PALERMO. Sarà un’edizione memorabile, con Porta Nuova che apre per la prima volta e mostra la sua alcova e la sua terrazza spettacolare, con luoghi come il carcere dell’Ucciardone e l’Aula Bunker del Maxiprocesso che svelano la loro storia.
Con spazi che ridiventano dei cittadini, con luoghi rigenerati nel segno della partecipazione. Sarà l’anno dei giardini urbani, degli orti di specie tropicali, delle raccolte universitarie e dei musei gioiello. Dei personaggi dimenticati che raccontano storie bellissime.
Un museo diffuso che mette a rete, racconta, apre e anima oltre 150 tesori di tutte le istituzioni, enti, associazioni della città attraverso visite guidate ed esperienze. Coinvolti un centinaio di esperti del patrimonio (archeologi, storici dell’arte, architetti) affiancati da 400 studenti di nove licei e istituti superiori della città che hanno risposto alla chiamata dell’Ufficio scolastico regionale.
A partire dal “tesoro” in assoluto, quella Porta Nuova che segnava l’entrata nella città, che un vicerè trasformò in alcova e che ospitò Garibaldi: per la prima volta si potrà percorrere la terrazza scoperta che la collega a Palazzo Reale e salire alla prima balaustra da cui ammirare da un lato Monreale e dall’altro il mare, passando a volo d’uccello sulle cupole del centro storico.
Ritornano le visite al carcere Ucciardone, emblema di anni bui ma oggi pieno di attività produttive e artistiche. Si aggiunge l’Aula Bunker dove la visita sarà arricchita dal racconto dei cronisti che seguirono il maxiprocesso. Soltanto nel primo weekend anche la sede della Prefettura a Villa Whitaker.
Aprono le porte 3 chiese dimenticate del centro storico, colme di stucchi e di memorie. Le dimore disegnate da architetti affacciate sul golfo, i palazzi storici che ricamano mostre contemporanee. Coinvolti, affascinati, innamorati di una città che cambia a ogni angolo. E che continua a offrire inediti e sorprese.
IL FESTIVAL 2022
Al via dunque Le Vie dei Tesori numero 16 a Palermo dove tutto è cominciato nel 2006. Si inizia venerdì 30 settembre (si torna al venerdì, soprattutto per le scuole) fino al 30 ottobre, per cinque weekend, in contemporanea a Catania, dove il festival partirà sabato 1. Fino al 16 ottobre anche a Carini e Cefalù, Ragusa e Scicli e per la prima volta anche ad Alcamo.
A Palermo, ai sabato e domenica si aggiunge di nuovo, dopo tre anni, il venerdì, quando alcuni siti apriranno in particolare per le scuole ma saranno fruibili da tutti. Un movimento di “riappropriazione della bellezza”, che riesce a scrollarsi di dosso le restrizioni del Covid.
L’anno scorso il festival ha comunque sfiorato le 130 mila presenze solo a Palermo che sono diventati 195 mila con le altre città coinvolte, con un indice di gradimento quasi al 90 per cento e un indotto di 5 milioni di euro. E riabbraccia felicemente lo storytelling nei luoghi, le visite condotte dai giovani, la gioia di ritrovarsi, il racconto delle comunità che si riappropriano degli spazi.
I LUOGHI A PALERMO
I luoghi sono 88 e spesso si intersecano con le esperienze: alcuni noti, altri inediti. Tra fornaci, cripte, camere dello scirocco, si scoprirà il sottosuolo della città. Si cercherà il cielo dal Piper o sulle Porte della città (Porta Nuova, straordinaria con quella sua guglia di ceramiche su cui svetta l’aquila cittadina e con Porta Felice, un tempo baluardo sul mare). In mezzo resta la città. Le ville e i palazzi storici: a partire da Palazzo Francavilla, affacciato sul Teatro Massimo, un tempo primo avamposto “di campagna” fuori le mura: ci lavorò il Basile, ma anche Civiletti, Ugo e Rutelli.
Il trecentesco Palazzo Galletti di Santamarina che sorse su un tratto delle mura del Cassaro, possiede ancora un ricco impianto di bifore, archi e mensole intagliate: oggi è un luxury hotel e nel rifugio antiaereo è stata realizzata una spa (che è una delle esperienze del festival). Villa La Pompeiana di Mondello che è rinata dopo essere stata considerata per decenni casa dei fantasmi. Villa Lituania, affacciata sull’Addaura e Villa Magnisi con la sua collezione di piante officinali. E ancora, la chiesa degli “aromatari”, i farmacisti di un tempo e Santa Maria di Portosalvo, “mutilata” dal prolungamento del Cassaro a metà ‘500.
