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domenica, 20 Aprile 2025
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Musical su “I promessi sposi” a Palermo: show tra “teatro e vita”

Sul palco del Teatro Don Bosco “Ranchibile”, la rivisitazione della celebre opera manzoniana scritta da Michele Guardì con i membri dell'associazione palermitana

Patrizia Carollo
Patrizia Carollo
Palermitana, classe ’75, laureata in Scienze dell’Educazione. Moglie e mamma di famiglia numerosa, è appassionata di Teologia. Ultimato il triennio della Scuola Teologica di Base, prosegue gli studi all’arcivescovado di Palermo. Col marito e i figli è impegnata in parrocchia e nel Movimento dei Focolari. Giornalista pubblicista dal 2005, collabora con “Città Nuova”, “Test Positivo” (di cui cura la pagina di Letteratura) e “Il Mediterraneo 24”. Ha una predilezione per gli “ultimi”
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PALERMO. L’associazione “Teatro e Vita” ha portato in scena, domenica scorsa, al Teatro Don Bosco “Ranchibile” di Palermo, il musical “I Promessi Sposi. Un Amore senza leggi” scritto da Michele Guardì, con la regia di Giuseppe Celesia, e le suggestive musiche di Pippo Flora.

La rappresentazione scenica, ispirata alla celebre opera di Alessandro Manzoni, è stata magistrale. Gli attori protagonisti, coadiuvati dai ballerini che hanno accompagnato quasi ogni scena, sono riusciti a render, a perfezione, la storia di Renzo e Lucia e del loro travagliato, impedito, amore.

Sul quel “questo matrimonio non s’ha da fare” con cui si apre il sipario, alla vista della voce narrante e dei bravi che incontrano il pauroso don Abbondio (parroco del paese) che avrebbe dovuto celebrare, a breve, le nozze dei due giovani, s’intrecciano le vicende dell’arrogante don Rodrigo (che desiderava Lucia per sé, e non conosce altri mezzi per raggiungere i suoi intenti, se non  la violenza), di Perpetua (la serva pettegola del prete), Agnese (la madre protettrice di Lucia), Geltrude (la struggente monaca di Monza, costretta a prender i voti per volere del padre e sofferente per non riuscire, anch’ella, a vivere un amore appena sbocciato), frà Cristoforo (che dopo aver sperimentato il dolore per un omicidio, si sente colpevole e desideroso d’aiutare il prossimo ripotandolo a Dio, che è misericordia, giustizia e perdono), l’Innominato, ed altri.

È narrata anche la peste che, nel 1630, sconvolse Milano e che, al pari della pandemia da Covid-19, ha portato tante morti, ma anche nuove consapevolezze.

Che dire? Lieti d’esser stati fra coloro che hanno goduto dello spettacolo, possiamo affermare: “Bravi tutti, indistintamente: l’autore, il regista, lo sceneggiatore, la costumista, chi si è interessato alle musiche, ogni attore”. Nessuno ha poggiato piede sul palco che non fosse ponderato o passionale; ognuno, ha intrattenuto, a suo modo, la platea. E la platea non smetteva di applaudire. Fra questi, anche giovani ragazzi che potranno ora approcciarsi a questo capolavoro della Letteratura italiana, con maggiore slancio e desiderio di non tergiversare nella lettura.

Pochi testi, come I Promessi Sposi, del resto, riassumono, a menadito, così tanti vissuti dell’animo umano, come la sofferenza, i timori, l’inadeguatezza di chi si sente povero, ignorante o, di contro, colto ma, ugualmente, incapace di ribellarsi alla disonestà e crudeltà del male imperante. Su ogni sentimento, emerge, certamente, però, l’amore, quel bisogno impellente di chiunque (buono o cattivo, laico o religioso) d’amare e d’essere amato, e di non poter vivere senza il perdono.

Il “pane del perdono” è, infatti, ciò che, infine, fra le pagine di un libro, nel palco o nella vita, resta e salva. Che può permettere anche ad un malvagio di morire, in pace. Chi ha perso il musical, cerchi di vederlo! È ancora possibile prenotare delle matinée contattando l’Associazione “Teatro e Vita”. 

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