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sabato, 5 Aprile 2025
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Dipendenze a Palermo: prevenzione su 600 giovani

I risultati del progetto “Fuori dal giro” su azione e prevenzione sulle dipendenze da sostanze

Serena Termini
Serena Termini
È nata il 5 marzo del’73 e ha tre figli. Dal 2005 è stata la corrispondente dell'agenzia di stampa nazionale Redattore Sociale con cui oggi collabora. Da sempre, ha avuto la passione per la lettura e la scrittura. Ha compiuto studi giuridici e sociologici che hanno affinato la sua competenza sociale, facendole scegliere di diventare una giornalista. Ciò che preferisce della sua professione è la possibilità di ascoltare la gente andando al di là delle prime apparenze: "fare giornalismo può diventare un esercizio di libertà solo se ti permettono di farlo".
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PALERMO – Oltre 50 operatori hanno interagito con circa 600 giovani per attivare una maggiore prevenzione e riduzione dei rischi legati alle dipendenze da sostanze. 67 sono stati i soggetti istituzionali e non, coinvolti nelle diverse azioni. Il bilancio di nove mesi di attività è stato reso noto, questa mattina presso Casa San Francesco – Al Fresco Bistrot. “Fuori dal giro. Presidio mobile in rete per la prevenzione primaria delle dipendenze patologiche e dell’uso di droghe rivolto a minori e giovani della città di Palermo” è un progetto sostenuto dal Comune di Palermo in partenariato con Fondazione Don Calabria, Asp Palermo, Zen Insieme, Libera Palermo, Sol.co, Al Revés e Casa dei giovani.

Il camper di prevenzione primaria è stato attivo presso piazza Politeama per incontrare ragazzi dagli 11 ai 18 anni e promuovere iniziative di informazione e sensibilizzazione sul tema. L’età media dei ragazzi incontrati è di 16 anni. Il 68,97% di loro utilizza pc e smartphone per più di 5 ore al giorno. Il 36,21% dichiara di avere poche o nessuna regola fissata da parte dei genitori rispetto ai propri comportamenti. Infine ciò che appare evidente è che la valutazione del livello di soddisfazione percepito nel rapporto con i genitori non corrisponda al sostegno affettivo nel 44,83% dei giovani.

Sono stati effettuati laboratori e attività di sportello in 7 scuole coinvolgendo 2503 giovani . L’unità mobile è stata attiva tutti i venerdì notte dalle 20.00 alle 2.00 presso alcuni luoghi di ritrovo. La maggior parte dei giovani hanno una modalità di assunzione caratterizzata dal policonsumo di diverse sostanze stimolanti. Gli operatori rilevano l’assoluta incompetenza rispetto all’assunzione di mix di sostanze trovandosi a gestire stati di intossicazione psichica e/o fisica. 76 sono stati i giovani agganciatidi età media 22 anni (range da 16 a 33). 55 sono stati gli interventi psicosociali: 9 persone si sono rivolte allo psicologo, 4 all’assistente sociale, per 2 casi è intervenuto un infermiere e 9 giovani sono stati accompagnati ai servizi.

Per la riduzione del danno, gli psicologi, gli assistenti sociali, gli infermieri, i peer educator e i mediatori hanno effettuato 989 interventi volti ad agganciare le persone, 124 colloqui psicologici, 83 colloqui con assistenti sociali e 12 interventi con infermiere.

“Il servizio svolto dall’unità mobile è stato importantissimo – racconta Viviana Cutaia, psicologa e psicoterapeuta del camper per conto di Casa dei Giovani – per il ruolo di grande ascolto e accoglienza che ha avuto. Abbiamo incontrato giovani con gravi solitudini e stati di marginalità. Chiedono di essere ascoltati anche dentro le famiglie. Rileviamo come, spesso, in queste ci siano vite parallele dove l’uso delle sostanze non viene riconosciuto. Alle famiglie si chiede di provare ad avere uno sguardo che vada oltre le apparenze perchè loro chiedono visibilità affettiva.

“Il primo principio alla base del nostro lavoro è stato la promozione della prossimità – afferma Laura Pavia (psicoterapeuta, coordinatrice del ‘Progetto In-Rete’ dell’Opera don Calabria) – valorizzando la dimensione dell’esserci per costruire la relazione tra la persona, il gruppo e il sistema dei servizi. Il secondo quello di non farci guidare dai nostri bisogni e desideri, fondando l’intervento sul cambiamento positivo e sul lavoro con le persone senza giudicare o imporre scelte. Infine il terzo è stato quello di avere chiare le azioni necessarie per gli obiettivi di intervento dentro ogni microprogettazione”.

“L’obiettivo è quello di mettere in rete i diversi servizi – sottolinea Rosi Pennino, assessore alle politiche sociosanitarie del Comune di Palermo -. Oggi dobbiamo incentivare sempre di più presa in carico e possibilità di fuoriuscire dalla dipendenza dando anche speranza e opportunità per un futuro diverso. E’ importantissimo puntare sull’accoglienza residenzialità dei giovani. Al di là dell’accoglienza nelle comunità alloggio per minori e nelle comunità  per disagio psichico per gli adulti, dobbiamo fare di più. Bisogna realizzare, insieme alla regione, un modello di residenzialità dedicata per attivare i progetti individuali di fuoriuscita definita dalla dipendenza dalle sostanze”. 

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