GANGI. “Basta poco per essere esclusi vero? Per esempio basta avere la pelle di un colore diverso. Vedere e sentire le cose in maniera diversa dagli altri. Tu sei alto e io sono basso. Tu sei chiaro e io sono scuro. Tu sei bello e io sono brutto. Tu sei onesto e io sono furbo. Parole. Parole e ancora parole. Ma insomma cosa volete che io sia? Io sono semplicemente quello che sono. E stasera ve lo voglio raccontare”.
Comincia così “Il suono oltre le barriere”, lo spettacolo che lo scorso 2 agosto, in Piazza del Popolo, a Gangi, ha intrattenuto numerosi spettatori. Iniziative nell’ ambito del progetto di turismo e cultura accessibile “borghi accessibili per tutti” sostenuto dalla Fondazione con il Sud. “Il suono oltre le barriere” ha visto la collaborazione dell’Associazione Dimensione Uomo, del Centro di Riabilitazione semiresidenziale e socio-educativo Il Triangolo della Salute, dei bambini della classe V del Don Bosco e della Comunità San Pio di Geraci Siculo.
Sul palco Miriam Serio, Marilina Sauro, Santi Canalicchio, Emanuele Barberi, Dario Scarpati, Daniele Paternò si sono avvicendati per raccontare ‘gli speciali’. Un dialogo serrato, intervallato da musiche e poesie, per riflettere insieme sulla disabilità, anche quella invisibile, sul limite che costringe spesso alla solitudine e all’isolamento, ma per riflettere anche sulla ricchezza di ciascuno, di tutti vivi. “All’Interno del canovaccio teatrale più che i limiti – così Maria Giovanna Meli, autrice dello spettacolo – trovano voce i talenti e le risorse di ognuno”.
È, quindi, il palcoscenico che si fa scuola di inclusione. “Il suono oltre le barriere – continua Maria Giovanna Meli – utilizza il linguaggio del teatro e dell’arte per realizzare un modello reale di inclusione sociale. È soprattutto la relazione è il catalizzatore che facilita l’emergere e l’affermazione dell’ individualità di ciascuno”.
La relazione come luogo di ri-creazione. Lì dove tutti sono “Perché – conclude l’autrice – tutti abbiamo bisogno di “essere visti e riconosciuti” non per ciò che ci limita ma per ciò che ci valorizza, rendendoci unici e dunque speciali”.