PALERMO. A Capaci nasce MuST23 (Museo Stazione 23 maggio), che mira a diventare spazio culturale permanente oltre che museo immersivo, sito nell’area dell’ex stazione ferroviaria concessa in comodato d’uso gratuito da RFI (Rete Ferroviaria Italiana), fruibile al pubblico a partire dal prossimo 3 giugno.
Non un museo della mafia o sulla Strage, ma uno spazio che, ripercorrendo proprio quegli indimenticabili momenti, scritti nella memoria di ognuno e in quella collettiva, a 32 anni di distanza vuole ricostruire il senso di quelle vicende così dolorose per tesserne le fila, creare consapevolezza, dare uno sguardo d’insieme sugli anni di lotta alla mafia, sui successi, sui fallimenti, essere chiave di lettura per guardare avanti.
In particolare, nello spazio dello scalo merci in disuso sono stati allestiti cinque container dai colori accesi: due sono sale immersive con visori e realtà virtuale, attraverso i quali si potrà vivere l’esperienza, unica, di “entrare” in autostrada immediatamente dopo l’esplosione, ascoltare testimonianze, guardare immagini di repertorio. Un terzo container contiene nove monitor per vedere e ascoltare le parole di Giovanni Falcone, quindi il bookshop, e ancora il polo di fruizione culturale permanente curato da Feltrinelli, tra i partner del progetto; infine, un’area sarà dedicata alla mostra fotografica “L’eredità di Falcone e Borsellino” ideata e realizzata dall’Ansa, media partner del progetto.
La toccante esperienza di realtà virtuale, ideata da MuST23 e realizzata dalla cooperativa Mediterranei, dura circa 20 minuti e permette di ascoltare le testimonianze dei sopravvissuti, dei soccorritori, dei primi testimoni. Dodici visori Meta Quest 3 consentono di essere letteralmente proiettati nell’autostrada incriminata nei secondi immediatamente successivi all’esplosione e interagire in maniera coinvolgente con gli oggetti presenti in autostrada, coadiuvati da filmati di repertorio tratti dagli archivi della Rai (media partner del museo assieme ad Ansa), in cui si potranno sentire i messaggi-radio originali della Polizia.
MuST23 è un progetto di Addiopizzo Travel e Capaci No Mafia, finanziato in gran parte da Invitalia (misura Cultura Crea 2.0), da Legacoop, CoopFond, Fondazione Pico, Google.org e Banca d’Italia, con il gratuito patrocinio del Comune di Capaci. Il ticketing è curato da Coopculture, e contributi sono arrivati da Leroy Merlin Italia, Fillea Cgil Palermo, Cassa Edile Palermo.
“Vogliamo che la figura di Giovanni Falcone non venga dimenticata – afferma Dario Riccobono, direttore responsabile di MuST23 – e vogliamo raccontare quel 23 maggio 1992 per quello che è stato per noi, l’inizio di un cammino di riscatto e di liberazione. E’ quello che ho vissuto io stesso, ad esempio, in prima persona. Certi eventi ti cambiano nel profondo e, nonostante lo smarrimento, è stato un punto di ripartenza”. Riccobono poi conclude indicando il focus del progetto: “l’obiettivo è quello di informare, educare ma anche emozionare attraverso la tecnologia. Conoscere quello che è successo oltre 30 anni fa, quando nessuno degli studenti di adesso era ancora nato, riduce il rischio di indifferenza alle mafie e scuote le coscienze fino all’impegno. MuST23 ambisce a diventare un hub culturale, una casa delle associazioni, un cinema sotto le stelle, un teatro, un luogo di aggregazione giovanile, tutto quello che adesso Capaci ancora non ha e che viene donato attraverso questo spazio”.
Gli fa eco il direttore artistico Davì Lamastra: “Quella in cui nasce MuST è un’area che viene destrutturata nella sua funzione nativa per rinascere come spazio di confronto, di narrazione, di racconto vero, libero e concreto di umanità, un’umanità che lotta per una nuova e positiva rinascita. Uno spazio che dialogherà tramite elementi artistici, riferimenti culturali e concettuali, tecnologie multimediali e interattive”.
