PALERMO. È giusto imporre codici, immaginari, linguaggi? Esiste un solo modo di essere spettatori? Esiste un solo modo di guardare il teatro? Queste sono alcune delle domande da cui è partito il progetto Diverse Visioni, un progetto di spettatorialità aumentata, ideato dall’associazione Culturale BLITZ ed attivo a Palermo dal 2017. Diverse Visioni parte dal teatro come strumento per problematizzare le questioni dell’accessibilità culturale e del confronto interculturale, e si pone nella prospettiva di spettatori comunemente classificati non standard per lingua, cultura o storia personale.
“Per quanto ci sforziamo di credere di vivere in un mondo inclusivo, soprattutto in ambito culturale, esistono intere categorie di persone che vengono costantemente escluse e invisibilizzate per ragioni sociali, economiche, o culturali”, spiegano i promotori.
Il progetto inizialmente si è rivolto a persone con recente passato di migrazione o con back-ground migratorio, per estendersi a raggiera verso ogni periferia reale o implicita del contesto multiculturale di Palermo. L’originalità del metodo consiste nel porre la visione condivisa di uno spettacolo – l’invito a teatro- al centro del processo. L’invito a teatro non è un’attività proposta episodicamente, ma un’azione strutturata che vuole ripensare il teatro come spazio di confronto e di riflessività sociale. A partire da, e attorno al, fatto artistico, i diversi punti di vista vengono letteralmente “messi in discussione”. Si attiva così un percorso di maieutica reciproca in cui ci si allena a pensare collettivamente e lo spazio degli incontri e delle discussioni diventa spazio di gratuità che si insedia nei quartieri, contro- luogo dove le persone possono ancora incontrarsi per discutere come comunità.
Quest’anno il progetto Diverse Visioni ha avuto come sottotitolo Derive, ed è stato composto da un circuito di pratiche idealmente collegate tra loro, disposte e pre-disposte per decentrarsi, rischiare di incontrarsi, rischiare di perdersi. Tre gruppi di visione hanno coinvolto più di 34 spettatori, tra donne, bambini e over 60 del quartiere Noce di Palermo, assistito a 9 spettacoli teatrali, incontrato 5 diversi spazi culturali della città. Andare a teatro è anche un modo di riappropriarsi della città, guardandola controcorrente, provando a sognarla di nuovo.
La direzione artistica è di Margherita Ortolani, la direzione organizzativa di Vito Bartucca in collaborazione con Centro Diaconale La Noce, IC De Amicis- Da Vinci, Piccolo Teatro Patafisico, Spazio Franco, Teatro Biondo Stabile Palermo, Fondazione Teatro Massimo e con il sostegno dell’Otto per Mille della Chiesa Valdese.