SCIACCA. Una chiesa dimenticata, chiusa da 70 anni e un artista eclettico che ama le stratificazioni. Un’alchimia perfetta che ha dato vita a una mostra speciale allestita in occasione del festival Le Vie dei Tesori a Sciacca. Tutti i weekend, dal 2 al 17 ottobre, riapre infatti dopo svariati decenni la chiesa dello Spasimo, che fu sede di una sezione della Corte di Assise di Agrigento, e nel 1963 si trasformò in set per la scena del processo di “Sedotta e abbandonata”, di Pietro Germi.
Tanti giovani hanno portato via tonnellate di rifiuti e centimetri vischiosi di guano. Qui, nella chiesa dello Spasimo di Sciacca, Franco Accursio Gulino ha fatto nascere “Domus”, la sua personale curata da Laura Anello (presidente della Fondazione Le Vie dei Tesori) e Anthony Bentivegna. “Gulino è entrato in simbiosi con lo spazio, evocandone la storia per immagini”, si legge in un post sulla pagina Facebook de Le Vie dei Tesori, che racconta dell’apertura straordinaria. “Buste, lettere quasi fossilizzate, dipinti con terre colorate, alcune tratte dalla sua casa di Agrigento: “Domus” non è nata facilmente, l’artista cercava da tempo un sito adatto alla sua ispirazione e con lo Spasimo si è creato un cortocircuito straordinario“. “Un’installazione per raccontare la perdita del senso dell’accoglienza”, spiega l’artista. Una personale che ricuce una ferita con la città. Una chiesa scomparsa dalla memoria della comunità, sul cui altare si trovava la grande tavola dello Spasimo, copia cinquecentesca dell’opera di Raffaello (oggi esposta al Prado di Madrid) del pittore palermitano Antonello Crescenzio.
Luoghi, esperienze e passeggiate a Sciacca
Insieme allo Spasimo, Sciacca si metterà in vetrina con altri 12 luoghi per Le Vie dei Tesori, al via da sabato 2 ottobre, tra collezioni private, case d’artista, e l’ex chiostro del Carmine, oggi carcere, dove sarà possibile entrare per qualche ora. Ci saranno i sorprendenti campanili e le torri con vista mozzafiato a corredo: dalla torre campanaria della chiesa di San Michele, per esempio, dove gustare i dolci delle monache, ai tetti della chiesa del Carmine dove si racconterà della beata Angela da Sciacca.
Poi, le tante esperienze e passeggiate, per mare e per terra, come la visita alle botteghe dei ceramisti e dei corallari, assistere al lavoro degli artigiani, salire su un’art-car o assistere al racconto degli “stazzunari”, lo “schiticchiu”, nel borgo antico o ancora andare a lezione di uncinetto. Percorsi fuori porta nelle necropoli e infine la pesca con le lampare: si potrà salire di notte sulle barche con i pescatori e lasciarsi portare dal mare. Qui il programma completo del Festival a Sciacca.