PALERMO. L’emozione e la bellezza della musica e dell’arte in memoria di Giulio Zavatteri per andare oltre la sofferenza e provare a fare ripartire la speranza con azioni concrete che aiutino altri giovani. Con una grande partecipazione di pubblico, si è svolto, infatti, ieri sera, al Teatro Massimo “Giulio è”, il concerto-spettacolo che ha visto l’esibizione generosa di oltre cinquanta artisti che hanno arricchito la serata con generi musicali diversi che hanno spaziato dal Jazz al Rap, dai brani classici al Drap con la danza Hip Hop e poi con i canti Gospel.
Gli incassi della serata saranno destinati alla creazione de La casa di Giulio, un centro di prima accoglienza Drop In per ragazzi e ragazze con dipendenze da droghe.
Giulio Zavatteri, era un giovane artista palermitano, morto il 15 settembre scorso, ucciso dal crack all’età di 19 anni. “La casa di Giulio” è l’associazione fondata dalla famiglia del ragazzo che si sta attivando, in rete con altre realtà private, il volontariato e le istituzioni, per fare nascere presto una struttura dedicata. Tra gli obiettivi c’è quello di proporre, tra le attività, dei laboratori di musica per giovani in difficoltà.
Presenti al concerto, tra gli altri, l’arcivescovo don Corrado Lorefice, il sindaco Roberto Lagalla e gli assessori Rosi Pennino e Maurizio Carta.
La manifestazione ha avuto il patrocinio del Comune di Palermo, della Croce Rossa Italiana e dell’Ordine dei medici della Provincia di Palermo. Il Comune ha istituito un Tavolo contro le dipendenze con l’Asp di Palermo, attori del terzo settore e l’Ufficio scolastico regionale; inoltre, ulteriori progetti con altri soggetti istituzionali prenderanno vita a breve per contrastare il fenomeno. Il parlamento siciliano costituirà un intergruppo dedicato all’analisi del tema degli giovani e l’uso delle droghe.
La musica è stata intervallata dai momenti molto forti e commoventi in cui il padre di Giulio, Francesco Zavatteri, ha raccontato la breve vita del ragazzo fino al giorno della sua drammatica morte a causa del crack. Oltre alla sua, si è aggiunta pure la testimonianza della madre di Diego un grande amico di Giulio che è morto due mesi dopo.
“Non è stato un passo facile – ha detto il papà di Giulio – perché nel mondo della burocrazia palermitana è molto complesso riuscire a realizzare un progetto di questo tipo. Ce la stiamo mettendo tutta e speriamo di riuscire a breve a portarlo a termine. La Casa di Giulio vuole essere un luogo bello, di piena inclusione sociale, in cui si accoglieranno giovani che fanno uso di sostanze. Alle famiglie dico di unirsi insieme a noi perché dobbiamo fare ripartire la speranza anche a partire da questa realtà. Il nostro impegno è quello di cercare di riallacciare i rapporti tra i figli e i genitori che, a volte purtroppo in queste situazioni, si incrinano, perché gestire questo dramma è davvero molto difficile. Giulio oggi è con noi e, ogni giovane che riusciremo a salvare, sarà come fare nascere di nuovo nostro figlio che ci seguirà in questo percorso perché lui era un ragazzo molto buono e molto altruista”.
“Ho scelto di reagire – ha continuato Francesco Zavatteri – proprio perché desidero che nessun altro figlio e nessun’altra famiglia, si possa trovare nella situazione che abbiamo vissuto noi. Ci si ritrova veramente soli, senza la possibilità di dare un aiuto concreto ai ragazzi dipendenti dalle droghe. Il ricavato della serata servirà per attrezzare la struttura, messa a disposizione dal Comune di Palermo, di tutto quello che è necessario per potere accogliere, assistere e prendersi cura dei giovani che vorranno volontariamente essere aiutati“.
“Cultura, solidarietà ed impegno sociale, stasera, stanno camminando insieme. Le istituzioni hanno il dovere di essere di contrastare questo terribile fenomeno offrendo spazi di incontro, formazione e informazione ai giovani – ha detto il sovrintendente del Teatro Massimo Marco Betta -. Giulio era un artista che dipingeva e suonava; era un talento che non abbiamo saputo proteggere ma, in prima battuta, era un essere umano che meritava di vivere e che abbiamo perso”.
Alla serata, presentata da Giovanna Cirino, Lorenzo Capretta (Our Voice) e da Angela Fundarò (presidente del pool antiviolenza e per la legalità), hanno preso parte cinquanta artisti tra, musicisti, cantanti e performer. Fra loro: Chiara Lidia Giacopelli, accompagnata dall’orchestra del liceo musicale Regina Margherita, Igor Scalisi Palminteri, Giuseppe Preiti, la Women Orchestra diretta, Aurelio Billitteri, Marco Abbolone, Maurizio Gullo, Carmen Avallone, Bruna Angelico, Giuseppe Madonia, Davide Femminino, Bruna Angelica Trio, EliaPhoks, Lello Analfino, Lino Costa, Lucy Garcia, Giovanni Conte, Anna Tantillo, Emilio Garofalo, Fabio Di Carlo, OTHELLOMAN, Lorenzo Capretta, Mari Salvato, Vivi Lanzara, Robson De Almeida, Giorgio Gagliano, Pino Tiranno, Tiziano Jesus Tiranno, Giulia Chiarotti, The Nightingales Singers Ensemble.