PALERMO – Assenza, quasi totale, in Sicilia dei servizi di presa in carico. Sono pochi e non in grado di rispondere ai bisogni di giovani e adulti che cadono nella dipendenza delle droghe. E’ quello che, sabato scorso è emerso dall’assemblea cittadina sull’emergenza crack, che si è svolta dentro Casa Ancora, con la partecipazione di un centinaio di persone. A cinque mesi dal corteo EMERGENZA CRACK, infatti, che ha visto la partecipazione di più di 60 realtà – tra enti, associazioni, parrocchie, cooperative e sindacati provenienti da tutte le parti di Palermo -, SOS Ballarò ha voluto fare il punto della situazione per capire il percorso fatto e le strade ancora da percorrere.
In questi mesi SOS Ballarò ha lavorato su vari fronti per sviluppare il tema delle dipendenze da sostanze stupefacenti in modo articolato, evitando che si riducesse soltanto ad un problema di semplice ordine pubblico o decoro urbano. A questo proposito, in questo periodo, sono stati avviati dialoghi con la prefettura, l’amministrazione comunale, l’ASP e l’università di Palermo che hanno portato a risultati significativi.
“C’è l’assenza, quasi totale – dice Massimo Castiglia componente di SOS Ballarò – dei servizi. In questo momento anche l’università si sta attivando per capire la situazione legislativa nei confronti di una materia che a livello regionale ancora non è regolamentata. Non c’è una legge che disciplina i servizi che supportano le persone ma anche le famiglie che vivono il problema da vicino. Si devono ancora percorrere parecchie strade perché non ci sono strutture pubbliche che fanno interventi di bassa, media ed alta soglia in grado di dare risposte concrete. Anche i Serd che sono le realtà a media soglia sono pochissimi e mancano pure le comunità ad alta soglia che si occupano della doppia diagnosi (tossicologica e psichiatrica). La Sicilia continua a spendere tanti soldi per i ricoveri fuori dall’Isola. Proprio per questo, riteniamo che, con il supporto dell’università e l’ausilio di tutte le nostre realtà, dobbiamo interpellare l’Assemblea Regionale Siciliana affinchè, prenda in considerazione una proposta legislativa proveniente dal basso”.
Intanto l’assessorato comunale alle Attività sociali si sta impegnando ad attivare un servizio mobile per i quartieri che verrà svolto da un camper per attività di prevenzione e supporto su strada in quattro quartieri della città.
“Il progetto che avrà la durata di un anno – continua Castiglia – è una risposta in emergenza al problema ma non una soluzione concreta al tema di chi vive il dramma della tossicodipendenza. Il camper sicuramente potrà intercettare le persone che hanno bisogno ma poi resterà il problema di dove garantire loro un percorso di accompagnamento“.
Tra le iniziative che sono portate avanti dal privato sociale, ci sarà la realizzazione della Casa di Giulio: un centro di prima accoglienza Drop In per giovani con dipendenze da droghe voluto dalla famiglia Zavatteri. “Ben venga la Casa di Giulio ma occorre, soprattutto, che la regione si attivi concretamente – aggiunge ancora -. Per questo, per il momento ci stiamo muovendo per coordinarci con altre realtà della Sicilia in modo da creare una vera e propria mobilitazione sociale sul fenomeno in modo da interloquire direttamente con i gruppi politici presenti all’Ars. Nel frattempo, sul tema il comune ha aperto un tavolo di confronto con le diverse realtà sociali e anche la prefettura ha aperto un tavolo interistituzionale per affrontare il problema a più livelli. Ci aspettiamo che, proprio all’interno di quest’ultimo, la regione inizi a fare concretamente la sua parte. Siamo soddisfatti che, finalmente, l’emergenza crack sia uscita fuori dalle mura dell’Albergheria e di Ballarò e che oggi ne inizino a parlare i giornali, la chiesa e pure le istituzioni. Aspettiamo, però, ancora impegni concreti che vadano in reale aiuto di tutte le persone che hanno bisogno“.