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sabato, 26 Aprile 2025
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A Caltanissetta, Banca Sicana custodisce il genio di Gino Morici

Sono decine oltre gli affreschi le opere del pittore palermitano esposte in quella che oggi è sede dell'Istituto Bancario nisseno. Aperta ai visitatori la Banca-Museo è fruibile ogni giorno previo appuntamento.

Lilia Ricca
Lilia Ricca
Giornalista pubblicista, laureata in Comunicazione per le Culture e le Arti all'Università degli Studi di Palermo, con un master in Editoria e Produzione Musicale all'Università IULM di Milano. Si occupa di cultura, turismo e spettacoli per diverse testate online e da addetto stampa. Scrive di sociale per "Il Mediterraneo 24"
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CALTANISSETTA. Osservare i saloni affrescati dal pittore Gino Morici percorrendo i lunghi corridoi che conducono ai tre piani dell’ex Palazzo Postale, nel centro storico di Caltanissetta, è un’esperienza culturale all’interno di una “Banca-Museo”. In quella che oggi è la sede di Banca Sicana, con la sua Fondazione omonima, diretta dal presidente Giuseppe Di Forti e della Sovrintendenza provinciale ai Beni Culturali e Ambientali, si cela uno scrigno di tesori frutto di una stratificazione che al suo interno ha visto, tra Seicento e Ottocento, una chiesa e un convento, una caserma di comando dei Carabinieri e un arsenale, per finire, l’ex Palazzo Postale nei primi anni ’30.

Ex Palazzo delle Poste di Caltanissetta (oggi sede di Banca Sicana)

Nella Sala dei Telegrammi del Palazzo-gioiello d’arte e d’architettura tipico del ventennio fascista, la prima sala quando si accede all’interno di Banca Sicana, si può ammirare il primo affresco di Gino Morici, con l’uomo che cavalca un cavallo grigio portando in mano un messaggio alla donna alla sua destra, dal viso malinconico e dalle forme agili e delicate. Sullo sfondo, una nave nel mare e dei gabbiani che volano in cielo. Forme classicheggianti sono visibili anche negli uomini che portano dei sacchi postali al porto e in un soldato dell’Impero romano contornato da elementi classici decorativi.

Sala dei Telegrammi (piano terra)

L’eclettismo di Gino Morici, pittore, decoratore e scenografo è tangibile nel Salone del Pubblico dove ammiriamo un meraviglioso soffitto a riquadri decorati dal pittore palermitano, i cui simboli delle comunicazioni sono contornati da disegni ispirati all’astrattismo avanguardistico coevo, con riferimenti a Depero, Mirò, Klee e Kandiskij, che si alternano a figure astratte, linee pure e perfette e icone classicheggianti.

Una delle opere di Gino Morici, in esposizione (foto Yuri Testaverde)

Era il 1933 quando Morici venne chiamato a realizzare l’apparato decorativo del Palazzo Postale di Caltanissetta. L’anno successivo dipinse l’Allegoria dell’Italia, un olio su tavola di 3,90 per 2,05 metri, per un apposito spazio murale nella Sala del Telegrafo al primo piano. Con la lungimiranza del padrone di casa di Banca Sicana, il presidente Giuseppe Di Forti e del consiglio amministrativo, il sito è stato riconosciuto e inserito nella carta regionale dei Luoghi dell’Identità e della Memoria (LIM) legati all’artista.

Allegoria dell’Italia, di Gino Morici (Foto Yuri Testaverde)

Nella Sala della Presidenza, le ultime opere dell’esposizione di Gino Morici dentro Banca Sicana dimostrano l’eclettismo dell’artista, illustratore per copertine di libri, ideatore della Città dei Ragazzi a Palermo, creatore di una serie di Hidalghi, di cui alcune esposte. Degli esseri meccanicamente perfetti, degli autoritratti, con rotelle e tubolature, dalle linee barocche, ispirati alla figura del Don Chisciotte in cui l’artista si rispecchiava.

Hidalgo, di Gino Morici (Sala della Presidenza)

Aperta ai visitatori e ai turisti, alle associazioni e alle scolaresche sette giorni su sette, su appuntamento, la Banca-Museo è inserita nella Rete Museale Culturale e Ambientale del Centro Sicilia ed è iscritta all’Associazione Dimore Storiche Italiane. È inserita nei percorsi del FAI e de Le Vie dei Tesori. Un’esposizione permanente, un luogo storico, che segna le tappe dell’identità e di un territorio, nel cuore della Sicilia più autentica.

Sala del Telegrafo, al primo piano. Con il presidente di Banca Sicana Giuseppe Di Forti (Foto Yuri Testaverde)

Un patrimonio di grande importanza, la cui fruizione e valorizzazione è in linea con la visione di marketing culturale di Banca Sicana. Negli spazi attrezzati si svolgono anche mostre e convegni. Perché, come dichiara il presidente Di Forti: “Non può esistere una Banca florida in un territorio sterile. La sterilità peggiore è quella culturale, che inaridisce il territorio e rende la persona preda del capitale”.

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