PALERMO. Partire dalle parole per fare crescere una maggiore giustizia sociale fondata su democrazia autentica e diritti. In questo modo, ieri sul sagrato della Cattedrale, in occasione de “La via dei Librai – Artigiani di Pace” è stato presentato Il Vocabolario delle Donne e le “Le Rosalie invisibili del Mediterraneo“.
Il Vocabolario delle Donne è un percorso comunitario che punta alle pratiche di bene e di pace che hanno come protagoniste “Le Rosalie invisibili del Mediterraneo” in occasione del 400° anniversario del Festino di Santa Rosalia di Palermo.
Durante l’evento, l’attrice Isabella Luna Sciortino ha letto i pensieri di alcune donne che dopo la sofferenza sono riuscite a rialzarsi. L’attivista Rachele Scardamaglia, invece, è partita dalla parola intersezionale dalle origini afroamericane. “La parola intersezionale, oggi ci permette di conoscere le minoranze tra le minoranze – ha spiegato Rachele Scardamaglia -. In Italia ci sono ancora molti fattori discriminatori intersezionali in chi ha lo status migratorio che sono politici, sociali e istituzionali”.
Bijou Nzirirane, originaria del Congo e a Palermo da 15 anni ha scelto la parola lavoro. “Lavoro è donna se pensiamo a tutti i lavori che compie a casa e nei diversi luoghi esterni – ha affermato -. Ancora oggi la donna guadagna meno dell’uomo con la giustificazione che deve impegnarsi pure nel lavoro di cura familiare. Nonostante la strada da percorrere sia ancora lunga dobbiamo continuare ad attivarci per educare all’eguaglianza dei diritti tra i generi”.
Irene Fornaia ha parlato di una parola collegata allo strumento musicale afrobrasiliano Batuque. “Parto da questa parola che significa ritmo per ricordare il potere della musica come strumento di lotta non armata pacifica che ha permesso e ci permette ancora di esprimerci in tutte le forme, valorizzando le comunità che esistono e resistono nonostante tutto”.
Assente per motivi personali, è stata letta anche la testimonianza di Stefania Macaluso sulla parola gerarchia. “Il percorso è nato lo scorso 25 novembre per la giornata per l’eliminazione della violenza contro le donne. Partiamo dalle parole perché queste, possono essere piume per volare in alto ma possono essere anche pietre che ci feriscono. Durante questi mesi abbiamo raccolto – ha detto Anna Staropoli, referente del progetto – e stiamo ancora raccogliendo, le parole delle donne che inseriremo all’interno del sito dell’arcidiocesi e nel sito Sorelle Diocesi di Napoli che coinvolge una rete di sette diocesi. Le diocesi coinvolte sono quelle di Palermo, Catania, Mantova, Verona, Reggio Calabria-Bova, Cassano sullo Ionio e Napoli. Le parole raccolte saranno poi ridiscusse con altri gruppi di donne e con le comunità territoriali, per creare uno spazio di ascolto e di confronto reciproco attraverso la risignificazione delle parole, tracciando linguaggi e visioni di futuro e di speranza possibile”.
Il percorso itinerante, attraverso il Vocabolario delle Donne, da giugno a novembre 2024, infatti, si articolerà in alcuni quartieri di Palermo attraverso l’incontro tra gruppi di donne (le tante Rosalie di oggi) che si confronteranno su parole chiave con un approccio interculturale, intergenerazionale, intersezionale. In particolare, ci saranno alcune tappe che verranno condivise dall’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice, dal preside della Facoltà Teologica di Sicilia don Vito Impellizzeri insieme ad associazioni, gruppi di donne e comunità territoriali.