San Gregorio Papa che sembra sbucare fuori dalle bancarelle del Capo e la piccola Sant’Agnese, cuore pulsante del rinnovamento del quartiere Danisinni e (gradito ritorno dopo tempo) la Cripta delle Repentite, con le tombe segrete delle prostitute diventate monache. Il Convitto Nazionale dove studiò Giovanni Falcone, con il suo spettacolare refettorio che sembra uscito da un libro di Harry Potter.
Ci si potrà affacciare dai balconi di Palazzo Valguarnera dove l’artista Marco Papa continua il suo lavoro legato alla ricomposizione di miti e storie contemporanee. Alla Chiesa Anglicana si cercheranno le tracce dei Whitaker e degli Ingham, lo Steri si aprirà come un unico complesso monumentale dove seguire percorsi diversi. Ritorna la Casa Massonica con le sue stanze segrete, la collezione di Anatomia dell’Università tra i manichini su cui un tempo si studiava. Si scopre che la città possiede cave sotterranee, le antiche Fornaci di nuovo visitabili.
Aprono le porte i teatri (Massimo, Biondo, Politeama), i luoghi della Fondazione Sicilia (Palazzo Branciforte e Villa Zito) e i musei: solo per Le Vie dei Tesori l’Abatellis cuce un unico percorso dedicato alla pittura siciliana di ‘600 e ‘700. L’Oratorio dei Bianchi apre tre sale meravigliose del primo piano, tra cui anche la sala del Fumagalli. Palazzo Mirto, con gli appartamenti del secondo piano.
I luoghi della legalità: sono tanti, a partire dall’aula Bunker del Maxiprocesso (sempre dentro l’Ucciardone, ma con un altro ingresso) dove di solito sono ammessi solo avvocati, giudici e imputati e dove le visite saranno arricchite dal racconto dei cronisti che da tempo seguono i fatti di mafia. La Casa dove visse Padre Pino Puglisi, ucciso esattamente trent’anni fa e la Questura che ha ideato un percorso-memoriale sulle vittime di mafia.
LE ESPERIENZE
Quasi 50 le esperienze davvero speciali. Si scenderà di nuovo (dopo tempo) nei qanat arabi, si potrà andare in barca tra grotte e ninfei sconosciuti, o cercare i contorni della famosa “Sicilia” nell’isola che un tempo era al centro del lago di Maredolce. Dagli ormai abituali (e sempre sold out in poche ore) voli in Piper alle visite in notturna all’Orto Botanico allo yoga al centro buddista Muni Gyana a Pizzo Sella. Si potrà seguire il lavoro delle restauratrici a Palazzo Montalbo, imparare a dipingere il vetro con gli artigiani o scoprire gli affreschi ritrovati nella caserma Ruggero Settimo dove è anche possibile visitare un piccolo museo della guerra.
Salire dai frati di Santa Maria del Gesù o cercare i nomi celebri sulle tombe del cimitero monumentale. Scoprire costumi d’epoca nelle collezioni private (l’abitazione della giornalista e scrittrice Marcella Croce è un viaggio in Paesi lontani restando a casa), raccolte di maioliche dal tratto squisito, un focus sulle prime edizioni dei “Beati Paoli” allo Spazio Flaccovio. Raggiungere il luogo preferito dai vedutisti di metà Ottocento, scoprire i segreti della “maramma” della Cattedrale o delle tante Rosalie della città, con Giovanni Travagliato, e capire come si possa “rigenerare” la città con l’assessore e professore globetrotter Maurizio Carta. Grandi e piccini entreranno in quel cuore nuovo che è Radici nato in una cartiera dimenticata o da Terra Franca, simbolo del Sacco di Palermo, oggi sede del primo apiario olistico siciliano.
L’ARTE CONTEMPORANEA
Del diruto Palazzo Costantino, sotto l’affresco superstite del Velasco, si è innamorata la francese Juliette Minchin, che qui ha rintracciato numerose connessioni materiche e concettuali con il suo lavoro. Scelta tra gli artisti di Atelier Panormo – selezionati da Chiara Parisi, direttrice del Centre Pompidou -Metz, e Andrea Lissoni, a capo della Haus der Kunst di Monaco di Baviera – ha immaginato un dialogo con cera, ceramiche, terra, materiali naturali, che contengono nella forma e nella sostanza il processo alchemico della trasformazione, testimoniando il passaggio del tempo. Il progetto curato da Paola Nicita all’interno dell’Itinerario Contemporaneo nato per il festival è realizzato con Institut Française di Palermo. Palazzo Costantino è stato messo a disposizione da Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona e Cesira Palmeri di Villalba.
