PALERMO. Da 1.700 a 6.800 euro. Un aumento del 300 per cento per il costo dell’energia elettrica, a parità di consumi, tra luglio 2021 e luglio 2022. Un aumento, legato al caro energia, che mette in difficoltà il Centro Padre Nostro, a Brancaccio. Che lancia l’allarme e chiede un aiuto alle istituzioni per potere continuare le proprie attività. Senza un intervento del settore pubblico, alcuni servizi sarebbero a rischio chiusura. Con conseguenti disagi per le persone assistite del quartiere.
“Come tante famiglie e tante imprese anche il mondo dell’associazionismo e del Terzo Settore si trova in difficoltà di fronte all’aumento dei costi dell’energia elettrica – spiega il vice presidente, Mimmo De Lisi -. Noi per accogliere i bambini, soprattutto d’inverno, abbiamo bisogno di accendere la luce e i riscaldamenti. Quindi, siamo costretti a fare una valutazione nella riduzione drastica dei servizi. Speriamo che lo Stato, la Regione e il Comune siano attenti verso il nostro settore come verso tutti gli altri“. “Chiudendo il Centro o alcuni dei suoi servizi muore Brancaccio”, è il monito di una delle persone assistite, Calogera Schirò.
In un quadro così difficile c’è anche una buona notizia. Il Centro Padre Nostro, grazie al finanziamento e al contributo sul campo della “GVM Care & Research”, di cui fa parte il Maria Eleonora Hospital di Palermo, ha presentato il progetto “Poliambulatorio di prossimità a Brancaccio” nei locali di via San Ciro 23 A/B/C/D, limitrofi al Centro Polivalente Sportivo “Padre Pino Puglisi e Padre Massimiliano Kolbe”. Già 29 anni fa, con l’arrivo a Brancaccio, don Puglisi, rendendosi conto delle reali condizioni in cui versava la gente del quartiere, era stato precursore della necessità di attivare un centro di servizi che andasse incontro alla gente che viveva ai margini della società. Da qui nacque il suo progetto: un polo parrocchiale con attorno tutti i servizi di prima necessità, tra cui quello della sanità di prossimità.