PALERMO. Per la Giornata Nazionale dell’Albero, Terra Franca ha promosso a Palermo un evento all’insegna della conoscenza del proprio progetto sociale e della variegata realtà della permacultura.
Numerosi cittadini, curiosi, residenti, membri di associazioni già presenti sul territorio, si sono riuniti attorno a questo bene confiscato alla mafia, nella zona palermitana di Cruillas, sia per conoscerne le caratteristiche che per far emergere, anche simbolicamente, una riappropriazione locale di spazi pubblici che appartengono alla comunità.
Durante il tour itinerante di presentazione, c’è stato modo di conoscere le varie attività che si stanno portando avanti: “Dopo l’inizio della progettazione con altri partner e i numerosi interventi sul campo per rendere il terreno accessibile e fruibile, stiamo sviluppando numerose idee, tra cui quella di realizzare un anfiteatro per eventi sociali e musicali e, in prospettiva, anche un museo della stampa a caratteri mobili, che sarebbe unico nel suo genere”, afferma Marco Farina, responsabile dell’Associazione H.R.Y.O, realtà a cui il comune di Palermo ha affidato nel 2019 il bene confiscato.
“Il nome prende spunto da Franca Viola, la prima donna che rifiutò il cosiddetto matrimonio riparatore, e dunque simbolo di lotta civile, assieme ai nostri riferimenti storici come Peppino Impastato, Pio La Torre, Rita Borsellino e Danilo Dolci, soprattutto per il loro impegno nei movimenti nonviolenti e per le iniziative a favore del disarmo”, conclude Farina.
Terra Franca mira a diventare uno spazio polivalente rivolto a varie categorie sociali considerate fragili, ma anche a tutta la comunità e alla dimensione spirituale dell’essere umano attraverso il suo centro olistico immerso nella natura; non a caso è presente un apiario con diverse arnie, soprattutto per i possibili benefici che le api potrebbero avere sugli esseri umani, come quello di favorire uno stato di rilassamento generale attraverso il loro odore e il ronzìo.
La presenza di un laghetto artificiale è finalizzata proprio a garantire la presenza costante di acqua alle api e anche per l’equilibrio dell’ecosistema del territorio, così come la creazione di uno spazio apposito per la coltivazione di erbe aromatiche, mentre la compostiera da giardino permetterà di seguire una concimazione organica per rispettare i cicli naturali della terra nelle varie fasi.
“Sono previste, a breve, anche attività didattiche con plessi scolastici che rientrano pienamente in questo territorio”, afferma Gabriele Di Maio, insegnante di sostegno coinvolto nel progetto, che si occupa di sviluppo di reti di comunità. “E’ un luogo aperto all’interazione con reti sociali, alla contaminazione con realtà esistenti e da costruire, proprio per dare un forte valore educativo alle nostre azioni anche attraverso il coinvolgimento del quartiere e della circoscrizione”.
Organizzatori della Giornata, anche le associazioni Alive Permacultura, Coltivare Bio Naturale, Saturi di Natura (blog), il Centro per lo sviluppo della consapevolezza Thar do Ling, A Terraterra e Talea – Tutela degli alberi e dell’ambiente, mentre il Centro Muni Gyana di Palermo ha donato degli agrumi per un significativo momento di scambio degli alberi, avvenuto durante l’evento.
Il “Permacultura Palermo Meet-up” ha voluto riunire varie anime, soprattutto di Palermo e della Sicilia Occidentale, che si riconoscono nel variegato ed interessante mondo della permacultura, anche attraverso un workshop gratuito di introduzione alla stessa.
Nelle testimonianze avvenute durante la presentazione dei partecipanti, è emersa la comune voglia di collaborare per contribuire a realizzare un tessuto sociale più autentico e dalla dimensione più umana: “Promuovere uno stile di vita semplice e salutare”, afferma Guido, mentre Francesca, di professione naturopata, vorrebbe concretizzare i suoi studi nel settore inserendoli in pratiche sane, e così anche Totò, che si occupa di medicina olistica a Caltanissetta. Innocenzo, professore con numerose esperienze all’estero, ha parlato del suo trasferimento dalla città al piccolo centro di Gratteri, per provare “a valorizzare al meglio i prodotti locali recuperando l’importanza dei rapporti umani”, mentre Totò prova a farlo quotidianamente attraverso la sua attività di insegnante in un asilo nel bosco.
C’è chi, come Antonio, insegnante di Yoga, prova a coniugare spirito e stili pratici di vita che seguono l’etica della permacultura, e chi, come Beppe, ha cambiato stile di vita passando da ingegnere informatico a formatore, per provare a dare più spazio al “noi” che all’”io”.
Numerose le persone presenti, segno che l’esigenza di dare più spazio ad una dimensione comunitaria in cui l’essere umano si definisce e si completa è sempre più un comune sentire, e che Terra Franca si prospetta a diventare un punto di riferimento per le realtà vicine al mondo della permacultura, ma anche per la promozione di un agire sociale e locale propositivo e alternativo a quello delle asfittiche logiche mafiose.