Palazzo Isnello, affacciato sul Cassaro, invece, nasconde due segreti: l’unico Genio di Palermo in una dimora privata e lo studio dell’artista Fabrice de Nola che al Genio ha dedicato la sua più recente ricerca. Tanto che, per Le Vie dei Tesori, Fabrice de Nola presenta À faire de nouveau, mostra a cura di Desirée Maida che racconta il suo lavoro sul barbuto nume tutelare della città. Opere note e inedite che cuciono un percorso, uno vero studio-visit che diventa anche scoperta dell’antico palazzo nobiliare che i de Nola hanno conservato nel tempo come un tesoro. La mostra presenta opere pittoriche che sono implementate da codici QR che approfondiscono il racconto sul Genio, e stereografie fruibili dal pubblico attraverso uno speciale visore stereoscopico.
Molto interessante anche il sito dell’ex Gasometro, vero reticolo industriale dimenticato, visibile da gran parte della città, che la AMG ha riqualificato destinandolo alla sua collezione di artisti contemporanei.
LE ESPERIENZE FUORI PORTA
Palermo val bene una visita, ma i dintorni ‘manco’ scherzano: ecco 10 esperienze fuori porta, a partire da Terrasini dove apriranno solo per i visitatori del Festival le collezioni e i depositi di Palazzo D’Aumale, spiegate da un entomologo. Sempre a Terrasini si potranno scoprire i fondali di Cala Rossa. Snorkeling a Capo Zafferano e giri in barca a vela dal borgo di Porticello dove si potrà anche scendere in immersione accompagnati dai sub. A Santa Flavia si visiterà sia la delicata Villa Filangeri con il suo parco storico, a San Mauro Castelverde bisognerà armarsi di coraggio per il percorso mozzafiato della zipline ma anche la discesa nelle gole è da non dimenticare.
LE TEATRALIZZAZIONI E I CONCERTI
Stefania Blandeburgo si farà in tre, in quattro, in cinque, passerà dai velluti seicenteschi ai busti settecenteschi agli stracci della moglie di Peppe Schiera, dalla cortigiana sontuosa fino all’elegante signora Decò, dando vita a cinque straordinarie storie di donne. Sarà Dulciora, la donna che sfidò il Sant’Uffizio tra le carceri dello Steri: un’inquisita di riguardo, che però usò la sua posizione per sbertucciare il bigottismo degli uomini di Torquemada. Poi Lucie Henry, la moglie francese di Vincenzo Florio che lo seguì dagli sfarzi dei salotti alla caduta finanziaria, e racconta questo grande amore dai salotti della Palazzina Quattro Pizzi all’Arenella.
Dalla povera Margheritina che cerca il suo marito poetastro sotto le macerie delle bombe del ’43 (in scena nel rifugio antiaereo della biblioteca Bombace) a zia Mimmi, la marchesa Maria Concetta Giaconia, vedova del marchese Gaetano Pottino di Irosa, morta a 101 anni nel 2013 nella sua grande villa di via Notarbartolo, dove ora la pronipote, Geraldina Piazza, ne recupera la storia. E infine un ritorno, la cortigiana protetta dal vicerè Colonna: racconterà editti e bandi contro le donne come lei in quel luogo senza tempo che è la Cripta delle Repentite.
A Palazzo Alliata dove, tra parrucche, scollature, nei e crinoline, si srotolerà una visita-happening in costume tra tanti personaggi dell’epoca che accoglieranno i visitatori. E uno storico innamorato come è Salvatore Savoia racconterà un vero Genio del male come l’abate Vella, autore della celebre “impostura” narrata da Sciascia.
Ha già avuto un successo straordinario su palcoscenici inediti ritagliati come appendice al festival dei Borghi dei Tesori. Prima ancora, in stagione al Teatro Biondo. Il viaggio di “In nome della madre”, il bellissimo testo di Erri De Luca interpretato da Galatea Ranzi non è finito, anzi, andrà in scena sullo sfondo del Castello a Mare, il cui recupero è stato completato lo scorso anno. Il racconto laico e contemporaneo della gravidanza di Maria e la nascita di Gesù.
In collaborazione con Le Vie dei Tesori anche il festival “Prima Onda” che è in programma per un mese a partire dal 3 ottobre e che per un intero weekend (l’ultimo, dal 28 al 30 ottobre) innesterà i suoi spettacoli in alcuni luoghi del Festival. Teatro, musica, improvvisazioni e danza prenderanno vita in palcoscenici non usuali nella zona Sud della città, dall’Ecomuseo del Mare alla Casa di Padre Messina. Saranno questi a ospitare ensemble stranieri e giovani compagnie. ll ricavato degli spettacoli di questo weekend sarà tutto devoluto da Prima Onda al restauro che Le Vie dei Tesori si è impegnato a fare in un bene dell’Esercito: la realizzazione di una struttura di protezione dalla caduta massi di un’area della Caserma Ruggero Settimo che consentirà di riaprire il teatro della Caserma.
