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giovedì, 6 Marzo 2025
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Minori: contro droga e violenze, associazioni al fianco della procuratrice Caramanna

La manifestazione di solidarietà a Palermo promossa dall'associazione "La casa di Giulio". L'appello: "Fare sentire la voce dei cittadini onesti contro i venditori di morte"

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di Lilia Ricca e Serena Termini
PALERMO

Il bene dei minori al centro per immaginare un futuro diverso, lontano da criminalità, violenza e droghe. A partire da questo pensiero, ieri pomeriggio, si è svolta la  manifestazione di solidarietà, davanti al Tribunale dei Minori di Palermo, a sostegno del lavoro svolto dalla procuratrice dei minori Claudia Caramanna dopo le intimidazioni legate alla sua attività di contrasto alla criminalità organizzata.
“Non possiamo stare in silenzio – ha affermato Francesco Zavatteri, presidente dell’associazione La casa di Giulio – soprattutto quando sappiamo che nelle attività criminose vengono coinvolti i nostri giovani. Ormai è risaputo che lo spaccio e il consumo di sostanze stupefacenti riguarda minori, proprio quelli più vulnerabili. In una città che è sempre più preda dei venditori di morte, bisogna fare sentire forte la voce dei cittadini onesti che hanno stima e fiducia in chi, ogni giorno con grandi difficoltà, cerca di fare rispettare le leggi”.

“Quello che si sta vivendo a Palermo è, in alcuni casi, il risultato di un disagio diffuso nei giovani, trasversale a tutti i quartieri, che parte da una mancata inclusione sociale – ha detto anche don Enzo Volpe di Casa Ancora e di SOS Ballarò -. Perchè ancora non è stato fatto un programma integrato sui centri aggregativi? E’ possibile che bisogna sempre arrivare ai bandi di privati per avere sovvenzionati gli spazi di aggregazione giovanili? Sul lavoro integrato tra privato sociale, istituzioni e scuola c’è ancora tanto da fare”. “Dobbiamo ripensare il modello educativo – ha continuato Lino D’Andrea, ex garante dei diritti dell’infanzia e adolescenza  – oppure non andiamo da nessuna parte. Come prima cosa andrebbe ripensata la scuola come un modello sempre più integrato con tutti i servizi del territorio. Non si può aiutare un ragazzo ad uscire dal disagio se non si interviene contemporaneamente sulla famiglia. I giovani hanno bisogno di progetti integrati in cui si mettono insieme famiglia, servizi, scuola e territorio”. “Abbiamo già manifestato la nostra preoccupazione per le minacce ricevute dalla procuratrice e che danno la misura del clima in cui la Procura, tanti assistenti sociali e tanti operatori si trovano a vivere in difesa di bambini e ragazzi – ha detto pure il presidente del Consiglio dell’Ordine Giuseppe Ciulla –.  A Palermo gli assistenti sociali sono circa 150 unità. I giovani hanno bisogno di risposte e di futuro. Ai giovani dobbiamo dare la possibilità di fare altre esperienze di vita per conoscere nuovi modi di relazionarsi con la società”. Tra gli altri, alla manifestazione è intervenuto anche il presidente della commissione antimafia Antonello Cracolici.

“La dottoressa Caramanna sta facendo tantissimo – ha affermato Monica Longo, vicepresidente del Comitato Pari Opportunità del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Palermo -, come ha sempre fatto. Essere qui è un dovere e una testimonianza importante per la città. Il Comitato Pari Opportunità dell’Ordine degli Avvocati vuole testimoniare il rispetto per un lavoro che dura da tanto tempo. È chiaro che puoi dare fastidio a qualcuno ma noi siamo qui per dire che tutto questo va continuato, perché è un lavoro di eccellenza per la popolazione e per i giovani di Palermo. I giovani e i bambini vanno ascoltati per essere realmente  aiutati. Bisogna ascoltare le loro difficoltà, essere presenti sul territorio per capire come intervenire”. “L’azione della dottoressa Caramanna è stata coraggiosa e dovuta, dal momento che c’erano le prove – ha aggiunto infine Nino Rocca operatore sociale impegnato da anni – dei video dove si vedevano i bambini che spacciavano. Per portare avanti un’iniziativa del genere occupandosi dei figli dei mafiosi, dei ragazzini che adesso spacciano droga, occorre coinvolgere in qualche modo le mamme;  quello che ci ha insegnato Di Bella, direttore del carcere minorile di Reggio Calabria, con ‘Liberi di scegliere’, è stata una iniziativa che partendo dai bambini, poi si rivolgeva alle mamme, facendo capire loro che per salvare i loro stessi figli dovevano fare delle azioni più radicali. Questo è il compito che dobbiamo avere pure noi operatori sociali. Ho proposto all’assessore alle attività sociali, di fare un tavolo tecnico per riunire tutti i gruppi sociali che si occupano dei minori a vario titolo, delle donne e delle mamme. Solo attraverso un lavoro congiunto di rete (sociale e giuridica), potremo ottenere, fra qualche anno qualche risultato”.

Ad aderire alla manifestazione sono stati: associazione Addiopizzo, associazione Avvocati Amministrativisti della Sicilia, associazione Avvocati Palermo, associazione Giuridica JUS, associazione Giuristi Siciliani, associazione Matrimonialisti Italiani, associazione Mediter Italia, associazione S.O.S. Genitori e Società, Camera del Lavoro Metropolitana di Palermo, Camera Penale di Palermo, Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato. Centro Giuseppe Impastato – No Mafia Memorial, Centro Studi e Iniziative Culturali Pio La Torre, Circolo Arci Porco Rosso, Consiglio Regionale della Sicilia dell’Ordine degli Assistenti sociali, Movimento Forense Palermo, Osservatorio Nazionale sul Diritto di Famiglia (Ondif) Palermo, Rete Nazionale Forense Palermo, Rete Nazionale Forense Sicilia, Rotary Club Palermo e provincia (Palermo, Palermo Est, Palermo Ovest, Palermo Sud, Palermo Nord, Palermo Monreale, Lercara Friddi, Palermo Agorà, Palermo Teatro del Sole, Corleone, Costa Gaia, Bagheria, Piana degli Albanesi Hora e Harbereshevet, Palermo Mondello, Palermo Libertà), Siap (Sindacato Polizia di Stato),Sos Ballarò,UAS (Unione Avvocatura Siciliana).

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