MuST23, dunque, non viene progettato per essere solo un museo, ma innanzitutto occasione di rigenerazione urbana, un progetto per Capaci, paese che da sempre si porta addosso un ingombrante fardello, e che invece ora si dota di uno strumento in più per mostrare la sua voglia di riscatto dalla violenza mafiosa e dai suoi distorti codici, attraverso un’opera di cultura e di bellezza che include la comunità intera.
“Il Comune di Capaci ha immediatamente abbracciato e condiviso il progetto MuST23, facendo rivivere un’area marginale e periferica del nostro territorio, recuperandola, rendendola vivibile e trasformandola non solo nel fulcro delle iniziative incentrate sulla legalità per rendere viva la memoria, ma come spazio e possibilità di sviluppo di lavoro – afferma Pietro Puccio, sindaco di Capaci -. L’uccisione di Giovanni Falcone ha segnato un punto di arrivo sotto certi punti di vista, ma è stato anche un nuovo inizio a beneficio delle generazioni più giovani, che non hanno vissuto quegli anni terribili e ora debbono appunto fare in modo, attraverso il loro impegno ed il loro coinvolgimento, che quegli anni non tornino mai più”, conclude.
Vittorio Fresa, Imprese culturali e creative Invitalia, sottolinea “l’importanza di aver creduto e sostenuto un’attività imprenditoriale che riesce a coniugare lavoro, sviluppo economico e sviluppo sociale, ma c’è di più, è un progetto di rigenerazione urbana di un’area altrimenti abbandonata, e dunque occasione di riscatto per Capaci, che può viverla come momento di catarsi collettiva e come spazio per creare reti e fare cultura. Un esempio per l’Italia intera”.
Dario Lo Bosco, presidente Rete Ferroviaria Italiana, si sofferma sul fatto che “MuST23 è un viaggio nella resistenza alla mafia, attraverso i ricordi dell’importante lavoro del giudice Falcone; la stazione diventa museo, luogo di cultura e memoria, area di aggregazione e di valori comuni”, mentre per il presidente di Legacoop, Simone Gamberini, “MuST23 è testimonianza preziosa della volontà di coltivare l’eredità di Falcone, Borsellino e di tutti coloro che hanno lottato contro la mafia per affermare legalità e diritti. La sua funzione di centro di aggregazione e di realizzazione di attività culturali sarà fondamentale per alimentare la consapevolezza della necessità di non abbassare mai la guardia contro la violenza e il ricatto della mafia”.
Giovanna Barni, presidente CulturMedia, sottolinea l’importanza di questo spazio “come museo che parlerà alle future generazioni con linguaggi innovativi, e testimonia l’impegno sociale e culturale del mondo della cooperazione, anzi si può considerare come il primo museo della cooperazione, un vessillo di cui andare fieri e che guarda alla cultura come leva di sviluppo e contemporaneamente come portatrice di valori sociali”.
All’interno di MuST23 apre, dunque, uno spazio di cultura e di pensiero libero con la libreria Feltrinelli, che a Capaci sarà la 120°in Italia e la 7° in Sicilia. Fedele nell’estetica allo spazio industriale che la ospiterà, il bookstore si proporrà come polo di fruizione culturale permanente, una testimonianza di impegno civico nella resistenza alla mafia e un punto di riferimento per la collettività.
“Feltrinelli è stata ben lieta di sposare questo progetto così importante mettendosi al servizio – afferma Barbara Nardi, direttrice generale polo commerciale Feltrinelli –, in modo che questo luogo possa essere non solo esempio di memoria viva, ma luogo di cultura, di scambi sociali, di interazioni della comunità in cui l’essenza dei libri stessi possa vivere”.
A disposizione del pubblico, infatti, nel bookshop ci saranno oltre 2.000 titoli selezionati dai librai Feltrinelli, una proposta editoriale attenta a cogliere le specificità del territorio e a valorizzarle con percorsi tematici che esplorano la storia e l’arte locale, invitando alla riflessione sui temi dell’antimafia e della legalità.
In aggiunta, un’ampia sezione sarà dedicata ai libri per bambini, nella convinzione che l’educazione civica sia il presupposto irrinunciabile per la crescita e la formazione di cittadini consapevoli; MuST23, dunque, sembra avere tutti i requisiti per candidarsi a divenire un punto di riferimento culturale, uno spazio di apertura alla comunità, al confronto e alla condivisione, museo in cui la memoria possa germogliare e vivere nelle future generazioni di Capaci, della Sicilia e dell’Italia intera.