PALERMO. Accogliere e accompagnare verso l’inclusione sociale e lavorativa le persone sole in forte stato di fragilità sociale, che, dopo avere completato la pena in carcere o la misura alternativa, non hanno un luogo dove vivere ed entrare in relazione con gli altri. E’ questo l’obiettivo del progetto”Ortis-l’Orto della Spazzina“, un presidio territoriale per la giustizia di comunità che prevede “interventi in favore delle persone in esecuzione penale e dei loro familiari, sostegno alle vittime e giustizia ripartiva”. Il progetto prevede la presa in carico di 30 beneficiari, che saranno individuati col supporto delle amministrazioni pubbliche coinvolte (DAP Sicilia, UIEPE Sicilia, CGM Sicilia, Dipartimento Regionale della famiglia e delle politiche Sociali della Regione Siciliana). Ortis è cofinanziata, infatti, da Cassa delle Ammende in attuazione dell’accordo stipulato con la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome per percorsi di inclusione sociale e/o di inserimento lavorativo rivolte a persone in esecuzione penale (GURS N. 7 del 19/02/2021, Parte I) e per una percentuale specifica anche dalla Regione.
L’Housing nasce in una palazzina indipendente di tre piani con alloggio arredato e corredato rivolto all’accoglienza delle persone detenute in stato di marginalità sociale ma in possesso dei requisiti per l’accesso alle misure alternative, al fine di favorirne il graduale reinserimento nel tessuto sociale. Complessivamente verranno resi disponibili 15 posti letto per 15 mesi.
La capofila dell’ATS è l’associazione “Un Nuovo Giorno ODV” che supporta, assiste e si occupa, a vario livello, di favorire l’inserimento lavorativo delle persone fragili, vulnerabili ed emarginate, ad alto rischio di discriminazione e di esclusione sociale. In particolare, l’associazione si occupa delle persone detenute, delle persone in uscita dai circuiti penali, in uscita dal circuito penitenziario, in esecuzione penale esterna o sottoposte a misure e sanzioni di comunità. L’attenzione è rivolta anche alle loro famiglie.
Gli altri partner del progetto sono “La linea della palma”, agenzia per il lavoro ed ente di formazione nata nel 2006 e fortemente radicata nel territorio che gestisce interventi volti all’inclusione socio-lavorativa di soggetti fragili (detenuti ed ex detenuti, donne vittime di violenza, minori che vivono situazioni di estrema povertà educativa); il C.I.R.P.E. (Centro Iniziative Ricerche e Programmazione Economica), ente di formazione nato 40 anni fa, opera in tutta la Sicilia e gestisce interventi OIF (Obbligo di Istruzione e Formazione) e di contrasto alla dispersione e all’abbandono scolastico; Quarto Tempo ASDC nasce a Palermo nel 2015 nella I Circoscrizione (nel pieno Centro Storico), dove nel tempo ha dato vita ad un centro di aggregazione e di promozione socio-culturale, che utilizza principalmente i linguaggi dello sport dell’arte e della cultura, per dare impulso alla comunità e favorire reti di sinergia e solidarietà; Le Ali della Libertà APS opera principalmente nel territorio di Palermo e della sua provincia con particolare attenzione all’area occidentale (Partinico, Favara, Terrasini); Life and Life, Organizzazione Umanitaria Internazionale con sede a Palermo.
Tra i primi partecipanti che entreranno nell’Housing, usufruendo dei suoi servizi, c’è Attour, palestinese di 56 anni, dal 2013 in Italia; oggi è in regime di semilibertà e gli manca una anno per il completamento della pena. “Dal mese di gennaio partecipo alle attività dell’associazione Un nuovo Giorno – racconta Attour -. Nel mio Paese ero un artigiano della ceramica e del marmo e, per adesso, sto facendo un”opera in gesso per partecipare ad una mostra. In particolare, nell’opera sto rappresentando le mani forti che aiutano le mani fragili. Ho fatto anche delle opere in cartapesta per la festa di carnevale. Nel progetto Ortis sono stato inserito nelle attività che favoriranno la mia autonomia di vita. Ho trascorso già 9 anni di carcere e a Palermo sono solo perché la mia famiglia è in Svezia. Sono molto grato a tutte le persone che mi stanno aiutando“.
A dare una mano alla piena attivazione dell’Housing è anche Giuseppe che al centro è in regime di affidamento come misura alternativa alla pena. “Da l 3 gennaio mi sto dando molto da fare – dice Giuseppe -. In particolare, essendo bravo nelle opere in muratura, mi sono occupato di alcune parti che riguardavano l’Housing. Esco la mattina per andare al centro e alle 22 rientro in carcere. Per completare la pena mi manca un anno e mezzo. Sono sposato e ho tre bambini e, da quando lavoro come volontario nella sistemazione degli ambienti per l’Housing sto capendo tante cose. Sto scoprendo che aiutare il prossimo è molto importante. Appena ritornerò libero, se ci sarà bisogno, mi piacerebbe continuare a dare il mio contributo volontario all’associazione”.
“Grazie alla rete delle diverse realtà che abbiamo, siamo riusciti a trovare – aggiunge Antonella Macaluso, presidente dell’associazione Un Nuovo Giorno – un immobile autonomo che rispondesse alle finalità precise del progetto di Housing. Si tratta di una piccola palazzina a tre piani: al pianterreno abbiamo la cucina e la zona ricreativa mentre negli altri due piani i diversi posti letto in comune e con due camere singole per necessità specifiche. Le persone che accoglieremo hanno dei buoni spesa e inizieranno a convivere in autogestione con la nostra periodica supervisione da coordinatori del progetto. Ospiteremo complessivamente 15 persone con fragilità, tutte provenienti dal circuito penale. Già dalla prossima settimana avremo il primo inserimento a cui si aggiungeranno poi altre 7 persone. Si tratta prevalentemente di persone migranti che sono tutte sole senza alcun punto di riferimento. A loro si aggiunge pure qualche italiano“. “Chi vive nella realtà carceraria, nella maggior parte dei casi, ha delle fragilità. A queste, poi si aggiunge il fatto che, una volta acquisita la libertà, alcuni sono completamente soli ed emarginati perché considerati ex detenuti. L’intenzione è quella di creare una comunità accogliente che aiuteremo ad avere un futuro di vita diverso. Il progetto è una goccia in un oceano e ci auguriamo che realtà come queste si possano moltiplicare perché c’è davvero tanto bisogno“.