove potranno avere informazioni e indicazioni su questioni molto pratiche come la registrazione dei propri figli all’anagrafe, la richiesta della residenza. la scelta del pediatra, l’accesso ai sussidi e ai diversi bonus. Inoltre, l’accompagnamento avviene anche attraverso un supporto psicologico, servizi di tipo legale e percorsi di inserimento lavorativo. Considerato che molte di loro sono mamme è previsto anche un servizio di child care, per consentire loro di partecipare alle attività proposte.

“Prima di partire con questa nuova edizione del progetto – precisa Elisabeth Nicoletti che svolge il ruolo di facilitatrice di ‘Mano nella Mano’ – abbiamo analizzato con le associazioni con cui avevamo già lavorato e con diverse donne, quali erano realmente le esigenze più sentite e, quindi, quali aspetti approfondire e privilegiare, rispetto ad altri. In questo modo, possiamo offrire servizi sempre più pertinenti ed efficaci.”

“Mano nella Mano” è finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e sostenuto grazie alle donazioni di privati, aziende, fondazioni ed enti. L’ente capofila è il CIAI mentre il partner di progetto è l’Agenzia per il lavoro SEND. A collaborare sono pure l’associazione di volontariato Donne di Benin City Palermo e bibliofficina di quartiere Booq.

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