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martedì, 4 Marzo 2025
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Il Seoc 2024 a Catania: così le imprese sociali fanno rete e aumentano l’impatto

Il capoluogo etneo ha ospitato il Social enterprise open camp: circa 400 imprenditori sociali da tutto il mondo hanno partecipato a talk e workshop per sviluppare i loro progetti

Filippo Passantino
Filippo Passantino
Giornalista professionista, laureato in Comunicazione per enti pubblici e non profit all'Università La Sapienza di Roma. A servizio del progetto editoriale e sociale de "Il Mediterraneo 24"
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CATANIA. Un’occasione di crescita per le imprese sociali. Un’opportunità per i territori di crescere, grazie all’impatto sociale generato. Quest’anno, il Social Enterprise Open Camp (Seoc) si è svolto a Catania e ha portato nuova linfa ai circa 400 imprenditori sociali giunti da tutto il mondo. Linfa di idee, ma anche di relazioni. Quattro giorni tra talk e workshop che hanno alimentato progetti e nuovi suggerimenti per ridurre i costi e massimizzare l’impatto. Filo conduttore dell’iniziativa di quest’anno la ricerca di nuovi strumenti finanziari.

Il ripensamento nell’impact investing

L’industria finanziaria orientata a generare impatto sociale e ritorno economico radunata a Catania ha riflettuto sul ripensamento nell’impact investing: da Uli Grabenwarter – direttore degli investimenti in equity dell’European Investment Fund – che ha indicato la necessità di nuove formule a Felice Scalvini che sostiene la necessità di dar vita a un “capitale filantropico”. La via tracciata sembra prendere la direzione del programma Restart Italia, promosso del fondo impact Opes Italia Sicaf, che permette di fornire un sostegno e un rapido supporto all’universo produttivo del Terzo settore con un nuovo strumento finanziario, il “recoverable grant”, una donazione che può essere recuperata se si verificano certe condizioni o, nella dimensione dell’investimento, un prestito a tasso 0% con grande flessibilità nei tempi e modalità di restituzione da parte del beneficiario. Uno strumento che sembra superare gli ostacoli posti dalla rigidità dei bandi, che a volte snaturano i progetti delle imprese sociali, costrette a rimodellare i loro servizi per adeguarsi. Ostacoli evidenziati durante la tavola rotonda con le fondazioni filantropiche.

I workshop con “buone pratiche” da tutto il mondo

Gli imprenditori sociali al Seoc hanno potuto anche concretamente mettersi alla prova, ciascuno con le proprie competenze e capacità. Hanno lavorato, ad esempio, alla redazione di business model o alla comunicazione di una delle sette “buone pratiche” selezionate. Tra queste, Re_Esistente, ad esempio, vuole rifondare il modello dell’impresa di comunità investendo su infrastrutture abitative capaci di favorire l’insediamento di nuovi abitanti nell’area metropolitana bolognese. Kirion che vuole creare una piattaforma in grado di attrarre risorse migranti stem per dare sostanza agli approcci diversity & inclusion delle aziende. Oppure Liquid Therapy che propone un modello di terapia sportiva contro il disagio psichico attraverso il surf. E, ancora, Sustanza, che attraverso la ristorazione favorisce l’inclusione lavorativa di persone migranti o con vulnerabilità.

Una “scossa” per la Sicilia

L’edizione di quest’anno del Seoc è stata organizzata nel capoluogo etneo da Opes-Lcef in collaborazione con Isola.Catania. Un fatto molto importante per il territorio. Un grande meeting per le imprese sociali è arrivato nel cuore del Mediterraneo, portando idee, know how, testimonianze, riflessioni e networking in un’area geografica dove l’azione delle imprese sociali è fondamentale ma è poco sviluppata. Il territorio vive una carenza di sevizi che il privato sociale può sviluppare e fornire delle soluzioni a problemi che il pubblico non riesce ad affrontare. È così che il Seoc ha permesso di accendere nuove opportunità sotto le pendici del Vulcano, radunando imprenditori sociali da tutto il mondo. Per alcuni giorni la Sicilia e il Mediterraneo sono diventati il centro di un’azione sociale che può incentivare il cambiamento dei territori dell’Isola.

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