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martedì, 4 Marzo 2025
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L’associazione senegalese della Sicilia Occidentale festeggia l’indipendenza con una Conferenza su integrazione e “Teranga”

L'iniziativa ha visto la partecipazione della società civile palermitana che ha dato degli spunti di riflessione su temi d'attualità come la partecipazione delle comunità, il vulnus normativo sulle migrazioni e le problematiche territoriali

Stefano Edward Puvanendrarajah
Stefano Edward Puvanendrarajah
Laureato in Comunicazione Pubblica, d’impresa e pubblicità presso l’Università di Palermo e digital marketing specialist. Racconta le realtà associative che si occupano del sociale in Sicilia e la vita quotidiana delle comunità migranti siciliane, utilizzando i nuovi media
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PALERMO. Una conferenza ispirata dai principi della “Teranga” senegalese, che ha messo a confronto le varie realtà cittadine sui temi riguardanti l’accoglienza e l’integrazione. Così l’Associazione Senegalese della Sicilia Occidentale (A.S.S.O.), ha organizzato la propria festa d’indipendenza, coinvolgendo il territorio e la società civile palermitana.
Gli spazi della Cripta della chiesa di San Nicolò da Tolentino, nel cuore del centro storico panormita, sono stati adornati per un giorno dai colori accesi della bandiera nazionale senegalese, portando gli ospiti e gli occhi dei curiosi a vivere il vero senso della Teranga, quello spirito unico di accoglienza che caratterizza culturalmente ogni singola persona proveniente da questo paese africano.

Vi hanno partecipato i rappresentanti delle comunità, la Cgil, le associazioni del territorio (tra cui Moltivolti, Donne di Benin City, Stra Vox, Gambian Association in Palermo), i rappresentanti della chiesa, i giuristi ed avvocati, e alcuni componenti della Consulta delle Culture hanno reso il dibattito molto attivo e partecipativo. Sì è infatti parlato delle falle normative nel sistema di accoglienza italiano per poi parlare del contesto territoriale.

Un momento di festa che si è dimostrato essere interculturale ed interreligioso, così come ci riferisce padre Adriano Titone, parroco di questa realtà: “Per noi della parrocchia San Nicolò da Tolentino la cosa più è bella è rappresentata dal nostro impegno di vita nel far sì che la comunità cattolica assieme alle comunità etniche presenti a Palermo, viva questa interculturalità perché Cattolico significa universale – dichiara Adriano Titone –incontrare la comunità senegalese che fa qui  la festa, esprime questa comunione che si vive con tutti a cerchi concentrici, ciascuno a livello in cui si può vivere, chiunque può aggiungere alla vita degli altri una ricchezza se queste differenze diventano comunione, a maggior ragione se accomunate da esperienze di fede seppur diversa, creando così momenti interreligiosi ed interculturali”.  

Emozionato il neopresidente dell’Associazione Senegalese della Sicilia Occidentale, Ibra Ndiyae, che a soli tre mesi dall’incarico, dopo aver organizzato un primo evento sulle donne senegalesi, l’8 marzo, (ne avevamo parlato in questo articolo https://www.ilmediterraneo24.it/buone-notizie/un-omaggio-allimpegno-delle-donne-a-palermo-liniziativa-della-comunita-senegalese/), ha avuto il difficile compito di organizzare un momento clou per la sua realtà, dopo ben 3 anni di stop dovuti alla pandemia.

“Dal 2003 siamo abituati ad organizzare la nostra festa dell’indipendenza il giorno 4 aprile. La pandemia ci ha penalizzato costringendoci a fermare i festeggiamenti di questa ricorrenza – dichiara Ibra – ma adesso siamo riusciti ad organizzare questa iniziativa meravigliosa dove abbiamo parlato di integrazione e accoglienza”.
Ibra lancia un messaggio di speranza a tutti i presenti: “Auspico di poter ritrovare una società più aperta, inclusiva e dialogante nella quale le persone con background migratorio possano rivestirne i ruoli apicali”.

Libertà e dignità umana all’insegna del confronto aperto e partecipativo, è questa la percezione positiva di Antonino Tripodo, dell’Ufficio dell’Ecumenismo Dialogo Interreligioso (UPEDI): “In questa iniziativa vi è stata una presenza di ben 16 rappresentanze delle diverse comunità etnica. Una partecipazione che è un indice forte di una parola che dobbiamo tenere a mente ovvero la libertà che ci permette di vivere e confrontarci con serenità e pari dignità da uomini liberi”.

Le emozioni delle nuove generazioni senegalesi

Spazio anche alle nuove generazioni senegalesi che, con il loro entusiasmo, collegato alla forte emozione di parlare ad una vasta platea di adulti, ha reso questo momento ancora più significativo e simbolico.

“È stata una esperienza magnifica, perché è la prima volta che provavo qualcosa del genere – ci racconta il giovanissimo Fallou – Per me significa molto, perché tramite delle ricerche ho scoperto che è la festa più importante tra i senegalesi, è volere esprimere la propria opinione verso tutto il mondo, ed è una ricorrenza che mi rende felice!” conclude Fallou.

L’iniziativa è proseguita con la cena a base di piatti tipici senegalesi accompagnati dalle musiche del Dodou Group, di Dj Chiara e DJ Shadowboy.

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