PALERMO. Prevenire e attivarsi, a vario livello, per fronteggiare il fenomeno delle dipendenze dalle sostanze e non solo. E’ l’obiettivo della Rete Regionale Diffusa sulle Dipendenze in Sicilia di cui fanno parte associazioni, realtà del Terzo Settore impegnate da anni sul tema e cittadinanza attiva.
Tra le prime richieste rivolte alla Regione c’è l’impegno ad attivarsi nella formazione per agire in chiave preventiva e attiva con i Peer Specialist. Al Comune di Palermo, si chiede, invece, di rendere concretamente operativa l’Unità mobile di strada che, in questo periodo estivo, potrebbe già aiutare parecchie persone. A raccontare l’impegno della Rete Regionale Diffusa sulle Dipendenze in Sicilia è Antonino Napoli, Peer Specialist e operatore di strada.
Quando è nata la Rete e che cosa si propone in Sicilia?
La Rete regionale è uno degli organi previsti nel disegno di legge sul tema che, recentemente è stato consegnato dall’arcivescovo Lorefice ai componenti dell’Intergruppo regionale dell’Assemblea Regionale Siciliana e alla Commissione regionale Antimafia. Si tratta di una rete aperta a tutti coloro che ne vogliono fare parte. Tra i compiti c’è quello di avviare delle ricerche ma, soprattutto, di verificare che tutto quello che sarà il nuovo sistema di cura per le dipendenze si sviluppi nel migliore dei modi in risposta ai bisogni concreti. La rete è stata presentata ufficialmente a Catania, lo scorso 22 luglio, in occasione di Trame di Quartiere.
Chi ne fa parte?
E’ una realtà aperta. Ne fanno parte sia realtà siciliane che operano a vario titolo sul tema ma anche cittadini attivi, docenti, operatori, familiari e pure realtà nazionali che vogliono collaborare a ricerche e studi specifici. Per esempio siamo già in contatto con la Rete Nazionale Riduzione del Danno.
Si tratta di prevenzione e di azione a tutto campo nel territorio siciliano?
Si punta sicuramente alla prevenzione capillare, alla cura di chi ha bisogno e, soprattutto, all’implementazione della cura esistente che, attualmente è carente per molti aspetti. L’implementazione della cura potrà avvenire a partire dal protagonismo attivo di tutte le persone che sono coinvolte direttamente dall’esperienza come familiari, amici, persone con un percorso di cura ed ex dipendenti da sostanze.
Tra le figure si vuole incrementare quella dell’utente esperto?
Sì, si tratta del Peer Specialist che, per la sua storia personale, può avere tutti gli strumenti formativi ed informativi per essere in grado di dare un contributo concreto e significativo alle persone che devono essere aiutate. Questa è una figura innovativa anche dal punto di vista nazionale; un facilitatore che può contribuire a raggiungere buoni risultati non soltanto sul piano delle dipendenze da sostanze ma anche per quanto riguarda quelle di azzardo e altre forme nuove dipendenze patologiche da tecnologie digitali e virtuali. Un altro supporto importante lo potranno dare anche i gruppi di mutuo-aiuto.
Alla Regione cosa chiedete?
Chiediamo di avviare il dibattito ed il confronto sulla proposta di legge all’interno dell’Assemblea. Abbiamo chiesto di partecipare come rete ai diversi passaggi di analisi e confronto che interesseranno l’iter parlamentare regionale.
Al Comune di Palermo fate un appello specifico per l’Unità di strada?
Sì, chiediamo a sindaco ed assessore competente di attivarsi concretamente per rendere operativa l’unità di strada. Quest’ultima, durante una conferenza stampa del comune, era stata data per attiva quando in realtà non era vero. La prima cosa che chiediamo è, quindi, che sul tema venga fatta una giusta e corretta informazione reale e verificabile. Inoltre, chiediamo la messa in campo, la calendarizzazione e la pianificazione previste di questo primo fondamentale servizio del progetto di Unità di strada. Ricordiamo che il periodo estivo è quello più a rischio per la popolazione dipendente dalle sostanze pesanti che la mafia vende nei nostri quartieri. Ci sono persone che vivono in strada in condizioni estremamente disagiate: soffrono spesso di disidratazione e cattiva nutrizione, alle quali si sommano gli effetti delle ondate di calore. Siamo realmente preoccupati per l’incolumità di questa categoria fragile ed emarginata della città soprattutto in un momento così delicato dell’estate. Speriamo che il Camper possa essere operativo al più presto. In centro ci è già capitato di soccorrere persone giovani e meno giovani che erano sotto l’effetto di sostanze pesanti. In questo momento manca un protocollo operativo di intervento in queste situazioni.