PALERMO – Camminare per la dignità di tutti gli esseri umani ascoltando, sognando e agendo contro tutte le forme di sfruttamento delle persone. E’ stato il tema centrale della veglia laica e interreligiosa di Palermo collegata alla Giornata Mondiale di Preghiera e Riflessione contro la Tratta di Persone celebrata lo scorso 8 febbraio, giorno di Santa Giuseppina Bakhita, vittima della schiavitù. L’obiettivo è quello di creare maggiore consapevolezza sulla situazione globale di violenza e ingiustizia che colpisce ancora tante persone, che non hanno voce. Per questo è fondamentale, da un lato, ribadire la necessità di garantire diritti, libertà e dignità alle persone trafficate e ridotte in schiavitù e, dall’altro, denunciare sia le organizzazioni criminali sia coloro che usano e abusano della povertà e della vulnerabilità di queste persone per farne oggetti di piacere o fonti di guadagno.
La veglia di Palermo, organizzata dall’USMI (Unione delle Superiore Maggiori d’Italia) diocesana, è avvenuta in cattedrale lo scorso 17 febbraio. All’evento erano presenti alcuni rappresentanti della chiesa anglicana. Durante la celebrazione, è stato fatto un invito forte a sostegno della dignità delle persone partendo da quattro elementi della natura: terra, aria, fuoco e, acqua. A questi è stato aggiunto il metallo che richiama lo sfruttamento dei minori nelle miniere.
“Sappiamo che tutto è interconnesso e che lo sfruttamento delle persone non può essere affrontato senza una relazione rispettosa con tutto il creato – ha detto la giornalista paolina suor Fernanda Di Monte, conduttrice dell’evento -. Per questo abbiamo invitato a riflettere sulla realtà della tratta delle persone a partire da i cinque elementi della natura: terra, acqua, aria, fuoco e metallo”.
Il momento centrale della veglia è stato proprio quello delle offerte simboliche di fuoco, terra, acqua, aria e metallo. Ogni offerta è stata arricchita da una riflessione sulle sfide da portare avanti nel contesto della tratta di persone.
Il fuoco tremolante indica le prove infuocate della guerra e dei conflitti, in cui le vittime spesso affrontano orrori inimmaginabili, fino a morire in atti di deliberata violenza. La terra rappresenta le fondamenta delle nostre catene di approvvigionamento globali, affrontando le cause profonde della povertà che alimentano il traffico di esseri umani. L’acqua incarna le lotte della migrazione, mentre l’aria simboleggia l’impatto pervasivo del cambiamento climatico globale. Infine, il metallo parla dello sfruttamento insito nelle pratiche minerarie e lavorative, invitando a riflettere sul flusso della vita e sulla necessità di giustizia e compassione.
La tratta di esseri umani continua ad essere, purtroppo, una delle peggiori schiavitù del XXI secolo. Secondo l’Organizzazione internazionale del lavoro (Oil) e l’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (Unodc) circa 21 milioni di persone, spesso povere e vulnerabili, sono vittime di tratta a scopo di sfruttamento sessuale, lavoro forzato, espianto di organi, accattonaggio forzato, servitù domestica, matrimonio forzato, adozione illegale, maternità surrogata e altre forme di sfruttamento.