TRAPANI. Le restrizioni da Covid-19 non hanno limitato l’impegno di associazioni e organizzazioni nel sociale, che operano con le donne vittime di violenza, come nel caso dell’organizzazione di volontariato contro tutte le violenze Co.tu.le vi., presente con sportelli di ascolto in tutta la Sicilia.
Guidata dalla giurista Aurora Ranno, intervistata dal nostro giornale, la presidente spiega come: “Nel periodo Covid sono aumentate le denunce giunte all’associazione a causa della mancanza di risposta alla richiesta d’uso di droghe, alcool e prostituzione. Sono infatti 400, le denunce, da quasi tutta la regione, raccolte in fascicolo con un metodo facile e veloce applicato e da me ideato”.
In cosa consiste il metodo? “Una prima chiamata arriva allo sportello, trasferita dal numero nazionale antiviolenza 1522, quindi l’impegno nel seguire le donne in difficoltà da parte dei nostri psicologi e assistenti sociali. La richiesta di una copia del documento di riconoscimento, con un modulo firmato, da noi inviato e trasferito tramite Whats app, per finire con l’invio della documentazione alla Procura nel giro di 1 ora”. Un metodo veloce, unico in Italia, per un modello da imitare.
“A Trapani, dove nasce Co.tu.le vi. nel 2008 con l’apertura di uno sportello antiviolenza all’interno del Tribunale, quasi tutti i giorni, comprese le festività, arriva una denuncia”, continua Ranno. Oltre alla presenza di 80 sportelli “Diana”, antiviolenza, in Sicilia, due a Roma e Velletri, i protocolli con i Prefetti e le Questure, c’è il progetto “Zeus”, con uno sportello destinato agli uomini maltrattanti, nei cui confronti è stato emesso un “ammonimento” per atti persecutori o maltrattamenti in famiglia, sottoscritto con la Questura di Trapani.
La normativa in materia prevede che il questore informi l’ammonito della possibilità di accedere a dei percorsi di trattamento specifici offerti dai servizi presenti sul territorio. In questo modo il protocollo intercetta le condotte a rischio. E il trattamento è rivolto a migliorare la gestione delle emozioni, con una riflessione sulle condotte del molestatore, per esempio il controllo della rabbia, nella convinzione che intervenire all’inizio della spirale di violenza è determinante per prevenirne la degenerazione.
“Oltre alle attività di prevenzione nelle scuole, in programma per il nuovo l’anno scolastico, che hanno avuto un grande risultato – continua Ranno – gli sportelli di ascolto nelle scuole e i progetti con le Università, il Servizio Civile Nazionale, ci sono in programma un protocollo in toto, con l’Arma dei Carabinieri, per la Regione Siciliana, replicato a Roma, quindi l’attesa di firma per un protocollo inter-istituzionale con la Prefettura di Siracusa, unica provincia dov’è assente Cotulevi. Ed un incontro a Caltanissetta”.
Valore aggiunto, quello dei protocolli inter-istituzionali già firmati a Messina, Termini Imerese, Enna, Ragusa, per citarne alcuni, che danno peso e riconoscimento all’impegno dei volontari e degli operatori Co.tu.le vi. che da più di 10 anni operano in tutto il territorio siciliano e non soltanto.