PALERMO. L’ultimo fiume della Conca d’Oro rimasto e con tutti i suoi affluenti attende di essere riqualificato a lungo termine. “Finora solo azioni brevi”, denuncia il Forum per il Contratto di Fiume e di Costa che da anni combatte con grande impegno e amore per la rinascita di questo prezioso bene d’acqua cercando soluzioni concrete con tutti gli Enti preposti per la riqualifica. Un tesoro che abbraccia i Comuni di Palermo, Altofonte, Monreale e Pioppo.
Quattro passeggiate recentemente hanno condotto circa 270 partecipanti in quattro aree interessate dal fiume e dai suoi affluenti: al Fiumelato di Meccini (Altofonte), al Torrente della Monara (Monreale), nella Valle dell’Oreto (Palermo) e alla Foce del Fiume (Palermo).
L’occasione è stata la “Giornata internazionale delle Zone umide” istituita nel 1997 dalla Convenzione di Ramsar. Un trattato internazionale firmato nel 1971 in Iran, che riconosce l’importanza delle zone umide per la biodiversità e la salute degli ecosistemi. Ad organizzarla nel palermitano è stato il Circolo Legambiente Mesogeo, d’intesa con il Forum per il Contratto di Fiume e di Costa, per un’iniziativa promossa da Preziose x Natura. Le associazioni che hanno aderito: Lipu Palermo, WWF Sicilia, ProLoco Altofonte, Auser Altofonte, BC Sicilia, Pioppo in Comune.
Il problema inquinamento
“L’interesse per l’Oreto arriva soprattutto dai cittadini“, raccontano i promotori del Forum. “Circa 270 partecipanti si sono chiesti perchè non facciamo qualcosa. Gli affluenti sono interessati da un forte inquinamento, soprattutto di plastica. Bisogna togliere poi le automobili, i frigoriferi, gli ingombranti riversati sul fiume. C’è un inquinamento batterico, di natura organica. Se lo lasciamo in pace, in un paio di anni, il fiume si rigenera. C’è la fognatura nell’area di Palermo interessata dal fiume. Con il Sacco edilizio degli anni ’50-60 che ha inferto una ferita profonda sulla città, parecchie nuove abitazioni costruite senza servizi in rete della fognatura hanno scaricato e continuano a scaricare in modo incontrollato e abusivo nel fiume Oreto attraverso dei canali di gronda. Per diversi anni alcuni frantoi di olive hanno avuto la brutta abitudine di utilizzare i ruscelli del fiume per pulirne le cisterne.”
Un corridoio ecologico, in parte salvaguardato, che collega il mare alla montagna, con un’ecosistema che va assolutamente tutelato
“La foce e la valle sono interessate da un’incredibile avifauna, in quella che almeno fino a sette anni era considerata una fogna cittadina”, continuano dal Forum. “Alla foce è possibile vedere cormorani, germani, gruccioni. Nella valle anche un’aquila minore e dei corvi imperiali. Vicino agli affluenti endemismi particolari per quanto riguarda la botanica come la carex panormitana, una pianta che vive sull’Oreto, in Sardegna e in nessun’altra parte del mondo. Alla foce si è creato un microclima, oltre l’avifauna, ci sono un sacco di canneti. Anche a livello acustico alla foce si attenua subito il suono del traffico.”
Il Manifesto per il Contratto di fiume e di costa dell’Oreto
“L’unico elemento che inquina l’Oreto, da Pioppo a Palermo, è l’utilizzo civile”, sottolineano i promotori del Forum. “Le Amministrazioni hanno sottoscritto con noi il Manifesto per il Contratto di fiume e di costa. Ora abbiamo creato una Segreteria tecnica formata da esperti, agronomi, geologi, architetti, tecnici dei Comuni, e rappresentanti delle associazioni del Forum, che potrà eleggere i documenti in via di lavorazione dai Tavoli tematici. In questo modo condivideremo un grande Piano di gestione di tutta la Valle dell’Oreto, che toccherà vari aspetti, da quello naturalistico a quello storico. Quest’ultimo dà maggior valore a questo prezioso corso d’acqua e alla sua Valle. Nell’area interessata dal fiume ci sono percorsi sentieristici abbandonati e una viabilità ferroviaria degli anni ’20, in disuso, che possono diventare piste ciclabili o percorsi da trekking; ci sono mulini, saie, cisterne, e c’è una piccola agricoltura di nicchia, che non è solo banano e mango nella parte di Palermo, ma susina, nespole, oliveto e cardo ‘vruricatu’ (interrato) negli altri Comuni.”
“Per cinque anni di fila, compreso il Covid – chiosano i promotori del Forum -, per la prima volta si parla in modo più continuativo e frequente dell’Oreto. Prima era completamente dimenticato. Palermo, come città di mare, non vede il mare, e con un fiume, che stiamo piano piano riscoprendo con questo Contratto, non vede il fiume in alcuni suoi tratti cittadini.”
Gli interventi in corso, e quelli in prospettiva
“Degli interventi in corso riguardano una fase esecutiva per la cura dell’asse fluviale, che dovrebbe partire a breve, ed è inserita nel piano di gestione. Dobbiamo vigilare su questo. Negli anni ’90 quando si decideva di pulire il fiume si mandavano le ruspe per radere tutto, si creava un deserto, un canalone di cemento, distruggendo la biodiversità interessata dal corso d’acqua”, continuano i promotori del Forum. “Un altro progetto riguarda il tratto di Costa, nella zona Sud di Palermo, che rientra in un Piano di risistemazione urbana, e prevede la sistemazione del tratto di Costa, più la piazza alle sue spalle, piazza Tumminello, fino a via Tiro a Segno. E c’è poi la grande sfida del PNRR, con degli interventi che interessano la Costa Sud, quindi la foce, e il litorale.”
“Le Amministrazioni dei Comuni? Sono tutte responsabili”, concludono dal Forum. “Il nostro Forum nasce dall’esigenza dei cittadini di ridare significato ecologico a questo bene prezioso. Mai nessuna amministrazione ha avuto una vera attenzione per l’Oreto. Iniziative a breve scadenza iniziate e finite poco tempo dopo.”