PALERMO. Il carro della Santuzza è arrivato lì dove trascorrerà il suo anno ma la sua storia raggiungerà altri paesi. Dopo essere trascorso tra luci, canti e petali di rose, dopo avere sfiorato balconi dei palazzi di città ed essersi specchiato, ad una delle porte di Palermo, non tutto tace. Nel suo 400° anniversario si continua a rendere omaggio alla Santuzza: nei giorni scorsi a farlo Raizes Teatro, compagnia culturale fondata dall’avvocato e regista Alessandro Ienzi.
Dopo l’esibizione sulle scalinate del Teatro Massimo, è stato il Giardino dei Giusti il palco su cui si sono esibiti gli attori e le attrici della compagnia. La Rosalia dello spettacolo scritto e diretto da Ienzi se ne sta al di qua delle roboanti e magnifiche celebrazioni, entra invece nelle pieghe della storia, quella recente, del passato prossimo. Lei dopotutto è una ribelle, così la definisce il suo autore, e difficilmente sarebbe rimasta tra voci di piazze e tra frastuoni cittadini, piuttosto come dalla peste che aveva tormentato Palermo, si farebbe presente alle pesti di oggi. “Rosalia – così dice il regista – è il simbolo della tenacia e della resistenza, della determinazione e della possibilità di cambiamento. Rosalia è quell’alchimia che trasforma gli ultimi e i dimenticati, in primi e privilegiati. Rosalia ha la capacità di guarire qualsiasi peste”.
Lo spettacolo scritto e diretto da Ienzi proprio celebrando Rosalia, speranza di ogni tempo, si fa denuncia di tutte le sopraffazioni, quelle a danno delle donne, dei migranti, dei diversi e dei più fragili. “Passa in rassegna – continua Ienzi – le più gravi violazioni dei diritti umani che si sono consumate in Italia e nel mondo nel corso dell’ultimo anno. I femminicidi, il bullismo contro la popolazione Lgbtqia+, la barbara uccisione di Satnam Sigh, la diffusione tra i giovani di nuove droghe e dipendenze, lo sfruttamento del lavoro minorile, la tragedia quotidiana dei morti nel Mediterraneo e, infine, le morti dei civili nei 56 conflitti attivi nel mondo”.
Sul palco ad esibirsi, mentre scorrono le musiche di Giovanni Apprendi, una compagnia che conta attori provenienti da diversi paesi, che portano su di sé i segni della disabilità e della diversità. “Nel segno dell’inclusione, oltre a Italia Carroccio, Francesco Campolo, Paola Capuano, Stella Roumens e Sonia Mazzola, sulle scene anche Yong Di Wang, musicista cieco di origine cinese, Amadou Diouf, performer senegalese sordo giunto a Palermo da solo come minore non accompagnato nel giugno del 2023, e Sawon Baperi, performer del Bangladesh residente a Palermo”.
L’iniziativa, che è stata finanziata dal Comune di Palermo ed è stata inserita tra gli eventi a corollario del quattrocentesimo Festino, ha avuto il supporto di associazioni ed enti impegnate nel sociale. Presenti, infatti, Global Campus of Human Rights, L’alloro Fest, Rotary Club Palermo, AGIUS, Antigone Sicilia, ParteciPalermo, Centro Diaconale La Noce, Ma’Ma di Manola Albanese, Disability Pride Palermo, Raizes, Istituto dei Ciechi, Parco del Sole e Ordine degli Avvocati di Palermo.
Ma, anche se il carro della Santuzza è arrivato lì dove trascorrerà il suo anno, la sua storia non finisce. La compagnia porterà questa Rosalia, Unione dei popoli, in Spagna ed in Francia e in giro per l’Europa, perché le pesti di oggi non finiscono ai confini di Palermo ma superano la città. Della Santuzza c’è ancora bisogno, di Lei e della speranza che annuncia.