PALERMO. I servizi sanitari di prima emergenza non sono ancora pronti in Sicilia ad accogliere adeguatamente le persone con disabilità psicofisica grave che arrivano nei pronto soccorso e negli ospedali. A dirlo è Rossella Proietti, presidente dell’Avofid (Associazione Volontari Famiglie Disabili) che, da 25 anni, lotta in prima linea per garantire i diritti a tutte le persone con disabilità psicofisica grave.
L’associazione, negli anni, ha aperto un centro diurno che offre alle persone con disabilità la possibilità di svolgere tante attività. Da circa 3 anni ha attivato pure una comunità residenziale h24 dedicata al “Dopo di noi” per 10 disabili psicofisici gravi e gravissimi, di età compresa da 20 a 60 anni.
“Mia figlia si trova benissimo perché si sente a casa sua – racconta Caterina Cipriano mamma di Maria Letizia che ha 20 anni -. Maria Letizia impara tante cose e socializza con gli altri. Partecipando spesso alla vita del centro posso dire che gli operatori sono bravi e affettuosi. Il problema forte resta, purtroppo, la difficoltà enorme a potere accedere ai vari servizi sanitari pubblici. Recentemente, portando mia figlia in ospedale per una crisi epilettica, pure per un prelievo è stato necessario il supporto di almeno quattro persone”.
“Per fare questo lavoro occorre avere necessariamente una marcia in più – racconta Paola Dentici, operatrice Osa -. L’impatto con la sanità, già complesso con l’adulto normodotato, diventa ancora più problematico per chi ha una disbilità psicofisica grave”. “Le persone che accogliamo hanno bisogno anche di affetto – dice Carmen Lucia, operatrice responsabile della struttura da sette anni -. Cerchiamo di renderli più autonomi possibili nello svolgimento di parecchie attività facendo sviluppare pure la capacità di aiutarsi a vicenda. Il vero problema resta quando devono fare esami sanitari perchè in ospedale il personale non risulta preparato nell’approccio con un disabile grave”.
“Da anni mi batto per i diritti dei disabili gravi che ancora non riescono ad avere servizi adeguati – sottolinea Rossella Proietti presidente di Avofid e mamma di un giovane con dissabilità -. Accogliamo la persona con disabilità rispondendo ai tanti bisogni per il “Dopo di noi” e “Durante di noi”. Purtroppo, però, i disabili sono ancora invisibili. Se il disabile si sente male chiamiamo il 118 e poi, incrociamo le dita affinchè gli interventi siano tempestivi prima che sia troppo tardi. Se il personale sanitario non è formato e non riesce a capire in tempo un problema il disabile può arrivare pure alla morte. La mancata risposta sanitaria diventa una violazione grave del diritto alla salute. Non chiediamo una corsia preferenziale ma un equipe di sanitari che sappiano intervenire in maniera adeguata”.
AVOFID inizia la sua attività nel 1998 come associazione di volontariato per un gruppo di genitori di giovani con disabilità. Nell’agosto del 2019 si trasforma in cooperativa ad indirizzo socio-assistenziale per persone con disabilità. Oggi ha il centro diurno Villa Doroty a Villagrazia di Palermo e una comunità alloggio redidenziale a Bonagia.