PALERMO. Un ciclo di incontri che hanno visto una interazione tra due realtà europee (il mondo scolastico-accademico siciliano e quello polacco), con il fine di confrontarsi sui propri know-how e le modalità di azione nei territori in cui tali presidi scolastici operano al fine di promuovere la valorizzazione delle diversità e dell’inclusione sociale. È questa la finalità di questa iniziativa, suddivisa in due momenti ben distinti: incontri scolastici e accademici.
L’incontro con il plesso Scuola De Amicis – Da Vinci
La prima tappa, all’insegna della scoperta delle scuole palermitane e dei quartieri circostanti è stata quella organizzata al plesso De Amicis – Da Vinci. Una realtà che conta ben 1123 di alunni di scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado in un quartiere, come quello della Noce-Zisa, che conta ben 17 identità diverse che arricchiscono nella loro diversità la comunità scolastica. Ad accogliere il gruppo, è stata la dirigente scolastica Giovanna Genco, che ha accompagnato la delegazione a visitare gli spazi della scuola e presentare le tante attività che si sono svolte nel tempo, soprattutto nel contesto della pandemia.
Molta attenzione è stata data sul “lavoro di rete” che il plesso ha stabilito con le associazioni e realtà presenti sul territorio (di questo aspetto ne avevamo parlato in uno dei nostri articoli in riferimento ai Poli Educanti in condivisione), suscitando tra i presenti molta curiosità e domande in riferimento alla presenza degli alunni con background migratorio e sui Bisogni Educativi Speciali (BES).
“È stato un vero onore ricevere anche quest’anno alla De Amicis – Da Vinci la delegazione di 40 professionisti tra docenti e formatori, guidati dall’associazione culturale italo-polacca Europa Condivisa, ci siamo confrontati sulle buone pratiche di inclusione educativa – dichiara Genco -. Credo che la scuola sia uno strumento di coesione sociale e che abbia un fondamentale ruolo trasformativo sulla società e sulle persone”.
I colori dei Murales e l’impegno sociale della scuola Giuliana Saladino
L’attività è proseguita in una nuova tappa: l’arrivo nel quartiere San Giovanni Apostolo, conosciuto ai più come C.E.P. un miscuglio di colori vivaci ha estasiato i componenti della delegazione che hanno ammirato i tanti murales presenti dentro e fuori la scuola. Ad accoglierli nella scuola Giuliana Saladino, il preside Giusto Catania e il Console Onorario della Repubblica di Polonia, Davide Farina. Una volta entrati hanno trovato una sorpresa inaspettata: gli alunni, hanno infatti cantato l’inno nazionale della Polonia per poi addentrarsi nei canti tradizionali siciliani. Un modo per ricordare il come la musica, attraverso la scuola, possa essere simbolo di accoglienza e di fratellanza tra i popoli. L’incontro è proseguito con la presentazione delle attività interne con una sessione di domande e risposte in riferimento all’attenzione agli alunni con disabilità.
Soddisfatto il dirigente scolastico, Giusto Catania: “La nostra istituzione scolastica nel tempo ha investito moltissimo sul tema dell’intercultura, proprio perché nel quartiere non abbiamo presenza numerosa di comunità straniere, per questa ragione pensiamo che sia importantissimo il confronto con le altre realtà, con le altre culture e abbiamo accolto la presenza di questa delegazione di 40 docenti che vengono dalla Polonia e che si sono confrontati con i docenti della nostra scuola sul tema dell’inclusione…”.
Beata Kowalczyk, presidente dell’associazione Europa Condivisa Wspólna Europa, ha spiegato le motivazioni per le quali sono state scelte strategicamente queste due realtà: “Abbiamo deciso di incontrare le realtà scolastiche di questi due quartieri con l’obiettivo di costruire una interazione esperienziale nella quale i docenti, i dirigenti scolastici e gli operatori che lavorano in quei territori possano dare una testimonianza attiva del loro impegno sociale – dichiara Beata -. Due esperienze di inclusione che hanno restituito valore sociale ai partecipanti di entrambe le realtà, autoctone e polacche. L’Incontro. é stato voluto anche per far conoscere le attività di integrazione e l’inclusione polacchi che, essendo guidate dallo stesso spirito di buone pratiche educative potevano essere di spunto e riflessione per i colleghi in Sicilia”.