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mercoledì, 5 Marzo 2025
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Prevenzione e inclusione sociale: una proposta di legge sulle dipendenze patologiche

La proposta presentata da Sos Ballarò assieme al Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università di Palermo. Ne discuterà l'Intergruppo regionale sulle tossicodipendenze nell'adolescenza. Prevista la nascita di nuovi Serd, Drop In e unità mobili

Serena Termini
Serena Termini
È nata il 5 marzo del’73 e ha tre figli. Dal 2005 è stata la corrispondente dell'agenzia di stampa nazionale Redattore Sociale con cui oggi collabora. Da sempre, ha avuto la passione per la lettura e la scrittura. Ha compiuto studi giuridici e sociologici che hanno affinato la sua competenza sociale, facendole scegliere di diventare una giornalista. Ciò che preferisce della sua professione è la possibilità di ascoltare la gente andando al di là delle prime apparenze: "fare giornalismo può diventare un esercizio di libertà solo se ti permettono di farlo".
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PALERMO. Attivare in Sicilia un sistema integrato e diffuso che dia risposte concrete a chi vive  il dramma delle dipendenze patologiche. E’ questo l’obiettivo alto della proposta di legge che oggi presso il plesso Albanese (ex cinema Edison) il dipartimento di giurisprudenza insieme a SOS Ballarò ha presentato all’interno del seminario “La cura crea Indipendenza”. In Sicilia, nel corso degli anni, fondi, personale e servizi dedicati al trattamento delle dipendenze patologiche sono stati progressivamente ridotti, fino a divenire del tutto insufficienti. Ciò è accaduto perché manca una norma regionale che garantisca le prestazioni sociosanitarie.

Su impulso, allora, della rete SOS Ballarò insieme alla Casa di Giulio e altre realtà che lavorano sul territorio, un gruppo di docenti, studenti e studentesse del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Palermo ha stilato una bozza di disegno di legge regionale che istituisca in Sicilia un sistema integrato e diffuso di prevenzione e cura delle dipendenze patologiche.

Oggi, 30 maggio, giorno in cui Giulio Zavatteri avrebbe compiuto 20 anni, è in corso una giornata di riflessione, lavoro e performance artistiche a Ballarò che, oltre ad essere tra le principali piazze di spaccio e consumo è anche tra i laboratori di trasformazione sociale dal basso più attivi della città.

Tra le iniziative, ci sarà  una performance artistica, all’interno del ex-cinema e per le strade di Ballarò, ideata da studenti e studentesse dell’Accademia di Belle Arti e di Giurisprudenza. Si arriverà a piazza Casa Professa, luogo in cui la “Casa di Giulio” ha organizzato una festa sociale per celebrare i compleanno di Giulio e ricordare Diego, Noemi e tutti gli altri giovani che  sono rimasti vittime delle droghe.

“Dobbiamo interrogarci sulla nostra fragilità e sulla difficoltà a svolgere il ruolo genitoriale – afferma Francesco Zavatteri, il papà di Giulio – per potere crescere i nostri figli in modo equilibrato e in grado di integrarli nella complessità della vita quotidiana. Bisogna imparare a riconoscere di avere un problema per poterlo affrontare tutti insieme. Oggi siamo riuniti insieme perché dobbiamo dare una risposta ai giovani che pensano di riempire il vuoto interiore assumendo sostanze stupefacenti. La droga non è una terapia per l’anima, la droga è morte e chi la spaccia contribuisce ad arricchire la mafia. Il denaro, fatto sulla disgrazia di giovani e dei loro familiari che si sono trovati disarmati senza poterli salvare, puzza ed è maledetto. Giulio era un giovane straordinario che disegnava, dipingeva, parlava due lingue e componeva pezzi musicali. Oggi è il suo compleanno e oggi Giulio è il figlio, il fratello e l’amico di ognuno di noi. Mio figlio è morto a causa del crack e dell’eroina. All’età di 14 ha iniziato a manifestare il suo disagio. Nonostante le terapie ed i tentativi di aiutalo non siamo riusciti a recuperalo dal suo percorso di morte e di distruzione. Credo che solo insieme possiamo unirci ed impegnarci per affrontare questo fenomeno così devastante per tutta la società“. 

 “Sono un utente esperto nel supporto tra pari come peer specialist – continua Antonino Napoli dell’associazione TrinArt e attivista di SOS Ballarò -. Ho avuto, in passato, delle esperienze di vita che oggi mi permettono di impegnarmi per altri giovani. Ho lavorato nel camper dell’unità di strada per lo sportello di ascolto dell’Asp nel progetto In&out. Se siamo oggi qui a confrontarci è grazie a tutto il lavoro che è stato fatto nel tempo da Sos Ballarò. Il lavoro che sta facendo l’università, insieme al supporto e confronto di tutti noi, è davvero molto importante, considerato il vuoto normativo esistente. Penso che, su questo tema delle dipendenze, nel supporto tra pari, posso dare un contributo significativo affinchè il sistema di intervento possa migliorare“.

 “E’ una giornata di approfondimento, di riflessione ma anche di proposta e di memoria – afferma Alessandra Sciurba, delegata della terza missione del dipartimento di giurisprudenza-. Vogliamo richiamare alla responsabilità tutta la collettività. Sappiamo, purtroppo, che il consumo delle droghe sta cambiando il nostro territorio e la nostra vita quotidiana. Le dipendenze sono un fenomeno trasversale, una realtà che oggi ci deve portare necessariamente fuori da ogni stigma. Dobbiamo interrogarci profondamente su quello che ognuno può fare nelle diverse competenze. L’ateneo universitario nel dipartimento di giurisprudenza di Palermo ha deciso da che parte stare portando avanti quella che è la sua terza missione sociale“.

“Attraverso le riunioni con SOS Ballarò ci siamo resi conto che c’è un consumo di sostanze in notevole crescita – ha detto la docente Clelia Bartoli, coordinatrice del gruppo di lavoro della proposta di legge -. Nonostante le dipendenze di ogni tipo siano cresciute,  abbiamo scoperto che i servizi in Sicilia sono pochi perché manca una legge che riconosca i Lea (Livelli essenziali di assistenza). Questo ci ha spinto, come dipartimento di giurisprudenza, attraverso una rete di persone con diverse competenze, a lavorare al disegno di legge. La proposta si chiama “Dalla dipendenza alla interdipendenza” perché tutto nasce dall’interdipendenza tra più realtà che crea forza. Questa prima bozza di legge servirà a discutere con altri in chiave partecipativa. Nello specifico, esiste un Intergruppo regionale sulle tossicodipendenze nell’adolescenza a cui abbiamo presentato questo lavoro. Certamente, la proposta di legge non risolve tutti i problemi ma mira a creare un sistema integrato e diffuso di prevenzione, cura, riduzione del danno e reinserimento sociale delle persona. Ciò porterà alla nascita di nuovi Serd, comunità, Drop In e unità mobili. Si vuole, inoltre, creare una rete diffusa che, attraverso una sinergia orizzontale, possa dare ulteriori risposte promuovendo la figura del peer specialist, le attività di volontariato ed i gruppi di auto-mutuo-aiuto“.

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