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mercoledì, 5 Marzo 2025
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Troina, scacco alla mafia con il progetto “Legalità di razza”

Nel Parco dei Nebrodi, utilizzati territori confiscati e allevate razze d’asini in via d’estinzione. Pet therapy con bambini e bambine disabili

Gaia Garofalo
Gaia Garofalo
Classe '97, palermitana doc ma cittadina del mondo. Laureata in Educazione di Comunità, amo raccontare storie nell'ambito della promozione sociale e non solo
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TROINA. Se tutta la Sicilia fosse come Troina, nei pressi di Enna, forse non sarebbero così tanti i giovani che dal cielo e dal mare di questa isola decidono di dover andare via.
Si dice che un uomo non è mai finito se ha ancora una storia da raccontare, ma questa qui non è nemmeno troppo facile, anche se l’abbiamo già sentita tante volte e andava sempre nello stesso identico modo: senza un lieto fine. Questa volta però no.
Inizia tutto con Fabio Venezia, che, nel 2013, poco più che trentenne e fresco dal percorso universitario in filologia moderna e negli ambiti di ricerca accademica, viene eletto sindaco di Troina. La passione per la sua Sicilia non ha inizio con la politica bensì dalla sua carta d’identità e dai libri, da quegli aneddoti fantastici della storia culturale e socio-religiosa che appartengono alla sua terra. E per renderla fruttifera e dare una prospettiva a tanti giovani ha dato vita al progetto “Legalità di razza”.

Nell’apice dell’entusiasmo, proprio nello stesso anno della sua vittoria, si accorse di certe “stranezze” burocratiche che diventarono immediatamente una certezza inquietante. “Nel 2013 mi accorsi, da alcuni controlli, che il Comune di Troina era proprietario di circa 4.200 ettari di bosco nel Parco dei Nebrodi, ma alcune famiglie legate ai clan mafiosi, in mancanza di controlli, dichiaravano falsamente di essere in possesso di questi terreni con affitto, per poi incassare i fondi europei destinati a pascolo e seminativo – racconta il primo cittadino –. Si tratta di terreni che appartengono a Troina dal 1060, da quando, liberata dalla dominazione araba dai Normanni e proclamata ‘Prima Capitale della Contea di Sicilia’, Ruggero I ed in seguito re Guglielmo, in segno di riconoscenza, donarono ai monaci basiliani e alla comunità troinese il ricco patrimonio boschivo”.

Una “truffa milionaria”, denominata in seguito la “mafia dei pascoli”. Fabio Venezia alzò subito la sua voce contro la mafia, quel cancro che stava avidamente e golosamente invadendo il luogo che più amava.
Ispirato dall’uomo che era già, non si è fermato mai, neppure quando le minacce dei mafiosi cominciavano a palesarsi. Così, gli fu subito assegnata una scorta per poterlo tutelare. Danneggiamenti, atti d’intimidazione, colla nei lucchetti delle proprietà.
Anche gli affittuari perdevano la speranza, nonostante il denaro già versato. La mafia stava per arrivare al suo obiettivo prioritario: intimorire i troinesi e metterli in ginocchio. Fabio Venezia però, ancora una volta, non si arrende e gli viene in mente quella che in tanti hanno definito “una follia”. L’azienda agricola speciale silvo pastorale è un’azienda pubblica del Comune di Troina istituita nel 1963 per la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio boschivo. Oggi però costituisce anche la più grande azienda agricola pubblica d’Italia.

“Abbiamo avuto un forte sostegno istituzionale e una campagna di crowdfunding a supportarci a tutto tondo. Così è iniziato il progetto ‘Legalità di razza’ – racconta Venezia –. La scelta è stata doppiamente etica; non soltanto abbiamo utilizzato quei territori confiscati alla mafia, ma abbiamo iniziato ad allevare anche le razze d’asini in via d’estinzione. Le azioni sono state plurime: la produzione di prodotti cosmetici, una linea di trasformazione della carne e alcuni asini sono stati addestrati alla pet therapy con bambini e bambine disabili. Inoltre, sono stati avviati anche alcuni progetti a livello turistico per offrire un turismo etico”.

La legalità e la bellezza vanno ancora avanti, perché proprio a metà maggio 2022 torna la transumanza lungo le antiche trazzere. Ci si sposta, secondo un rito arcaico, dalle alture dei boschi fino a Troina e viceversa. È inserita nel più ampio programma “Terre rurali d’Europa” del patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO. Inoltre, sono tantissimi i ragazzi e le ragazze che aiutano l’azienda. Alcuni di questi, sono stati contrattualizzati e adesso lavorano a pieno titolo in una realtà così coraggiosa, che ce l’ha fatta.

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