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mercoledì, 5 Marzo 2025
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Ivan, ragazzo con disabilità squalificato da una gara. Una riflessione a margine

Francesco Prestigiacomo (Vivi Sano Sport): "Giusto il rispetto delle regole. Occorre però valorizzare questi giovani in senso ampio senza esasperare gli aspetti competitivi"

Serena Termini
Serena Termini
È nata il 5 marzo del’73 e ha tre figli. Dal 2005 è stata la corrispondente dell'agenzia di stampa nazionale Redattore Sociale con cui oggi collabora. Da sempre, ha avuto la passione per la lettura e la scrittura. Ha compiuto studi giuridici e sociologici che hanno affinato la sua competenza sociale, facendole scegliere di diventare una giornalista. Ciò che preferisce della sua professione è la possibilità di ascoltare la gente andando al di là delle prime apparenze: "fare giornalismo può diventare un esercizio di libertà solo se ti permettono di farlo".
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PALERMO – Ivan, giovane di 22 anni con sindrome di down,  nei giorni scorsi, è stato squalificato nei 100 metri di atletica leggera, a Siracusa, durante una gara regionale federale. E’ uscito dalla gara per avere invaso la corsia di un altro giovane con cui stava gareggiando. Nel settore delle gare sportive di persone con disabilità, in alcuni casi, ci sono delle regole sportive che vengono adattate a quelle vigenti anche se, in linea generale, sono sempre vicine a quelle che riguardano l’organizzazione delle competizioni delle persone normotipiche.

“E’ giusto rispettare le regole federali – afferma Francesco Prestigiacomo, padre di un ragazzo autistico e segretario dell’associazione sportiva Vivi Sano Sport – e ci impegneremo affinché Ivan, in una prossima gara, stia nella sua corsia. L’accaduto ci spinge, però, a fare una riflessione più ampia nei confronti dei nostri giovani con disabilità che svolgono attività sportive. Il problema per noi non è stata la squalifica in quanto tale di Ivan – che è corretta – ma la forte esasperazione dello spirito competitivo da parte di alcuni tecnici che, potrebbe, a lungo andare, non fare bene a tutti i nostri giovani che partecipano alle gare sportive”.

“Riteniamo che lo sport normotipico – continua – stia ‘contaminando’ lo sport paralimpico in senso negativo per certi aspetti. Purtroppo, negli anni, abbiamo assistito a modalità di approccio con i nostri partecipanti non sempre idonee. I nostri giovani con disabilità, ricordiamoci, che non sempre hanno le competenze personali e sociali per comprendere ed avere piena consapevolezza degli errori commessi. Vogliamo anche che non passi il messaggio che se un giovane sbaglia debba essere mortificato. Basta la squalifica. Che senso ha deriderli per un errore!”

“In molti casi, è cura degli operatori e familiari accompagnarli a comprendere, in parte, una mancata vittoria sportiva. Noi dovremmo impegnarci per avviare con questi giovani attività sportive il cui fine fondamentale, se non il più importante, sia quello di includerli nella società. Lo sport li aiuta molto a valorizzare ed esprimere concretamente tutte le loro potenzialità nella loro crescita complessiva. Come genitori e come  associazione ci sentiamo in dovere di sottolineare che forse è arrivato il momento di dare un approccio diverso alle gare sportive senza inseguire l’impostazione delle performance sportive che puntano solo alla competizione in termini di risultato. Come famiglie, inoltre, desideriamo che i nostri figli crescano in senso ampio attraverso la pratiche sportive, prendendo le distanze da ogni forma di mortificazione sociale dovuta a risultati non conseguiti”. 

Vivi Sano Sport promuove la pratica dell’attività motoria e sportiva ‘per tutti, nessuno escluso’. Nel 2019 Vivi Sano Sport, associazione dal grande trascorso sportivo, dopo 10 anni ha cambiato vestito, denominazione, statuto e associati, mettendosi a fianco alla omonima onlus, Vivi Sano che gestisce il Parco della Salute e il Parco dei Suoni.

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