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mercoledì, 5 Marzo 2025
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Il Natale “cancellato” dall’Ue. Ecco che cosa ne pensano in Sicilia

Abbiamo chiesto un parere a persone comuni e ad alcuni religiosi sul documento diffuso dalla commissaria che reputa alcuni simboli cristiani "poco inclusivi"

Maria Stefania Causa
Maria Stefania Causa
Laureata presso l’Università degli studi di Palermo alla facoltà di Scienze Politiche, corso di studi Consulente giuridico e del lavoro, curriculum giuridico; frequenta il quinto anno della facoltà di Scienze della Formazione Primaria presso l’Università degli studi di Palermo. Appassionata di scrittura e fotografia
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PALERMO. Nei giorni scorsi è stata pubblicata dalla Commissione europea la direttiva “Union of Equality” che vieterebbe per esempio l’uso di nomi o riferimenti con connotazioni religiose quali “Maria”, “Giovanni”, “Buon Natale”, preferendo invece un “Buone feste” e l’uso di nomi e pronomi legati al soggetto, come “Signore e Signori”, “Mr” o “Mrs”. Tutto ciò allo scopo di mostrare le diversità delle varie culture europee e favorire maggiormente la natura inclusiva della Commissione. La pubblicazione di queste linee guida ha invece suscitato così forti polemiche tali da portare al ritiro delle stesse. Successivamente la Commissaria Helena Dalli ha dichiarato di voler revisionare il documento apportandone future modifiche.
Il Mediterraneo24 ha sentito diversi pareri a riguardo, intervistando persone comuni e alcuni religiosi.

“Credo che questo emendamento presenti un rischio doppio. Il primo, a carattere sociale, che riguarda ogni uomo. Nessuno può dirci cosa possiamo dire e cosa no, quindi a mio avviso sembra quasi una forma di dittatura nascosta, velata, e penso questo sia il problema principale – dice don Carlo Cianciabella – cappellano dell’ipm Malaspina”. “Il secondo rischio ci riguarda più da vicino, in riferimento alla questione del Natale; mi verrebbe da chiedere a questa signora ‘Che fastidio le dà il Cristianesimo?’. Perché il Natale è una festa cristiana. Specifica, è la nascita di nostro Signore, non può essere un’altra festa e non può essere nominata in un altro modo. Ripeto che fastidio dà il cristianesimo?”.

“Le nostre tradizioni, i nostri modi di fare riguardano la nostra vita, quindi noi utilizziamo termini quali signore, signora o buon Natale, o ancora utilizziamo vari aneddoti nella nostra quotidianità senza dare fastidio a nessuno – dice un intervistato -. Mi sembra giusto continuare a farlo anche se nel nostro Paese sono presenti altre religioni; ho sempre rispettato le tradizioni altrui nei vari luoghi dove sono andato e ritengo che nella nostra Italia o anche in altri Stati limitrofi, non ci siano e non debbano esserci problematiche del genere. Questo è il mio parere. Inoltre io ho un motto: ‘Vivi e lascia vivere’.”

“Ritengo che quanto deliberato dall’Unione Europea non sia una cosa giusta; è necessario rispettare le opinioni e le religioni altrui e anche le nostre devono essere rispettate e mantenute”, dice una intervistata. “Penso che le tradizioni siano molto importanti e che ognuno debba essere libero di professare la propria religione. Penso che imporre di evitare l’utilizzo di tali termini sia un ragionamento sbagliato – osserva una ragazza -; ognuno deve essere libero di poter dire «Buon Natale» o di utilizzare le parole che più ritiene opportune. Io non mi sono mai sentita disturbata da un’altra religione o cultura, e la cosa dev’essere reciproca”.

“Il mio parere riguardo a questo emendamento dell’Unione Europea non è positivo – afferma un ragazzo -, perché con il passare del tempo si vanno a perdere la cultura e le tradizioni che il nostro popolo ha mantenuto per tanti anni, quindi andare a togliere frasi come ‘Buon Natale’ non toglie alcun rispetto ad altre persone. Bisogna rispettare le tradizioni e le culture di ogni Paese”.

“È una cosa vergognosa; tutto ciò può essere soltanto sommerso da una risata – dice l’arcivescovo di Monreale, Mons. Michele Pennisi -. Questo che voleva essere un emendamento inclusivo ha invece escluso l’anima dell’Europa, ha escluso il Natale, i nomi ebraici e cristiani. Si è arrivati a questo punto per negare le radici cristiane, ma anche le radici ebraiche dell’Europa.È una vera vergogna e mi meraviglio di come una persona che ha proposto questo, possa sedere al Parlamento Europeo per rappresentare tutti i cittadini europei. Io personalmente non mi sento assolutamente rappresentato da queste persone”.

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