PALERMO. Domenica 3 luglio alle ore 20, nella suggestiva Valle dei Templi di Agrigento, Maurizio Piscopo e Antonio Zarcone, coautori del libro “Vitti ‘Na Crozza la storia e la musica dei fratelli Li Causi” riceveranno il Premio “Ignazio Buttitta” giunto, col 2022, alla sua XXIII edizione.
Diretto da Lina Urso Gucciardino, Il Premio di Arte e Cultura Siciliana “Ignazio Buttitta” nasce come un concorso letterario teso a valorizzare e diffondere la lingua e la cultura siciliana. Vi hanno partecipato oltre 500 tra poeti e scrittori con elaborati provenienti da ogni parte d’Italia e anche dall’estero. “Vitti ‘Na Crozza La storia e la musica dei fratelli Li Causi”, edito dalla Casa Editrice Lilit Books, è stato fra i più fortunati. Incuriositi, abbiamo dato la parola ad uno dei due autori, il maestro di scuola elementare Giuseppe Maurizio Piscopo (Favara 1953) che, oltre ad essere un fervente scrittore e giornalista, è anche un compositore e musicista.
Maestro Piscopo, partiamo dal titolo dell’ultima sua fatica letteraria: “Vitti ‘Na Crozza…”
“Si tratta di una canzone che è nata a Favara, il mio paese natio, ed è un canto di zolfatari a tanti caro, contro la guerra. È stato musicato da Franco Li Causi. È stato anche la colonna sonora del film di Pietro Germi “Il Cammino della speranza”, Orso d’Argento al Festival di Berlino nel 1951”.
Quale messaggio volete dare con questo libro?
“Vogliamo far rivivere la storia e la memoria dei fratelli Li Causi musicisti a tutto tondo di Porto Empedocle, che hanno dedicato la loro vita alla musica ed hanno composto più di duemila brani, portando la Sicilia in ogni parte del mondo, riscuotendo grande successo fino a Melbourne in Australia. Con Franco e Totò Li Causi, Agrigento era diventata come Vienna: la città siciliana della grande musica popolare”.
Cosa la lega ad Antonio Zarcone coautore del libro?
“Ad Antonio mi lega un’amicizia fraterna lunga 50 anni. Insieme abbiamo fondato il Gruppo Popolare favarese, abbiamo scritto canzoni, storie ed abbiamo cantato e suonato in molte città del mondo, riscuotendo grande attenzione dal pubblico e dalla critica. Con Antonio siamo considerati la memoria storica della Sicilia ed il nostro gruppo ha avuto la storia più lunga dei gruppi che sono nati in Sicilia”.
Il 3 luglio al Tempio di Giunone di Agrigento vi sarà consegnato il Premio Buttitta: che significato ha per voi questo premio?
“Un grande significato morale e culturale allo stesso tempo. Desideriamo portare la nostra storia musicale e letteraria alle nuove generazioni, con la speranza di continuare a scrivere altri libri che possano portare alla memoria storie dimenticate, affinché non restino sepolte nell’oblio del tempo…”.
Che consigli darebbe ad un giovane appassionato della scrittura per scardinare le paure e dirigersi, con gioia, alla stesura di un libro?
“Consiglierei di lasciarsi abbracciare dall’entusiasmo, di non arrendersi. Il mondo ha bisogno di leggere nuove storie, di sognare un nuovo mondo fatto di solidarietà e di sentimenti, non di bisogni finti che ci incatenino ancora di più…”.
Considerandola come esempio virtuoso di sempreverde narratore pluripremiato, quale crede sia il più grande merito dei suoi testi?
“Non penso di avere grandi meriti. Sono stato per 40 anni un maestro nelle scuole difficili di Palermo e molte cose le ho apprese dai bambini che mi hanno insegnato a leggere il mondo con occhi diversi… Se sono diventato uno scrittore lo devo a loro. Grazie sempre ai bambini”.
Chi è oggi Giuseppe Maurizio Piscopo?
“Sono un maestro in pensione che scrive tutti i giorni e continua a suonare la fisarmonica per rendere la sua vita e quella degli altri meno dolorosa…”.
Come vede e cosa vorrebbe realizzare nel suo futuro?
“Mi sento un po’ triste a causa della guerra e delle ingiustizie che ci sono nel mondo. Reagisco scrivendo. Ho tre libri in lavorazione ed il progetto di realizzare un film di “smangiamento”, molto spiritoso, tratto da una mia storia con la regia di Rosario Neri”.