Al Museo Pasqualino ci si immergerà nell’Opera, tra cristiani, saraceni, paladini e figure fantastiche. A grande richiesta tornano i concerti jazz tra i reperti del Salinas che si lasceranno (virtualmente) invadere dai tre sassofoni L.Switters Sax Brotherhood (Gianni Gebbia, Davide Barbarino e Pierfrancesco Mucari, nascosti dietro nomi surreali): uno improvviserà davanti alla statua di Zeus, l’altro condurrà tra crateri dipinti, stele, vasi, il terzo dialogherà con la Pietra di Palermo. Poi tutti e tre faranno esplodere di note la Sala delle Metope.
LE VIE DEI SAPORI
Non si può dimenticare il gusto, che è cultura e scoperta. Le Vie dei Tesori ha cucito esperienze particolari e storytelling: con le Cuoche combattenti nella chiesa di san Gregorio Papa scoprendo che un barattolo può essere simbolo di rinascita. Che, da dolci e biscotti può nascere il riscatto e il giardino fiorito di Cotti in Fraganza. C’è un luogo a due passi dal centro di Palermo dove si coltivano avocado, mango e papaya. A San Martino delle Scale si produce (e si degusta) ancora la birra dei monaci. In un Museo del caffè come quello creato da Morettino, la visita può essere gustosa, profumata, immersiva. Gli aperitivi o il brunch sono ancora più belli se ospitati in antiche residenze nobiliari come palazzo Asmundo o liberty come lo Stand Florio. Tutti da prenotare su www.leviedeitesori.com.
IL FESTIVAL KIDS
Ritorna dopo tre anni una sezione del festival dedicata a bambini e ragazzi, da 3 a 12 anni. Da venerdì 30 settembre a venerdì 28 ottobre, ogni giorno, dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 13, saranno ospitati in tre gazebo nelle piazze principali di Palermo per conoscere e immaginare la città, tra esperienze e laboratori creativi. Al Politeama scopriranno i Florio, Basile e la Belle Époque. In piazza Verdi potranno sciorinare vicoli e piazze di un meraviglioso Monopoly, anticipando l’edizione del gioco tutta dedicata a Palermo. Nel gazebo Bellini recupereranno la memoria del Genio di Palermo, simbolo di inventiva, appartenenza e creatività: il laboratorio è stato ideato dall’artista Domenico Pellegrino.
PASSEGGIATE
Condotte da botanici, guide naturalistiche, giornalisti, storici, appassionati, sono una delle anime più seguite del festival. Sono 80, alcune replicate più volte, tante vengono proprio richieste ogni anno dagli appassionati: dai Quattro Mandamenti alle periferie, dentro e fuori le “mura”, di giorno e di notte, all’alba e al tramonto. Il progetto di alleanza creativa Sperone167 sta facendo rinascere un quartiere dei diritti negati nel segno dell’arte.
Dai Giardini d’Orleans che verranno visitati con la guida di un ornitologo, alla Palermo araba, ai tour sulle tracce dei Florio e sulle orme dei gattopardi, cercando Goethe o raggiungendo un borgo fantasma, o cercando un fiume sotterraneo, persino adocchiando un bosco dimenticato ai margini della Conca d’Oro. Cercando le periferie che faticosamente rinascono, gli spazi “invisibili” censiti dai geografi contemporanei di Giulia De Spuches. Tuffandosi nella Mondello Liberty delle ville eleganti, nel Parco della Favorita che è una sorpresa. Tante passeggiate green, soprattutto fuori porta, in montagna e in collina, tra ruscelli e cascate, sentieri e mulattiere, per scoprire che i dintorni della città (anche in prossimità) sono straordinari.
COME PARTECIPARE
Grande novità dell’anno, un’App agile e funzionale, scaricabile gratuitamente, dove avere tutte le informazioni, acquistare i coupon, avere in tempo reale le notifiche sull’ultimora. La prima App che rende fruibile in modo innovativo il patrimonio di Palermo.
Per partecipare basta acquisire il coupon per l’ingresso con visita guidata sul sito www.leviedeitesori.it o negli info point in città. Un coupon da 18 euro è valido per 10 visite, da 10 euro per 4 visite e da 3 euro è valido per un singolo ingresso. Per le passeggiate, coupon da 6 euro. Per le esperienze, i coupon sono di valore variabile.
Consigliata la prenotazione on line su www.leviedeitesori.com. In alternativa, ci si può presentare direttamente all’ingresso dei luoghi mostrando la pagina con il codice QR ricevuta via mail al momento dell’acquisto, ma si entrerà soltanto se ci sono posti disponibili. Le scuole o i gruppi organizzati possono scrivere a prenotazioni@leviedeitesori.it. Informazioni al 091 842 0004, tutti i giorni, dalle 10.00 alle 18.00.