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martedì, 4 Marzo 2025
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Una scuola bengalese nel quartiere Noce

L’iniziativa promossa da giovani italobengalesi e palermitani è finalizzata alla valorizzazione della cultura e della lingua bengalese tra le terze generazioni palermitane presenti nel quartiere

Stefano Edward Puvanendrarajah
Stefano Edward Puvanendrarajah
Laureato in Comunicazione Pubblica, d’impresa e pubblicità presso l’Università di Palermo e digital marketing specialist. Racconta le realtà associative che si occupano del sociale in Sicilia e la vita quotidiana delle comunità migranti siciliane, utilizzando i nuovi media
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PALERMO. Una scuola bengalese in uno dei quartieri più multiculturali della città, il quartiere Noce. È questa l’iniziativa sociale che è stata promossa e portata avanti grazie al lavoro di rete svolto da alcuni giovani italobengalesi e palermitani autoctoni implementato in un gruppo informale di volontari che ha dialogato con le realtà associative ed istituzionali per rendere ciò che era un sogno in realtà a disposizione di tutto il territorio.

Il Sogno di Shaidul: una scuola bengalese a Palermo

L’idea della scuola è un sogno che avevo sin da quando ero piccolo e andavo a studiare a casa di una maestra insieme a fratello ed altri nostri amici – riferisce con emozione Shaidul Abdul, neolaureato in scienze dell’amministrazione e coordinatore del gruppo informale che si è fatto promotore di questa iniziativa sociale –. C’erano bambini che non potevano permettersi di essere seguiti da una maestra e di pagare mensilmente una quota di circa 30/40 euro. Abbiamo dunque risposto a una esigenza, venendo incontro a questi bambini che provengono da contesti economico familiari delicati. Il fine è quello di dare ai bambini della terza generazione la possibilità di non perdere le proprie radici, la propria lingua e cultura, ricordando che la valorizzazione della identità linguistico-culturale bengalese è stata, dal punto di vista storico, conquistata attraverso la resistenza dei giovani bengalesi nel ’52”.

Il ruolo dell’associazione ‘a Strummula e dei partner istituzionali

Salvo Massa, presidente dell’associazione ‘a Strummula, ripercorre con emozione le tappe che hanno condotto alla nascita del gruppo informale per la realizzazione dell’iniziativa di cittadinanza attiva di creazione di una scuola di lingua bengalese, in seno all’azione “Volontariamente per la scuola ed il quartiere” nell’ambito del progetto di azioni integrate PEC (Poli Educanti in Condivisione), promosso da ‘a Strummula e sostenuto dall’Impresa sociale “Con i Bambini” attraverso il fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. All’evento di laurea di Shaidul, Salvo Altadonna ha raccolto il desiderio di questa comunità di dar vita ad una scuola di bengalese nel quartiere e, in qualità di soggetto aderente al progetto PEC come Circoscrizione, ha saputo interconnettere questo bisogno con le azioni poste in essere tramite PEC, racconta Massa.
‘A Strummula ha facilitato il gruppo informale nella progettazione e implementazione dell’idea progettuale.
Tra i partner coinvolti in questa iniziativa, le scuole Manzoni-Impastato, Capuana, De Amicis e Antonio Ugo, la parrocchia Sacro Cuore di Gesù, che ospita nei locali attigui le lezioni, e l’associazione Cordapazza. Massa continua ricordando il valore del dialogo tra le diversità quale punto di forza in un quartiere in cui convivono diverse culture ed etnie, come quello della Noce: “La pluralità arricchisce, ed è su questo che abbiamo ragionato come associazione, come rete territoriale e comunità educante, in riferimento al progetto della scuola bengalese. L’iniziativa sta permettendo ai residenti del quartiere di conoscere la cultura e la lingua bengalese, che è la sesta più parlata al mondo. Il nostro auspicio è che nel tempo possano partecipare sempre piu bambini palermitani“, conclude Massa.

L’accoglienza delle famiglie e del quartiere

I genitori sono molto emozionati e soddisfatti del lavoro che si è fatto per realizzare questa scuola: emozionati perché appunto hanno visto finalmente tutti i bambini di questo quartiere riunirsi in un unico luogo, in un’unica scuola e ricevere soprattutto una formazione totalmente gratuita. Ciò li ha fatti emozionare tanto – riferisce Abdul-. Questa scuola ha avuto una reazione positiva da parte del quartiere, il primo giorno c’erano molte mamme italiane che sono venute, con 5-6 bambini italiani che volevano partecipare a questa scuola. Si sono iscritti. Abbiamo avuto una reazione veramente molto positiva”, conclude Abdul.

I giorni di apertura della scuola bengalese alla Noce

La scuola è aperta il mercoledì e il sabato: il mercoledì pomeriggio dalle 5 alle 6.30 e il sabato dalle 10 alle 12.30, dal momento che non c’è la scuola italiana – dice Abdul –. Sono 4 ore complessive a settimana, attualmente abbiamo svolto la festa dell’indipendenza del Bangladesh e vorremmo organizzare la cena di fine Ramadan. L’ambasciata bengalese ci sta aiutando nel supporto del materiale didattico e abbiamo riscontrato una collaborazione molto proficua – continua Abdul ricordando le prossime tappe per rendere stabile questa realtà scolastica nel tempo -. Abbiamo l’obiettivo di far ripartire un progetto a lungo termine che va da giugno per estendersi a un anno o due anni. Verso metà maggio ci sarà l’evento di conclusione in cui stiamo pensando di far cantare l’inno bengalese ai bambini bengalesi e non. Anche ai bambini italiani che frequentano questa scuola”.

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