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mercoledì, 5 Marzo 2025
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Revoca del bene confiscato alla Cooperativa NoE. (No Emarginazione): tanti progetti sociali rischiano lo stop

Negli anni sono state avviate tante attività che hanno favorito l'inserimento nel mondo del lavoro di giovani madri in difficoltà, disabili, migranti e giovani affetti dalla sindrome di Asperger

Serena Termini
Serena Termini
È nata il 5 marzo del’73 e ha tre figli. Dal 2005 è stata la corrispondente dell'agenzia di stampa nazionale Redattore Sociale con cui oggi collabora. Da sempre, ha avuto la passione per la lettura e la scrittura. Ha compiuto studi giuridici e sociologici che hanno affinato la sua competenza sociale, facendole scegliere di diventare una giornalista. Ciò che preferisce della sua professione è la possibilità di ascoltare la gente andando al di là delle prime apparenze: "fare giornalismo può diventare un esercizio di libertà solo se ti permettono di farlo".
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PARTINICO. Era in corso d’opera la piena valorizzazione dell’ampia area verde dedicata a piantumazione sperimentale, spazi di condivisione, accoglienza e tanti progetti sociali per persone con disabilità, ragazze madri, minori di case famiglie e migranti. Tutto questo impegno, adesso, rischia di venire bruscamente meno a causa della revoca di affidamento del bene confiscato alla mafia che il comune di Partinico ha fatto pervenire alla Cooperativa NoE (No Emarginazione).

Alla base della revoca ci sono alcune irregolarità sanabili che, “proprio per l’alta valenza sociale delle attività finora svolte, non giustificherebbero la gravità del provvedimento dell’amministrazione comunale”, spiegano dalla coop.

La Cooperativa Sociale NoE è nata per finalità prevalentemente sociali. La NoE ha ricevuto nel 2005 dal Comune di Partinico, in comodato d’uso, la gestione del bene (fino al 2035) in contrada Parrini che era in completo stato di abbandono. Da quel momento in poi, la cooperativa si è messa fortemente in gioco, iniziando un’intensa attività agricola, sociale e di antimafia. In questi anni, si è incontrata, infatti, con centinaia di persone e decine di associazioni, promuovendo percorsi educativi: Palma Nana, Solidaria, Cesie, Asante Sana, Centro per lo sviluppo creativo Danilo Dolci, Mondo Comunità e Famiglia, Le donne in Rosa.

Inoltre, sono state inserite nel lavoro giovani madri in difficoltà, disabili, migranti e giovani affetti dalla sindrome di Asperger. Il luogo ha accolto per attività ricreative bambini delle case-famiglia e colonie estive; si aggiungono pure eventi culturali come mostre di libri, cineforum e incontri con dibattiti sui temi di attualità.

Con il sostegno e la collaborazione di alcune realtà svizzere, come Crowd Container, impegnate nella creazione di filiere agricole etiche e sostenibili, e di Slow Food, hanno realizzato il progetto agro-ecologico della “Food Forest”con un biolago per migliorare la biodiversità del luogo e depurare le acque, un impianto di agrumi sulle curve di livello per ridurre l’erosione e un frutteto tropicale di avocado, annona e altri frutti.

La NoE teme, adesso, che con la procedura avviata al Comune possano andare in malora, tra l’altro, la piantagione silvestre in tecnica “Food Forest” realizzata con l’università di Palermo, le piantagioni di avocado, realizzate con una società svizzero-tedesca, nonché il progetto per l’inclusione di 6 giovani autistici per il quale sarebbe già tutto pronto.

“Ci sembra di avere risposto pienamente alle finalità della legge sull’affidamento dei beni confiscati e con tutte le nostre energie, competenze e dedizione – spiega Carla Monteleone della cooperativa NoE -. Ci chiediamo il perché di questo atto proprio dall’amministrazione comunale che dovrebbe essere orgogliosa di tali sforzi e di tanto amore; persone che dovrebbero difenderci sicuri della nostra buona fede, perchè ci attaccano in maniera inspiegabile? Siamo colpiti da un procedimento di revoca dell’affidamento del bene per motivi futili e pretestuosi”. “La NoE è un luogo in cui la cultura contadina è stata raccolta e trasformata nella contemporaneità in cultura antimafia, ecologista e solidale – continua Carla Monteleone -. Forse per questo non rientra in quel tipo di mercificazione turistica che attrae masse esagerate, cemento e necessità di sterminati parcheggi al posto di campi agricoli ricchi di biodiversità. Non comprendiamo ma non abbiamo intenzione di arrenderci. Ci difenderemo non solo nelle sedi legali prescritte ricorrendo al Tar ma chiediamo, con una raccolta firme, alla società civile, a tutti gli ‘uomini e donne di buona volontà’ di aggiungere la loro voce alla nostra, in un coro di protesta di fronte a questo pretestuoso esercizio del potere”.

“Ciò che è avvenuto è per noi del tutto inaspettato – aggiunge pure Massimiliano Solano presidente di Valdibella che è socia della cooperativa NoE -. Ci sorprende, soprattutto, se pensiamo a tutto l’insieme di attività virtuose che, fino a questo momento, sono state realizzate dalla NoE. Come realtà abbiamo scelto di lavorare insieme proprio per la grande valenza sociale dell’attività agricola che portiamo avanti. Pertanto, riteniamo che questo provvedimento sia ingiusto e del tutto inappropriato rispetto al tipo di violazioni commesse. Naturalmente, lotteremo fino in fondo per fermare questa revoca”.

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