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domenica, 27 Aprile 2025
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Borgo Parrini rinasce nel segno dell’architettura di Gaudì

Giuseppe Madonia
Giuseppe Madonia
Ingegnere informatico con il pallino per fotografia e il racconto per immagini sia statiche che in movimento. Si occupa anche di impaginazioni, grafica e gestione siti web.
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Succede a Borgo Parrini (Partinico) nella provincia di Palermo dove, dopo decenni di abbandono causato dallo svuotamento del paese da parte dei residenti, un imprenditore, Giuseppe Gaglio, con la passione per l’arte, ha deciso di iniziare un lento recupero per ridare vita al paese. Lo ha fatto ispirandosi al modernismo catalano in chiave neogotica, orientale e naturalista, dell’architettura di Antoni Gaudì, che ha donato tanto prestigio alla città di Barcellona.
Oggi, Borgo Parrini conta circa 20 abitanti, ma ha una storia antica. Le sue origini risalgono agli inizi del ‘600, quando i Padri Gesuiti del Noviziato di Palermo acquistarono le terre in alcuni feudi del territorio di Partinico. Agli inizi del ‘700, per controllare il lavoro dei coloni e dei contadini, i Gesuiti fecero realizzare una chiesa che diventò nel tempo il fulcro di un vero e proprio paesino con magazzini, torri e mulini. Nell’800 il paese cadde in stato di abbandono, quando i Gesuiti persero le proprietà dei terreni. Il borgo divenne quindi un paese fantasma. Venne mantenuto in vita da pochi cittadini che dagli anni ’70 hanno cercato di preservarlo e oggi sta rinascendo grazie all’energia positiva e alla fede nella bellezza.
Nel 2019 è stato inaugurato anche un centro culturale e caffè letterario realizzato dall’associazione “I campanili a Borgo Parrini”. La struttura, voluta fortemente dallo stesso Giuseppe Gaglio, nel 1600 ospitava il convento dei Gesuiti. Sono sorti anche dei luoghi di ristorazione per rendere più lieta la permanenza dei visitatori che arrivano da tutta la provincia. Aggirarsi tra vie lastricate del borgo, osservare i muri colorati, murales e omaggi d’arte sparsi per il paesino fermandosi magari a pranzare aiuterà se stessi e Borgo Parrini a non cancellare le proprie radici, bensì a reinventarle con intelligenza.

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