PALERMO. Ieri, 30 giugno 2022 e dopo 12 mesi, è scaduta l’assegnazione dell’Area del Mercato dell’Usato e del Libero Scambio dell’Albergheria da parte del comune all’associazione Sbaratto. Dopo il tanto lavoro e impegno di mercatari e volontari, torna ad essere un mercato non autorizzato. L’associazione, con 267 soci e socie tra coloro che fanno il mercato, si è fatta carico della gestione delle attività di mercato, ma soprattutto ha mantenuto attiva la partecipazione di tutti e tutte al processo di formalizzazione del mercato dell’Albergheria.
Grande è stato l’impegno degli operatori e delle operatrici del mercato, spesso senza l’aiuto dell’amministrazione comunale, per gestire il mercato in tutta la sua complessità. Ma nonostante gli sforzi, allo scadere dell’anno sperimentale, da oggi il mercato torna ad essere irregolare e privo di qualsiasi tutela.
“Abbiamo chiesto – dicono dall’associazione – al neo-eletto Sindaco di Palermo di prendere una posizione immediata e di estendere il periodo di assegnazione almeno fino a settembre, così da riprendere il confronto politico tra Amministrazione Comunale, mercato e città sul tema del riuso, dell’economia circolare, delle politiche di inclusione e della lotta alla povertà“.
“Adesso però il nostro appello – continuano – va a tutte le realtà politiche, sociali, culturali attive a Palermo, oltre che a tutti i cittadini e le cittadine: è ora di dire chiaramente che il mercato dell’Albergheria è un luogo simbolo di vita e di lavoro per tutta la comunità, e che ha un valore politico fondamentale per la città in termini ecologici ed economici. Col sostegno di tutti, questo lavoro continuerà, e con esso il percorso di emancipazione degli operatori e operatrici del mercato“.
“Abbiamo bisogno del sostegno di tutti e tutte – concludono – per chiedere con forza all’Amministrazione Comunale di estendere l’assegnazione dell’area e di portare avanti il percorso di formalizzazione del mercato. L’assegnazione dell’area non deve più essere messa a rischio da una scadenza o da un cambiamento dell’assetto politico, ma deve diventare lo strumento per l’emancipazione di tutti e tutte coloro che gravitano attorno al mercato“.