PALERMO – Memorie sempre vive che continueranno a camminare e a fare crescere il bene nella città di Palermo. Sono p. Pino Puglisi e Biagio Conte, operai, amorevoli ed infaticabili, che hanno aiutato tante persone fragili, povere e in forte stato di marginalità sociale. Padre Pino Puglisi e Biagio Conte si conobbero proprio il 15 settembre 1993, il giorno dell’assassinio del parroco di Brancaccio per mano mafiosa, mentre entrambi bussavano alla porta delle istituzioni per chiedere sostegno alla loro opera in favore dei poveri della città.
Una riflessione sul loro profilo è stata tracciata, ieri pomeriggio nel corso dell’incontro, moderato da Vincenzo Ceruso, avvenuto presso l’aula magna della Facoltà Teologica di Sicilia. L’evento, promosso dal Centro Diocesano “Padre Pino Puglisi, martire di mafia”, dalla Consulta Diocesana delle Aggregazioni Laicali, dall’Ufficio di Pastorale Sociale e del lavoro e dalla Facoltà Teologica di Sicilia, rientra nelle manifestazioni della diocesi di Palermo per il XXX Anniversario del martirio del Beato Giuseppe Puglisi.
Per l’occasione sono intervenuti il prof. Andrea Riccardi, storico e fondatore della Comunità di Sant’Egidio e don Pino Vitrano della Missione Speranza e Carità. Le conclusioni sono state affidate all’arcivescovo di Palermo mons. Corrado Lorefice.
“Padre Puglisi era una persona umile e grande – ha affermato Andrea Riccardi fondatore della Comunità di Sant’Egidio -. Bisogna avere il coraggio di narrare queste storie, pur essendo un tempo diverso. Narrare la vicenda di un martire di fronte alla complessità della storia ha un impatto non prevedibile. Questa memoria vive nella narrazione della Chiesa senza timore di ripetere, rileggere ed approfondire per essere accolta nel qui ed ora della storia di oggi. Il processo di beatificazione di Padre Puglisi è stato un’occasione per strappare il velo di menzogne con cui la mafia cercava di occultare la storia di don Pino. Il motivo dell’uccisione è legato all’impegno di p.Pino di liberare i deboli, piccoli e i ragazzi da quanti volevano disporre della loro vita per esercitare il potere criminale. Il Vangelo vissuto da questo piccolo prete appare una minaccia reale a cosa nostra perchè creava un’alternativa di vita diversa. Emerge non il prete antimafia e non il prete sociale ma un cristiano che credeva che il mondo si potesse cambiare con una umanità abitata dal Vangelo. Don Pino mostra cosa voglia dire educare come frutto di un intreccio profondo tra liturgia, comunicazione del Vangelo, educazione delle persone, solidarietà ai poveri e fraternità. La memoria di don Pino, figlio della chiesa di Palermo oggi parla alla Chiesa del futuro”.
“Non è facile parlare di fratello Biagio per l’enorme ricchezza di esperienze che si possono raccontare – ha continuato don Pino Vitrano della Missione Speranza e Carità -. All’età di soli 26 anni, Biagio inizia a sentire forte la sua missione che lo porterà a diventare un pellegrino errante a servizio continuo dei poveri, dei più fragili e degli ultimi di questa società. Dopo un viaggio e un lungo percorso personale di Biagio, la Missione Speranza e Carità nasce nel 1991con una prima attenzione ai poveri della strada dei portici della stazione centrale. Il primo punto che individua Biagio è anche il quartiere popolare dello Sperone dove, insieme ad alcuni giovani, inizia a pulire le aiuole. Successivamente, decide di piantarci una croce dove, oggi, a pochi metri di distanza, è stato realizzato un murale con la sua immagine. Fratello Biagio, a poco a poco, diventa, con il suo fare, diretto e schietto, un modello di amore pieno per tutti coloro che incontrava nel suo cammino; era un Vangelo vivente. Una strada che come sapete non è stata percorsa solo a Palermo e in Sicilia ma anche in diversi paesi dell’Europa dove ha voluto gettare dei semi, donando una parte di se stesso. Diceva sempre che ognuno nella vita doveva compiere la propria missione con grande senso di responsabilità, nella pace e con tanta pazienza per la crescita del bene nella società”.
“Sono onorato di essere vescovo di una città che ha avuto testimoni forti e grandi della carità come p. Pino Puglisi e Biagio Conte – ha concluso infine l’arcivescovo don Corrado Lorefice – e anche testimoni della giustizia. Sono tutti testimoni di uno sguardo dal basso e di un Vangelo che ha preso corpo nella vita concreta. Padre Pino e Biagio hanno in comune l’incontro pieno con Cristo continuamente testimoniato dalle loro scelte di vita”.