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giovedì, 6 Marzo 2025
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“Siamo pietre d’inciampo”: a Danisinni una rappresentazione per non dimenticare la Shoah

Lo spettacolo teatrale, a cura di Gigi Borruso, è liberamente ispirato ad alcune pagine di ‘Se questo è un uomo’ di Primo Levi

Serena Termini
Serena Termini
È nata il 5 marzo del’73 e ha tre figli. Dal 2005 è stata la corrispondente dell'agenzia di stampa nazionale Redattore Sociale con cui oggi collabora. Da sempre, ha avuto la passione per la lettura e la scrittura. Ha compiuto studi giuridici e sociologici che hanno affinato la sua competenza sociale, facendole scegliere di diventare una giornalista. Ciò che preferisce della sua professione è la possibilità di ascoltare la gente andando al di là delle prime apparenze: "fare giornalismo può diventare un esercizio di libertà solo se ti permettono di farlo".
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PALERMO. Nel suggestivo teatro Chapitô di Danisinni, con le attrici e gli attori di DanisinniLab e con la musica dal vivo di Giacco Pojero, è andato in scena ‘Siamo pietre d’inciampo’ di Gigi Borruso, una rappresentazione teatrale, profonda e commovente, ispirata ad alcune pagine del libro “Se questo è un uomo” di Primo Levi; un momento di incontro e di riflessione in occasione della Giornata della Memoria. Una produzione di DanisinniLab e Museo Sociale Danisinni con il sostegno di Ersu Palermo con cui da quest’anno è stata siglata una collaborazione.

Il titolo della performance si è ispirata al noto progetto dell’artista tedesco Gunter Demnig di porre un piccolo blocco quadrato di pietra, ricoperto di ottone, davanti la porta della casa nella quale abitò un deportato nei campi di sterminio nazisti, su cui sono incisi il nome, l’anno di nascita, il giorno, il luogo di deportazione e la data della morte. Un modo per inciampare emotivamente su una storia che ci riguarda tutti e per ricordare ogni singola vittima.

Uno spettacolo che ha voluto ricordare la vita, la dignità e i sogni negati a milioni di persone dalla perversa ideologia antisemita del nazifascismo. Gli attori e le attrici hanno rappresentato le fortissime emozioni dettate dalle ansie, le paure e le angosce, vissute prima e durante la deportazione; riportando alla memoria fatti e pensieri di quei tragici anni, con un focus sulle gravi responsabilità del regime fascista che con le leggi razziali del’38 e l’attiva collaborazione ai rastrellamenti degli anni ’43/’44 si macchiò di crimini contro l’umanità.

Un momento dello spettacolo “Siamo Pietre d’incimapo a Danisinni (ph. Rossella Puccio)

“Si tratta di una memoria essenziale e fondamentale – racconta Valeria D’Aquila di 56 anni, una delle attrici – perchè le deportazioni, che hanno interessato territori vasti, hanno coinvolto l’intera umanità. E’ necessario e indispensabile ricordare questo coinvolgimento profondamente disumano che è avvenuto nella storia anche per tutti coloro che non l’hanno vissuto e sono venuti al mondo dopo. Tutti quegli uomini e quelle donne che sono stati coinvolti nello sterminio nazifascista hanno avuto una esperienza di estremo dolore che in molti casi ha portato alla morte. Chi non è morto, ha sofferto atrocemente e, il ricordo di questo, ci deve fare ridimensionare oggi la nostra vita rispetto al passato. Pertanto, non si può e non si deve dimenticare questa parte della storia collettiva e universale che ci riguarda da vicino”. 

“Abbiamo provato a stare fuori dalla retorica, cercando di rendere teatralmente dei pezzi importanti e significativi della storia. Della Shoah, il pianificato sterminio del popolo ebraico a opera del regime nazista, vi è un’immane documentazione – afferma Gigi Borruso -. Eppure ancor oggi la tentazioni di banalizzare e di relativizzare quella storia ritornano, così come quelle di strumentalizzarne il senso. Il lavoro di DanisinniLab è animato dall’idea d’un teatro che coinvolga da vicino le comunità, che sappia navigare nell’immaginario, facendosi, al contempo, viva testimonianza della storia, della memoria e dei più profondi interrogativi della nostra epoca. Il teatro con la sua forza evocativa può rompere il muro della dimenticanza, affinché non solo non si dimentichi, ma si ricordi. Come disse Primo Levi: ‘meditate che questo è stato’ e questo può tornare a essere, nella ciclicità dell’orrore umano che continua a compiersi in ogni stagione dell’esistenza. Siamo davanti ad una tragedia unica che non ha paragoni nella storia proprio per la grande atrocità di come è avvenuto. I paragoni con altri drammi umani si possono pure fare purchè non si faccia confusione. Occorre sempre essere vigili perchè il veleno del nazifascismo naviga e continua a circolare nelle vene delle nostre democrazie proprio dentro quella spersonalizzazione che la società tecnocratica ha imposto”.

“L’Ersu – dichiara il presidente dell’Ente, Michele D’Amico – coglie i primi frutti della convenzione con l’associazione Museo Sociale Danisinni, dove gli studenti possono già partecipare (anche gratuitamente) alla scuola di teatro, determinando un concreto dialogo tra le istituzioni e la popolazione. Sul tema della Shoah poi la memoria dello sterminio degli ebrei vittime del genocidio nazista, oltre a onorare la memoria di un popolo, rappresenta l’occasione perché si creino gli anticorpi nella società affinché simili orrori non si ripetano mai più”.

Un momento dello spettacolo “Siamo Pietre d’incimapo a Danisinni (ph. Rossella Puccio)
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