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lunedì, 10 Marzo 2025
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Antiracket, presidente antimafia Cracolici: “Il 10 gennaio sia la Giornata nazionale”

Un disegno di legge arriverà in Parlamento dopo il voto dell'Assemblea Regionale Siciliana. La data coincide con la denuncia fatta nel '91 dall'imprenditore Libero Grassi attraverso le pagine del Giornale di Sicilia

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PALERMO. Fare del 10 gennaio la giornata nazionale dell’antiracket: è la proposta del presidente della commissione Antimafia, all’Ars, Antonello Cracolici, approvata all’unanimità dai componenti della commissione, per tenere alta l’attenzione della cittadinanza sul racket delle estorsioni. Il disegno di legge (n.861) di cui è primo firmatario il presidente Cracolici, sarà inoltrato al Parlamento dopo il voto dell’Assemblea Regionale Siciliana.

La data del 10 gennaio coincide con la denuncia fatta dall’imprenditore Libero Grassi attraverso le pagine del Giornale di Sicilia contro le richieste di pizzo alla sua azienda da parte di un fantomatico “geometra Anzalone”. Un rifiuto, quello di Libero Grassi, che con coraggio nel 1991 ha rotto il clima di omertà attorno al pizzo, al punto da essere ucciso dalla mafia il 29 agosto dello stesso anno.

Il presidente Cracolici ha raccolto l’appello lanciato nei giorni scorsi da alcune associazioni antiracket che hanno sollecitato maggiore sensibilizzazione sul fenomeno.

Il presidente Antonello Cracolici

“Il racket delle estorsioni oltre a foraggiare le casse della mafia resta la spina dorsale del suo sistema di controllo del territorioha detto Cracolici un tema pericolosamente sottovalutato, alla luce dei dati che oggi mostrano come la mafia abbia cambiato pelle, senza tuttavia essere ancora sconfitta. Le richieste di pizzo si presentano sinuosamente ‘più accettabili’  e si registrano persino casi di imprenditori che cercano preventivamente il mafioso locale per mettersi sotto la sua ‘protezione’.”

“Una giornata nazionale è necessaria ha concluso il presidente della commissione Antimafianon solo per ricordare il coraggio di quanti come Libero Grassi si sono opposti al racket, ma anche per dare un futuro all’economia legale della Sicilia.”

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